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Umanità Nova, n 26 del 3 settembre 2006, anno 86

Immigrazione
Sinistri imbrogli


Un'estate bollente sul fronte dell'immigrazione. L'ennesima. La prossima settimana vi proporremo un testo di analisi complessiva di quanto si è mosso negli ultimi due mesi e quella successiva una riflessione sulla proposta di legge per la cittadinanza ai migranti.
Di seguito i comunicati emessi in questo periodo dalla commissione antirazzista della FAI.

Il bastone e la carota

Il vecchio trucco del bastone e della carota è uno degli espedienti preferiti da chi detiene il potere.

In materia di immigrazione, il governo italiano sembra voler ricorrere sistematicamente a questo stratagemma per sollevare dei polveroni che servono solo a nascondere la realtà delle cose.

Per esempio, la riapertura delle quote di ingresso per i lavoratori immigrati ha di fatto sanato la situazione di migliaia di persone che - pur avendone fatto richiesta - erano rimaste tagliate fuori dalla regolarizzazione.

Ed è ancor più recente la notizia secondo la quale il consiglio dei ministri ha approvato un decreto legislativo che accorcia i tempi per la concessione agli stranieri della carta di soggiorno, facilita le norme per il ricongiungimento familiare e sbroglia le lungaggini per il conferimento della cittadinanza italiana agli immigrati. Ma questo quadro idilliaco è come una filigrana che va vista in controluce. E, a ben guardare, vediamo il ministro dell'interno Giuliano Amato che ottiene dal suo omologo tedesco, Wolfgang Schaeuble, una stretta collaborazione per pattugliare il Mediterraneo: esperti della polizia di frontiera federale tedesca verranno in Italia per attuare una sinergia repressiva su scala europea. Amato si è rivolto anche a Franco Frattini, il quale ha assicurato la disponibilità della commissione europea a collaborare alle operazioni di rimpatrio e a effettuare pattugliamenti delle coste mettendo in relazione le polizie di Malta, Grecia, Italia e Libia. Insomma: deportazioni, centri di permanenza temporanea e violenze poliziesche continueranno a essere l'orizzonte di riferimento per chi riuscirà ad arrivare vivo/a in Europa con buona pace di quella commissione ministeriale di controllo dei CPT voluta da Amato e della quale fanno parte diversi soggetti dell'associazionismo e del volontariato italiano.

In un momento in cui i nostri mari sono sempre più scenario di immani sofferenze e tragedie, vere e proprie stragi di stato, ci disgusta sempre di più questa propaganda del centrosinistra che cerca di accreditarsi come governo umano e umanitario quando in realtà la sua azione è improntata a una volontà repressiva che vuole togliere il problema alla radice innalzando sempre di più le frontiere e riempiendo il Mediterraneo di superpoliziotti europei magari pronti a chiudere un occhio all'occorrenza per consentire a chi specula sul traffico di esseri umani di fare i suoi loschi affari sulla pelle degli altri.

La sottile ipocrisia del governo va smascherata rilanciando la lotta per la libertà di circolazione per tutte e tutti, contro tutti gli stati, le mafie e le frontiere.

Nessuna collaborazione con le istituzioni / Abolire le leggi razziste / Chiudere i centri di permanenza temporanea / Aprire le frontiere / Libere/i tutte/i! 

Comunicato del 1 agosto

Morte e repressione contro i migranti - Sui fatti di Bologna e Padova

Segregazione e morti ammazzati: niente di nuovo per il centrosinistra al governo che dimostra, ogni giorno che passa, di saper interpretare al meglio il proprio ruolo repressivo nei confronti dell'immigrazione. Domenica scorsa, un immigrato tunisino di circa trent'anni è morto nel Centro di Permanenza Temporanea di via Mattei a Bologna, lo stesso lager già conosciuto per i pestaggi, le rivolte e gli psicofarmaci serviti vigliaccamente nel cibo destinato ai detenuti. Si è trattato, ancora una volta, di un'allucinante caso di trascuratezza, di mancanza di rispetto per la vita e la dignità di chi non conta nulla agli occhi di infermieri e gendarmi.

Sappiamo bene con chi abbiamo a che fare: questo è l'ennesimo immigrato morto in un CPT con la sinistra al governo.

Una sinistra che riscopre il fascino discreto del muro, materializzazione fisica oltre che simbolica dell'aberrazione dei tempi in cui viviamo.

A Padova, nel profondo nord, il sindaco Zanonato (Democratici di Sinistra) ha pensato bene di far erigere una barriera in lamiera di tre metri di altezza per ottanquattro di lunghezza per separare l'interno del complesso edilizio "Serenissima" di via Anelli dall'esterno, cioè da via De Besi. L'obiettivo? Impedire il continuo passaggio di spacciatori e di droga in un quartiere massicciamente abitato da immigrati che sono diventati il facile capro espiatorio per tutti i mali della città e della regione: sono loro che spacciano e sporcano, e se non li si può buttar fuori, che vengano almeno isolati dietro un muro. Questo è il teorema razzista e repressivo che si cela dietro il provvedimento dell'amministrazione comunale, pronta a recepire le istanze più reazionarie e intolleranti di un elettorato italiano che è sempre pronto a dare addosso a immigrati, prostitute e spacciatori salvo poi servirsi costantemente di queste persone per comprare i loro corpi, usare la stessa droga e succhiargli il sangue con canoni di affitto esorbitanti e salari da schiavitù.

A un mondo fatto di galere etniche e di apartheid urbana preferiamo un mondo in cui sia possibile sradicare la disuguaglianza e l'ingiustizia sociale perché è proprio su queste cose che si alzano i ghetti e si alimentano odio e discriminazione. E il modo per cominciare a distruggere il ghetto è sbarazzarsi della mediazione interessata di sindaci e assessori, buoni solo a tutelare gli interessi degli speculatori edilizi, ma assolutamente sordi quando si tratta di garantire a tutti - nessuno escluso - condizioni di vita soddisfacenti. Saltare il muro, dunque, è l'unica cosa sensata per smettere di sopravvivere e cominciare a vivere.

Comunicato del 13 agosto

Imbroglioni

Due naufragi in due giorni nel canale di Sicilia hanno causato la morte di decine e decine di immigrati provenienti dall'Africa. Un numero imprecisato di dispersi, un'incalcolabile tragedia - l'ennesima - nel già martoriato confine meridionale dell'Europa. Un'altra infamia - l'ennesima - che macchia il già lugubre curriculum degli assassini che occupano gli scranni dei parlamenti europei.

Ancora una volta, si allunga l'ombra sinistra della Marina militare italiana su un dramma dell'immigrazione: si delinea una responsabilità di chi pilotava la nave militare "Minerva" che, anche se per errore, ha provocato il ribaltamento di un natante carico di immigrati.

Non sarebbe il primo errore, né forse sarà l'ultimo.

Il presidente del consiglio e il ministro dell'interno tuonano contro i trafficanti di esseri umani e forniscono soluzioni chiare e inequivocabili: Romano Prodi ha dichiarato che gli immigrati "non debbono partire, perché una volta partiti non si riescono più a controllare" mentre Giuliano Amato ha definito questa tragedia un "crimine" augurandosi che i responsabili siano assicurati alla giustizia. E, nel frattempo, ha istituito due pool di magistrati e poliziotti per far finta di rendere un favore a chi scappa da guerre, fame e miseria.

Il governo italiano è perfettamente consapevole della strategia da adottare. Il ministro dei trasporti Bianchi vuole addirittura che siano stanziati milioni di euro per aumentare il controllo delle coste da cui partono i migranti e che siano resi operativi gli accordi con paesi come la Libia per bloccare alla fonte il flusso migratorio. E la maggioranza parlamentare, questo centrosinistra così ipocrita nell'esercizio della propria cattiva coscienza, fa finta di litigare sull'opportunità di abrogare o meno la Bossi-Fini, con i Democratici di Sinistra che giocano il ruolo del poliziotto cattivo insieme alla Margherita e che non vogliono sentir parlare di chiusura dei CPT, e PRC, Verdi e PdCI che continuano a recitare la solita messinscena invocando l'abrogazione della legge Bossi-Fini come se un ritorno alla loro Turco-Napolitano potesse offrire qualche garanzia di rispetto dei diritti umani.

E, con il solito provincialismo che li contraddistingue, gli esponenti della maggioranza di governo prendono ad esempio le politiche sull'immigrazione dello spagnolo Zapatero, vero e proprio boia che sa bene come si spara sui migranti.

Imbroglioni: solo così possono essere definiti questi professionisti della doppiezza il cui unico scopo è quello di ridurre ai minimi termini ogni margine di vero conflitto che possa mettere realmente in discussione gli assetti e le compatibilità che consentono agli stati, ai governi e alle mafie di speculare sulle vite di migliaia di donne e uomini. Questi soggetti hanno in considerazione gli immigrati non solo come fonte di manodopera a costo zero nell'interesse del padronato, ma anche come interessante serbatoio elettorale che può vivere sulla divisione fra regolari e irregolari, fra futuri neocittadini e clandestini. Questi personaggi cercano di occultare la loro funzione di custodi del capitalismo e dell'imperialismo continuando a pontificare sulla sorte degli immigrati, e intendono appestare anche il dibattito antirazzista cercando di recuperare il movimento per la libertà di circolazione riconducendolo nei rassicuranti meandri di una concertazione fatta di caute aperture delle quote di ingresso e promesse di conferimento ai migranti del diritto di voto. E, proprio come sul fronte del prossimo intervento militare italiano in Libano, la sinistra tenta di ovattare l'opposizione sociale accreditandosi come sinistra di lotta e di governo allo stesso tempo, armando le truppe e sventolando le bandiere della pace oppure dichiarando solidarietà ai migranti di giorno speronando di notte i loro barconi.

Non si può e non si deve concedere alcun credito a chi vuole snaturare le lotte antirazziste e le esperienze di autorganizzazione degli ultimi anni. È necessario respingere ogni tentativo di ridurre i movimenti sociali a cinghie di trasmissione per gli interessi dei partiti e della classe politica perché non è con gli abbracci mortali con il governo e le sue commissioni ministeriali che i centri di permanenza verranno chiusi né è pensabile che gli immigrati potranno raggiungere la loro autodeterminazione affidandosi ai professionisti della politica e dell'antirazzismo. Rifiutare gli imbrogli di questo governo è il primo passo per rendere giustizia alle lotte e ai sacrifici di migliaia di donne e uomini in questi anni segnati dalla repressione scatenata contro i migranti e contro tutti coloro che si sono mobilitati per disarticolare le frontiere sociali e politiche che brutalizzano la nostre vite. Ed è l'esperienza concreta che dimostra come solo l'azione diretta, l'autorganizzazione e il rifiuto di ogni compatibilità con chi rappresenta gli interessi della Fortezza Europa possono condurre a risultati significativi in termini di libertà e di conquista di diritti fondamentali per tutti, oltre e contro ogni prigione e frontiera.

Comunicato del 28 agosto

Commissione Antirazzista della Federazione Anarchica Italiana - FAI

www.federazioneanarchica.org/antirazzista
fai-antiracism@libero.it

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