Moltissimi, diverse migliaia di No Tir e No Tav si sono presentati
all'appuntamento di sabato 22 liglio a Bardonecchia. La recente
decisione di raddoppiare il tunnel del Frejus conferma la
volontà di trasformare la Val Susa in un corridoio veloce per le
merci nonostante la ferma opposizione delle popolazioni locali. Forse
qualcuno sperava che pigiando il piede sull'acceleratore dei Tir si
potesse creare una contrapposizione tra le ragioni dei No Tir e quelle
dei No Tav, ma questo giochetto, spesso riuscito nella vicina Francia,
dove i gruppi ambientalisti premono per il Tav nella convinzione che
serva a ridurre il trasporto su gomma, non è riuscito in Val
Susa.
A Bardonecchia ha avuto il suo battesimo di piazza il movimento No
Tav/No Tir, che si oppone alla logica del profitto e dello scambio ad
ogni costo, che ritiene importante bloccare quest'ennesimo scempio
ambientale e insieme battersi per un'idea di società più
equa, dove le persone contino più delle merci.
Numerose assemblee in bassa, media e alta Val Susa hanno preparato un
appuntamento che ha coinvolto la popolazione dell'intera valle,
poiché i Tir la attraversano tutta ed un eventuale aumento del
traffico non potrebbe che danneggiare tutti. Obiettivo dichiarato della
manifestazione era la richiesta di contingentamento dei Tir, seguendo
l'esempio della Valle D'Aosta che ha fissato a 1.500 passaggi il limite
da rispettare per il tunnel del Bianco. Ma non solo: si trattava di
smascherare la farsa di nascondere il raddoppio del Frejus dietro una
presunta necessità di sicurezza. Peccato che la presunta
galleria di sicurezza sarebbe circa dello stesso diametro dell'attuale
tunnel autostradale.
Nonostante il violento acquazzone che si era abbattuto poco prima su
Bardonecchia i No Tav/No Tir alle 17,50 si sono dati appuntamento in
piazza Statuto, da dove sono partiti alla volta dell'autostrada che
è stata a lungo bloccata nei due sensi di marcia poco prima
dell'imbocco del Tunnel.
Un primo importante segnale di lotta, autorganizzazione e
volontà di sfuggire agli inciuci di palazzo è stato dato
da un movimento che dimostra di giorno in giorno di essere più
radicale e più maturo.
Certo la strada è ancora in salita. Certo sarà dura. Ma
non solo per noi. Le lobby del cemento, del tondino, della gomma e
della rotaia selvaggia da oggi hanno un motivo di preoccupazione in
più.
Federazione Anarchica Torinese
Alla rivolta e fuga di 20 migranti dal Cpt "Serraino-Vulpitta" alla
fine di luglio è seguita una "rassicurante" ispezione
governativa. In merito vi proponiamo i due comunicati emessi dal
Coordinamento per la Pace della città che in questi anni sono
stati in prima fila nella lotta al lager, nel sostegno ai migranti, e
nella denuncia dei soprusi e della vergogna di questa prigione per
immigrati "senza carte" che è già costata la vita a sei
tunisini morti durante un incendio dietro le sbarre.
"Mercoledì 26 luglio una rivolta nel Centro di Permanenza
Temporanea "Serraino Vulpitta" di Trapani ha portato alla fuga di
più di venti immigrati che erano reclusi nella struttura
detentiva.
Nella scarsezza di informazioni sapientemente blindate dalla Questura e
dalla Prefettura abbiamo appreso che due immigrati si sono feriti
durante il tentativo di fuga e che ora sono ricoverati in ospedale. A
loro, e a tutti gli altri, la nostra piena solidarietà.
In questa estate funestata da sbarchi drammatici e ritrovamenti di
cadaveri nel canale di Sicilia, anche da Trapani si leva alta la voce
della protesta e la rivolta del "Vulpitta" è solo l'ennesimo
episodio di una lunga serie di fughe di massa che hanno interessato i
CPT di tutta Italia negli ultimi mesi.
Si tratta della risposta più convincente da parte dei diretti
interessati – gli immigrati – che sono diventati oggi merce
di scambio nella dialettica politica del nuovo governo che da un lato
riapre le quote per la regolarizzazione dei lavoratori immigrati,
mentre dall'altro promette l'aumento dei CPT e non certo la loro
chiusura. In particolare, quanto accaduto a Trapani è uno
schiaffo morale di non poco conto per la locale classe politica che si
trastulla nella creazione di una città-luna park dalle strade
videosorvegliate buona solo per organizzare eventi turistici e mondani
(mentre le periferie sono abbandonate nel più assoluto degrado)
e che occulta volutamente il fatto che a Trapani c'è un campo di
internamento dal quale le persone tentano di fuggire ad ogni costo."
Ad un mese dalla fuga è arrivata l'ispezione ministeriale.
"Il governo di centrosinistra ha chiarito definitivamente a Trapani,
attraverso le dichiarazioni del sottosegretario all'interno Marcella
Lucidi, la sua linea politica in materia di immigrazione: i centri di
permanenza temporanea non saranno affatto chiusi ma saranno gestiti in
maniera sempre più efficiente.
In un clima di surreale mistificazione e propaganda, il sottosegretario
ha visitato il centro di identificazione di Salinagrande e il CPT
"Vulpitta" di Trapani complimentandosi con le autorità locali
per l'egregio lavoro svolto e per le impeccabili condizioni in cui
versano quelli che noi giudichiamo - e giudicheremo sempre - i due
campi di internamento per immigrati della città.
Il sottosegretario Lucidi è stata accolta al suo arrivo al
"Vulpitta" da un coro di protesta degli immigrati che - giustamente -
denunciavano il loro "sequestro" nella struttura, ma questo episodio
non è stato sufficiente a far desistere l'esponente del governo
dalla sua stolida e rassicurante recita. Né tanto meno è
stata spesa una sola parola sulla protesta di massa che proprio al CPT
"Vulpitta" ha portato alcune settimane fa a una fuga rocambolesca di
alcune decine di immigrati, avvenimento che conferma - se mai ce ne
fosse bisogno - che un CPT è un luogo abietto dal quale non si
può non scappare.
Marcella Lucidi ha insistito molto sul "rispetto della persona prima di
ogni altra cosa" e sul "prioritario riconoscimento dei diritti della
persona". Ci vuole un bel coraggio a sostenere queste tesi visto che
uno dei diritti fondamentali di ogni donna e di ogni uomo è
proprio quello alla libertà di circolazione e di movimento che i
Centri di Permanenza Temporanea negano alla radice assolvendo alla loro
bieca funzione di carceri speciali per immigrati.
Denunciamo con forza l'ipocrisia di questo governo che continua a
fornire un quadro distorto della realtà e ribadiamo la nostra
assoluta opposizione all'esistenza stessa del CPT "Vulpitta", di tutti
i centri di permanenza temporanea, di ogni luogo di internamento per
immigrati e dell'intollerabile business che si cela dietro i meccanismi
di questa segregazione mascherata da falsa accoglienza a base di
sbarre, filo spinato e diritti negati."
Coordinamento per la Pace - Trapani
Quando il corteo del primo maggio scorso si trovò a passare
nell'adiacenza dell'ospedale cittadino un compagno tra i tanti mi si
avvicinò e mi chiese se per Sacco e Vanzetti c'era un qualche
mazzo di fiori, ne improvvisammo uno togliendone alcuni dalle altre
corone e questo compagno si incaricò di fare una piccola
deviazione per collocarli al palo del cartello che porta il nome della
piazza.
Evidentemente il fatto che la memoria di questi due compagni fosse
unicamente legata alla segnaletica stradale non gli andava giù,
infatti dopo un paio di mesi lo ritrovo e mi accompagna a vedere un
blocchetto di marmo nero con la scritta "gli Anarchici 23-08-27,
23-08-06".
Cominciamo allora a pensare come fare per organizzare la messa in opera
del cippo in questione, ma gli impegni sono tanti e in agosto troppi
compagni sono in ferie e il piccolo monumento rischia di non venir
posizionato, ogni tanto comunque ci incontriamo, facciamo dei
sopralluoghi e man mano altri compagni si uniscono all'iniziativa,
fatto è che pochi giorni prima della data pattuita partiamo alla
volta del comune per richiedere formalmente il permesso, in due giorni
di pressing e di strette marcature a uomo condotte sapientemente da
Giovanni Pedrazzi negli uffici comunali, strappiamo il consenso, ma
ahimè il posto dove il cippo va collocato si scopre essere della
A.S.L. e il direttore è in ferie... ma anche ormai sono le 13
del 23 agosto.
Fatto è che alle 17,30 ci troviamo in una trentina di compagni
per la posa del monumento, carabinieri e digos passano mantenendosi
discreti a distanza e il cippo viene calato da un furgoncino nel posto
prescelto.
Tocca a Italino Rossi fare un breve discorso ricordando i fatti di
settantanove anni fa, e i tentativi di revisionismo perpetrati fino ai
giorni nostri di quello che rimane essere un duplice omicidio di Stato.
Dopo la deposizione di un mazzo di fiori rossi ci spostiamo tutti nella
vicina piazza d'armi per un brindisi accompagnato da una coscia di
maiale al forno e canti fino a sera inoltrata.
Ci salutiamo con l'impegno per la ricorrenza degli ottant'anni di
organizzare una giornata di studi su Sacco e Vanzetti per il 23 agosto
del prossimo anno.
Carrara ha comunque un nuovo monumento, un ringraziamento particolare
va quindi a Silvanin e a Cocis, i due promotori, e ai due giovani
compagni che hanno realizzato il monumento.
D. L.
A metà luglio si è svolto a Modena un primo incontro
informale della nascente Rete studentesca di area libertaria anarchica.
Erano presenti gli "Studenti libertari Autonomi di Bari, il Gruppo
Informale studenti indipendenti di Avezzano, i Comitati studenteschi
libertari ed il Collettivo Studentesco Indipendente di L'Aquila, il
collettivo studentesco ricreAzione di Modena, il collettivo Magma di
Bologna, il collettivo Makhno di Udine e individualità collegate
all'Ateneo Libertario di Venezia."
Nel documento diffuso successivamente la dichiarazione di intenti: "La
Rete nasce dalla volontà di alcuni gruppi studenteschi
autorganizzati di mantenersi in contatto e dare continuità alla
propria azione con un reciproco scambio di informazioni."
Nel documento si critica la "progressiva commercializzazione e
specializzazione della cultura" e si afferma che: "nel monopolio
dell'informazione globale, ove i saperi di fatto sono soggetti alle
leggi del consumo e del mercato, la rete costruisce uno spazio libero
di cultura e di informazione, che dalla rete stessa si riversi in
società nella costruzione di eventi e manifestazioni. Un'azione
libera che sia espressione di un movimento studentesco nuovo che
riporti il valore dell'autogestione libertaria della cultura e della
vita sociale, verso il recupero attivo delle libertà personali e
collettive."
Pippi C.
Si è svolto a L'Aquila il 30 agosto in piazza Duomo un
presidio antimilitarista contro l'invio di truppe italiane in Libano.
Nel volantino del Gruppo anarchico aquilano si legge: "Noi anarchici
non abbiamo mai creduto alle favole del diritto e della giustizia
internazionale tra stati, tutti oppressori e criminali delle "proprie"
e delle "altrui" genti.
La guerra, se non viene contrastata sin nelle più piccole
apparizioni nella pratica sociale e politica di una nazione, e perfino
nell'immaginario simbolico con cui si alimenta la disciplina di un
popolo, continuerà ad esistere per soddisfare le esigenze delle
élite ricche e potenti, che vogliono piegare il mondo ai loro
interessi calpestando tutto ciò che ostacola il loro cammino.
Come solidarizziamo con libanesi, vittime delle logiche belliche di
terrore e di dominio, siamo altrettanto vicini ai numerosi israeliani
che si oppongono alla guerra e si battono al fianco dei palestinesi,
che lottano per la loro libertà, contro la costruzione del muro
voluto da Sharon: persone che denunciano pubblicamente che le vittime
di Haifa, di Gaza, di Beirut e delle popolazioni irachene sono tutte
uguali di fronte alla disumanità della guerra.
Chi non vuole vivere in un mondo dominato dal terrore prodotto dalle
religioni, dagli stati e dal capitalismo, deve rilanciare una
opposizione sociale che si fondi sul rifiuto della logica militarista,
che rilanci la pratica dell'internazionalismo e che promuova
l'antimperialismo come criterio necessario per cancellare i progetti di
morte seminati dal potere in ogni angolo del pianeta."
Nel successivo comunicato stampa si ribadisce che: "Inquietante
è la posizione assunta da quasi tutto il movimento pacifista
italiano, che, riunito ad Assisi in occasione della marcia per la pace,
dichiarava di condividere le scelte belliciste del governo Prodi.
Pippi C.