Umanità Nova, n 27 del 10 settembre 2006, anno 86

Inform@zione


No Tir: bloccato il tunnel del Frejus

Moltissimi, diverse migliaia di No Tir e No Tav si sono presentati all'appuntamento di sabato 22 liglio a Bardonecchia. La recente decisione di raddoppiare il tunnel del Frejus conferma la volontà di trasformare la Val Susa in un corridoio veloce per le merci nonostante la ferma opposizione delle popolazioni locali. Forse qualcuno sperava che pigiando il piede sull'acceleratore dei Tir si potesse creare una contrapposizione tra le ragioni dei No Tir e quelle dei No Tav, ma questo giochetto, spesso riuscito nella vicina Francia, dove i gruppi ambientalisti premono per il Tav nella convinzione che serva a ridurre il trasporto su gomma, non è riuscito in Val Susa.
A Bardonecchia ha avuto il suo battesimo di piazza il movimento No Tav/No Tir, che si oppone alla logica del profitto e dello scambio ad ogni costo, che ritiene importante bloccare quest'ennesimo scempio ambientale e insieme battersi per un'idea di società più equa, dove le persone contino più delle merci.
Numerose assemblee in bassa, media e alta Val Susa hanno preparato un appuntamento che ha coinvolto la popolazione dell'intera valle, poiché i Tir la attraversano tutta ed un eventuale aumento del traffico non potrebbe che danneggiare tutti. Obiettivo dichiarato della manifestazione era la richiesta di contingentamento dei Tir, seguendo l'esempio della Valle D'Aosta che ha fissato a 1.500 passaggi il limite da rispettare per il tunnel del Bianco. Ma non solo: si trattava di smascherare la farsa di nascondere il raddoppio del Frejus dietro una presunta necessità di sicurezza. Peccato che la presunta galleria di sicurezza sarebbe circa dello stesso diametro dell'attuale tunnel autostradale.
Nonostante il violento acquazzone che si era abbattuto poco prima su Bardonecchia i No Tav/No Tir alle 17,50 si sono dati appuntamento in piazza Statuto, da dove sono partiti alla volta dell'autostrada che è stata a lungo bloccata nei due sensi di marcia poco prima dell'imbocco del Tunnel.
Un primo importante segnale di lotta, autorganizzazione e volontà di sfuggire agli inciuci di palazzo è stato dato da un movimento che dimostra di giorno in giorno di essere più radicale e più maturo.
Certo la strada è ancora in salita. Certo sarà dura. Ma non solo per noi. Le lobby del cemento, del tondino, della gomma e della rotaia selvaggia da oggi hanno un motivo di preoccupazione in più.
Federazione Anarchica Torinese

CPT di Trapani: rivolta e fuga e ispezione governativa

Alla rivolta e fuga di 20 migranti dal Cpt "Serraino-Vulpitta" alla fine di luglio è seguita una "rassicurante" ispezione governativa. In merito vi proponiamo i due comunicati emessi dal Coordinamento per la Pace della città che in questi anni sono stati in prima fila nella lotta al lager, nel sostegno ai migranti, e nella denuncia dei soprusi e della vergogna di questa prigione per immigrati "senza carte" che è già costata la vita a sei tunisini morti durante un incendio dietro le sbarre.

"Mercoledì 26 luglio una rivolta nel Centro di Permanenza Temporanea "Serraino Vulpitta" di Trapani ha portato alla fuga di più di venti immigrati che erano reclusi nella struttura detentiva.
Nella scarsezza di informazioni sapientemente blindate dalla Questura e dalla Prefettura abbiamo appreso che due immigrati si sono feriti durante il tentativo di fuga e che ora sono ricoverati in ospedale. A loro, e a tutti gli altri, la nostra piena solidarietà.
In questa estate funestata da sbarchi drammatici e ritrovamenti di cadaveri nel canale di Sicilia, anche da Trapani si leva alta la voce della protesta e la rivolta del "Vulpitta" è solo l'ennesimo episodio di una lunga serie di fughe di massa che hanno interessato i CPT di tutta Italia negli ultimi mesi.
Si tratta della risposta più convincente da parte dei diretti interessati – gli immigrati – che sono diventati oggi merce di scambio nella dialettica politica del nuovo governo che da un lato riapre le quote per la regolarizzazione dei lavoratori immigrati, mentre dall'altro promette l'aumento dei CPT e non certo la loro chiusura. In particolare, quanto accaduto a Trapani è uno schiaffo morale di non poco conto per la locale classe politica che si trastulla nella creazione di una città-luna park dalle strade videosorvegliate buona solo per organizzare eventi turistici e mondani (mentre le periferie sono abbandonate nel più assoluto degrado) e che occulta volutamente il fatto che a Trapani c'è un campo di internamento dal quale le persone tentano di fuggire ad ogni costo."
Ad un mese dalla fuga è arrivata l'ispezione ministeriale.
"Il governo di centrosinistra ha chiarito definitivamente a Trapani, attraverso le dichiarazioni del sottosegretario all'interno Marcella Lucidi, la sua linea politica in materia di immigrazione: i centri di permanenza temporanea non saranno affatto chiusi ma saranno gestiti in maniera sempre più efficiente.
In un clima di surreale mistificazione e propaganda, il sottosegretario ha visitato il centro di identificazione di Salinagrande e il CPT "Vulpitta" di Trapani complimentandosi con le autorità locali per l'egregio lavoro svolto e per le impeccabili condizioni in cui versano quelli che noi giudichiamo - e giudicheremo sempre - i due campi di internamento per immigrati della città.
Il sottosegretario Lucidi è stata accolta al suo arrivo al "Vulpitta" da un coro di protesta degli immigrati che - giustamente - denunciavano il loro "sequestro" nella struttura, ma questo episodio non è stato sufficiente a far desistere l'esponente del governo dalla sua stolida e rassicurante recita. Né tanto meno è stata spesa una sola parola sulla protesta di massa che proprio al CPT "Vulpitta" ha portato alcune settimane fa a una fuga rocambolesca di alcune decine di immigrati, avvenimento che conferma - se mai ce ne fosse bisogno - che un CPT è un luogo abietto dal quale non si può non scappare.
Marcella Lucidi ha insistito molto sul "rispetto della persona prima di ogni altra cosa" e sul "prioritario riconoscimento dei diritti della persona". Ci vuole un bel coraggio a sostenere queste tesi visto che uno dei diritti fondamentali di ogni donna e di ogni uomo è proprio quello alla libertà di circolazione e di movimento che i Centri di Permanenza Temporanea negano alla radice assolvendo alla loro bieca funzione di carceri speciali per immigrati.
Denunciamo con forza l'ipocrisia di questo governo che continua a fornire un quadro distorto della realtà e ribadiamo la nostra assoluta opposizione all'esistenza stessa del CPT "Vulpitta", di tutti i centri di permanenza temporanea, di ogni luogo di internamento per immigrati e dell'intollerabile business che si cela dietro i meccanismi di questa segregazione mascherata da falsa accoglienza a base di sbarre, filo spinato e diritti negati."
Coordinamento per la Pace - Trapani

Carrara: in ricordo di Sacco e Vanzetti

Quando il corteo del primo maggio scorso si trovò a passare nell'adiacenza dell'ospedale cittadino un compagno tra i tanti mi si avvicinò e mi chiese se per Sacco e Vanzetti c'era un qualche mazzo di fiori, ne improvvisammo uno togliendone alcuni dalle altre corone e questo compagno si incaricò di fare una piccola deviazione per collocarli al palo del cartello che porta il nome della piazza.
Evidentemente il fatto che la memoria di questi due compagni fosse unicamente legata alla segnaletica stradale non gli andava giù, infatti dopo un paio di mesi lo ritrovo e mi accompagna a vedere un blocchetto di marmo nero con la scritta "gli Anarchici 23-08-27, 23-08-06".
Cominciamo allora a pensare come fare per organizzare la messa in opera del cippo in questione, ma gli impegni sono tanti e in agosto troppi compagni sono in ferie e il piccolo monumento rischia di non venir posizionato, ogni tanto comunque ci incontriamo, facciamo dei sopralluoghi e man mano altri compagni si uniscono all'iniziativa, fatto è che pochi giorni prima della data pattuita partiamo alla volta del comune per richiedere formalmente il permesso, in due giorni di pressing e di strette marcature a uomo condotte sapientemente da Giovanni Pedrazzi negli uffici comunali, strappiamo il consenso, ma ahimè il posto dove il cippo va collocato si scopre essere della A.S.L. e il direttore è in ferie... ma anche ormai sono le 13 del 23 agosto.
Fatto è che alle 17,30 ci troviamo in una trentina di compagni per la posa del monumento, carabinieri e digos passano mantenendosi discreti a distanza e il cippo viene calato da un furgoncino nel posto prescelto.
Tocca a Italino Rossi fare un breve discorso ricordando i fatti di settantanove anni fa, e i tentativi di revisionismo perpetrati fino ai giorni nostri di quello che rimane essere un duplice omicidio di Stato.
Dopo la deposizione di un mazzo di fiori rossi ci spostiamo tutti nella vicina piazza d'armi per un brindisi accompagnato da una coscia di maiale al forno e canti fino a sera inoltrata.
Ci salutiamo con l'impegno per la ricorrenza degli ottant'anni di organizzare una giornata di studi su Sacco e Vanzetti per il 23 agosto del prossimo anno.
Carrara ha comunque un nuovo monumento, un ringraziamento particolare va quindi a Silvanin e a Cocis, i due promotori, e ai due giovani compagni che hanno realizzato il monumento.
D. L.

Rete studentesca libertaria anarchica

A metà luglio si è svolto a Modena un primo incontro informale della nascente Rete studentesca di area libertaria anarchica.
Erano presenti gli "Studenti libertari Autonomi di Bari, il Gruppo Informale studenti indipendenti di Avezzano, i Comitati studenteschi libertari ed il Collettivo Studentesco Indipendente di L'Aquila, il collettivo studentesco ricreAzione di Modena, il collettivo Magma di Bologna, il collettivo Makhno di Udine e individualità collegate all'Ateneo Libertario di Venezia."
Nel documento diffuso successivamente la dichiarazione di intenti: "La Rete nasce dalla volontà di alcuni gruppi studenteschi autorganizzati di mantenersi in contatto e dare continuità alla propria azione con un reciproco scambio di informazioni."
Nel documento si critica la "progressiva commercializzazione e specializzazione della cultura" e si afferma che: "nel monopolio dell'informazione globale, ove i saperi di fatto sono soggetti alle leggi del consumo e del mercato, la rete costruisce uno spazio libero di cultura e di informazione, che dalla rete stessa si riversi in società nella costruzione di eventi e manifestazioni. Un'azione libera che sia espressione di un movimento studentesco nuovo che riporti il valore dell'autogestione libertaria della cultura e della vita sociale, verso il recupero attivo delle libertà personali e collettive."
Pippi C.

Aquila: presidio antimilitarista

Si è svolto a L'Aquila il 30 agosto in piazza Duomo un presidio antimilitarista contro l'invio di truppe italiane in Libano. Nel volantino del Gruppo anarchico aquilano si legge: "Noi anarchici non abbiamo mai creduto alle favole del diritto e della giustizia internazionale tra stati, tutti oppressori e criminali delle "proprie" e delle "altrui" genti.
La guerra, se non viene contrastata sin nelle più piccole apparizioni nella pratica sociale e politica di una nazione, e perfino nell'immaginario simbolico con cui si alimenta la disciplina di un popolo, continuerà ad esistere per soddisfare le esigenze delle élite ricche e potenti, che vogliono piegare il mondo ai loro interessi calpestando tutto ciò che ostacola il loro cammino.
Come solidarizziamo con libanesi, vittime delle logiche belliche di terrore e di dominio, siamo altrettanto vicini ai numerosi israeliani che si oppongono alla guerra e si battono al fianco dei palestinesi, che lottano per la loro libertà, contro la costruzione del muro voluto da Sharon: persone che denunciano pubblicamente che le vittime di Haifa, di Gaza, di Beirut e delle popolazioni irachene sono tutte uguali di fronte alla disumanità della guerra.
Chi non vuole vivere in un mondo dominato dal terrore prodotto dalle religioni, dagli stati e dal capitalismo, deve rilanciare una opposizione sociale che si fondi sul rifiuto della logica militarista, che rilanci la pratica dell'internazionalismo e che promuova l'antimperialismo come criterio necessario per cancellare i progetti di morte seminati dal potere in ogni angolo del pianeta."
Nel successivo comunicato stampa si ribadisce che: "Inquietante è la posizione assunta da quasi tutto il movimento pacifista italiano, che, riunito ad Assisi in occasione della marcia per la pace, dichiarava di condividere le scelte belliciste del governo Prodi.
Pippi C.

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