Il decreto di rifinanziamento delle missioni militari all'estero (DL
224/2006), discusso ed approvato in senato il 25 luglio scorso, ha
avuto ampia diffusione sulla stampa nostrana, a causa delle possibili
ricadute sulla tenuta del governo "Prodi". Tutti i giornali presi in
consultazione (quotidiani, settimanali…) hanno dato risalto, per
"qualità" e "quantità" economica soprattutto alle
missioni "irachena" ed "afgana". La questione "afgana" è
risultata essere emblema delle scontro tra militaristi governativi e,
ora possiamo dirlo, ex-pacifisti sempre governativi. Il complesso del
decreto è invero assai più largo e riguarda diverse
missioni di guerra, o di pace come le chiamano loro, ma di loro pace si
tratta. Alcuni dettagli:
Iraq
La prosecuzione della missione "umanitaria", di stabilizzazione e
ricostruzione dell'Iraq, è stata rifinanziata con la cifra di
euro 33.320.634. Se leggete il decreto si parla appunto di
rifinanziamento di ciò che viene definita una missione
umanitaria di pace: il decreto, al momento, continua a dare soldi per
la guerra sotto forma di ricostruzione. Il governo attuale,
Rifondazione in testa, al momento paga ancora la guerra in Iraq.
Probabilmente se non lo avessero distrutto non sarebbe stato necessario
dare soldi per ricostruirlo. Ci avete mai pensato?
La parte militare della guerra in Iraq prende 129.381.507 euro per il
rientro delle truppe entro l'autunno, a cui si devono aggiungere euro
550.268 per la proroga (dicembre 2006) della partecipazione di
personale militare alla riorganizzazione dei Ministeri della difesa e
degli Interni iracheni.
Afganistan
Per la realizzazione degli interventi di cooperazione in Afganistan
la spesa ammonta a 17.500.000 euro, mentre per la prosecuzione della
guerra se ne spendono un po' di più, ovvero, 136.631.975 euro.
La cooperazione come alibi per sostenere la guerra: avete mai pensato
anche a questo?
Missioni nel Golfo Arabico e nel Mediterraneo: Euro 25.569.180 per la
partecipazione di personale militare alla missione nel Golfo arabico
nel quadro della missione "Enduring Freedom", avete letto bene, e della
missione "Active Endeavour", ad essa collegata ed avete letto sempre
bene.
Balcani
Balcani (vecchie guerre per nuovi finanziamenti militari): euro 95.174.625 per la proroga delle seguenti missioni militari:
Multinational Specialized Unit in Kosovo
Joint Enterprise nell'area balcanica
Criminal Intelligence Unit in Kosovo
Albania 2
Bosnia Erzegovina: euro 28.861.078 per le missioni Althea ed Integrated Police Unit
Fanteria rumena per la partecipazione a Joint Enterprise: euro 641.286
Arma dei carabinieri in Kosovo (EUPT): 45.665
Medio Oriente
Hebron: È autorizzata, fino al 31 dicembre 2006, la spesa di
euro 761.702 per la proroga della partecipazione di personale militare
alla missione internazionale denominata Temporary International
Presence (TIPH 2).
È autorizzata, fino al 31 dicembre 2006, la spesa di euro
510.598 per la proroga della partecipazione di personale militare alla
missione di assistenza alle frontiere per il valico di Rafah,
denominata European Union Border Assistance Mission in Rafah (EUBAM
Rafah).
Missioni in Africa
Nella regione del Darfur in Sudan: autorizzata la spesa di euro
167.692 per la proroga della partecipazione di personale militare alla
missione, denominata AMIS II.
Congo: è autorizzatala spesa di euro 201.296 per la proroga
della partecipazione di personale militare alla missione di polizia
nella Repubblica democratica del Congo, denominata EUPOL Kinshasa.
Congo: è autorizzata, fino al 31 dicembre 2006, la spesa di euro
4.523.032 per la partecipazione di personale militare alla missione
militare a sostegno della missione di osservazione delle Nazioni Unite
nella Repubblica democratica del Congo, denominata EUFOR RD CONGO
Missione ONU a Cipro
È autorizzata, fino al 31 dicembre 2006, la spesa di euro
126.303 per la proroga della partecipazione di personale militare alla
missione denominata United Nations Peacekeeping Force in Cipro (UNFICYP)
Missioni e programmi di cooperazione delle Forze di polizia
È autorizzata, fino al 31 dicembre 2006, la spesa di euro
95.432 per la proroga della partecipazione di personale del Corpo della
guardia di finanza alla missione denominata United Nations Mission in
Kosovo (UNMIK)
È autorizzata, fino al 31 dicembre 2006, la spesa di euro
482.804 per la partecipazione di personale del Corpo della guardia di
finanza alla missione ISAF.
È autorizzata, fino al 31 dicembre 2006, la spesa di euro
582.293 per la proroga della partecipazione di personale della Polizia
di Stato alla missione denominata United Nations Mission in Kosovo
(UNMIK).
È autorizzata, fino al 31 dicembre 2006, la spesa di euro
4.159.702 per la proroga dei programmi di cooperazione delle Forze di
polizia italiane in Albania e nei Paesi dell'area balcanica.
È autorizzata, fino al 31 dicembre 2006, la spesa di euro
581.491 per la proroga della partecipazione di personale dell'Arma dei
carabinieri alla missione in Bosnia-Erzegovina denominata EUPM.
È autorizzata, fino al 31 dicembre 2006, la spesa di euro
136.754 per la proroga della partecipazione di personale della Polizia
di Stato alle attività per l'istituzione di una missione di
assistenza alla gestione delle frontiere e dei controlli doganali in
Moldavia e Ucraina.
È autorizzata, fino al 31 dicembre 2006, la spesa di euro 31.828
per la partecipazione di personale della Polizia di Stato alla missione
in Palestina, denominata European Union Police Mission for the
Palestinian Territories (EUPOL COPPS), con compiti di assistenza alla
polizia civile palestinese.
Consigliere diplomatico
È autorizzata, fino al 31 dicembre 2006, la spesa di euro
102.708, determinata ai sensi dell'articolo 204 del decreto del
Presidente della Repubblica 5 gennaio 1967, n. 18, per l'invio in
Afganistan di un funzionario diplomatico con l'incarico di consigliere
diplomatico del comandante del contingente militare che partecipa alla
missione ISAF.
Interventi urgenti a favore delle popolazioni locali
È autorizzata, fino al 31 dicembre 2006, la spesa di euro
5.010.000 per interventi urgenti o acquisti e lavori da eseguire in
economia, anche in deroga alle disposizioni di contabilità
generale dello Stato, disposti nei casi di necessità e urgenza
dai comandanti dei contingenti militari che partecipano alle missioni
di cui al presente decreto, al fine di sopperire a esigenze di prima
necessità della popolazione locale, compreso il ripristino dei
servizi essenziali.
Questo in sostanza il decreto che non solo rimarca una
continuità di fondo con il precedente Governo, a parte la
questione Irachena su cui valgono le considerazione più volte
fatte sulla logistica internazionale (spostamento truppe in Afganistan)
a sostegno dell'imperialismo euro-americano, ma rinforza, nell'essenza,
la legittimità a proseguire nei vari scenari di guerra come
forza militare e di occupazione tra le altre. Perché è
assolutamente evidente che ogni qualvolta si apre un nuovo scenario
bellico o si interviene laddove c'è n'è uno circoscritto,
a quel punto, si occupa militarmente un territorio in permanenza e si
costruiscono le basi per il bisogno ricorrente di finanziamento delle
truppe di occupazione da una parte e delle miserie degli aiuti
dall'altra. In questo campo anche molte delle ONG, non tutte
naturalmente e non in tutti i luoghi, hanno funzioni militari
indirette, ovvero risultano essere spesso l'avamposto di una possibile
occupazione e, successivamente ad essa, le retrovie militare della
guerra. A fronte di quanto gli stati spendono per distruggere,
sostenere le truppe e la logistica militare, le ricostruzioni,
ciò che invece fanno in aiuto alle popolazioni locali è
cosa assai miserevole e penosa.
Non c'è ragione che tenga, ci spiace per quanti in Rifondazione
e fuori da essa vorranno farcelo credere, a giustificare quel decreto,
soprattutto in un momento in cui la spesa militare mondiale (dati Sipri
2005) è pari a 1120 miliardi dollari e dove l'Italia, con 25,1
miliardi di euro annui risulta settima al mondo!!! Pari a 468 dollari
all'anno per persona.
Presto qualche compagno verrà a raccontarci che non si
può fare di più per quanto riguarda la spesa finanziaria,
che i soldi sono pochi eccetera, eccetera: così come non abbiamo
mai fatto sconti a nessun potere, a nessun governo, allo stesso modo
non faremo sconti a chi, nel nome di una presunta vicinanza di ideali,
continuerà a raccontarci delle balle per salvare le poltrone a
quattro burocrati di partito.
Pietro Stara