Nasce a Lóvios (Galizia) il 26 agosto 1916.
A 18 anni emigra in Catalogna, a Tarrasa dove lavora nelle miniere di
potassio, e diventa membro della CNT e delle Gioventù
libertarie. Allo scoppio della Rivoluzione è miliziano di una
colonna formatasi nella regione mineraria dell'Alto Llobregat
(provincia di Barcellona), denominata Columna Tierra y Libertad,
composta soprattutto da anarchici e che conta inizialmente circa 500
uomini. Dopo una settimana di preparativi a Barcellona, la colonna si
dirige sul fronte di Madrid. Combatte a Talavera de la Reina, Toledo,
San Martín de Valdeigleisas, Ávila. Con la
militarizzazione forzata la colonna si trasforma nel II battaglione
della 153esima Brigata mista, che parte per il fronte di Aragona,
partecipando attivamente alla presa di Belchite. Per un certo periodo
lavora, seppur a malincuore, nel Servizio di censura militare.
A fine 1938 si trova in Catalogna e nel febbraio 1939 si rifugia in
Francia, dove viene internato in un campo nei pressi di Arles, a
Saint-Cyprien. Riesce a fuggire, ma è arrestato a Perpignan,
trasferito a Bordeaux. Successivamente internato a Baden-Baden,
prigioniero del III Reich a Karlsruhe, e costretto a lavorare in una
fabbrica di munizioni e armi.
Alla disfatta dei tedeschi, nel 1944-45 si reca dapprima Parigi poi a
Lione, militando nel movimento libertario spagnolo. È attivo
nelle strutture di appoggio dei gruppi di azione di Sabaté,
Facerías, Massana, Amador Franco, Raul Carballeira e Liberto
Sarrau. Nel luglio 1948 si sposta clandestinamente in Spagna attraverso
la frontiera di Roncisvalle come delegato della sezione giuridica della
CNT, con il compito sia di ritessere le relazioni fra gli anarchici,
sia di aiutare finanziariamente le famiglie dei compagni sotto processo
o detenuti, reperendo anche gli avvocati. Sarà a Valenzia,
Saragozza, Barcellona, Madrid.
Nel maggio 1950 viene intercettato e arrestato a Barcellona: "La
Brigada Social di questa Questura centrale riuscì a
disarticolare la banda perché catturò, il 3 di questo
mese, il capo di questa Organizzazione a Barcellona - chiamato
José [Iglesias] Paz - che aveva la carica di Delegato nazionale
della Sezione giuridica CNT-AIT in Spagna...." (La Vanguardia,
14.5.1950). Torturato, è condannato nel 1952 dapprima a morte,
poi la pena viene commutata a 30 anni di detenzione. Ne sconterà
undici. Per alcuni anni sarà il responsabile della biblioteca
del carcere.
Scarcerato nel 1961 ritorna in Galizia, al suo paese natio, in
libertà vigilata. Lavora nell'edilizia a Ponferrada, Lugo,
Vilalba, Vilagarcía: perde sempre il lavoro a causa delle
pressioni della polizia nei confronti dei datori di lavoro.
Nel 1968 sposa Pilar Rodriguez. La libertà vigilata non gli
dà tregua e non riesce a trovare un posto di lavoro stabile,
tanto che con la moglie e il figlio Georges decide di emigrare in
Svizzera, nel Canton Ticino, prima a Locarno poi a Lugano, dove nel
1973 gli viene concesso l'asilo politico.
Qui, lavora come operaio edile, poi magazziniere fino a 70 anni,
rimanendo in stretto contatto con la CNT in Francia, poi in Spagna, e
partecipando all'attività degli anarchici in Ticino. È
membro della Lega dei diritti dell'uomo della Svizzera italiana.
Dopo oltre trent'anni di "esilio", nel luglio 2003 con Pilar rientra in
Galizia, a Cabeza de Vaca (Orense) e riprende i contatti con la CNT
locale, di Vigo, Santiago di Compostela, ecc. Interviene come oratore
nelle giornate libertarie a Compostela del 3-4 novembre 2005 - con un
notevole successo - testimoniando accanto ad un'altra compagna
anarchica, Joaquina Dorado Pita.
Si spegne a Orense il 10 giugno 2006. I funerali si svolgono in forma
civile al suo paese natìo, Lóvios (Lobios), e vedono la
partecipazione di numerosi compagni della Galizia, che lo accompagnano
con la bandiera rosso-nera.
Lo ricordano con affetto, stima e riconoscenza gli anarchici e libertari in Ticino, che abbracciano Pilar.
L'incaricato