Umanità Nova, n 29 del 24 settembre 2006, anno 86

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Abruzzo: assalto alla sanità pubblica

In Abruzzo il governo regionale sta sferrando un duro attacco alla sanità pubblica. In merito lo Spazio Libero 51 di L'Aquila ha scritto una lettera aperta ai cittadini della regione. Ne riportiamo i passaggi più significativi.
"(I) politicanti di turno, dopo aver colpito il mondo del lavoro e della formazione, si scaglia(no) ora anche contro la sanità pubblica. Caso esemplare è l'ospedale Val Vibrata di Sant'Omero con 203 posti letto e un'utenza che supera le 200.000 unità nei mesi estivi. Complessivamente vi sono impiegati 173 infermieri contro i 900 del presidio teramano.
Con delibera del direttore generale della ASL Mario Molinari sugli accorpamenti estivi, che anticipa il piano di razionalizzazione messo in campo sulla base della Legge regionale n. 20 del 23 giugno 2006, la struttura ha chiuso importanti reparti come chirurgia, ostetricia, ginecologia e pediatria, nonostante le numerose operazioni chirurgiche e le oltre 500 nascite l'anno.
Contemporaneamente sorgeva sul territorio vibratiano un centro benessere, privato, da 8000 metri quadrati, 100 posti letto e 7 sale operatorie; il centro, con una probabile convenzione futura con la ASL, andrebbe a ricevere ingenti somme di capitale pubblico.
Ben 15 milioni di euro erano stati già concessi da quest'ultima gestione politica regionale per 183 posti letto, finiti nelle tasche di affaristi che gestiscono le strutture ospedaliere private d'Abruzzo, vedasi i casi aquilani su cui indaga la Guardia di Finanza per false operazioni ed altro.
Nella regione sono attivi 35 ospedali, di cui ben 13 gestiti da privati; il processo di ulteriore distruzione e mercificazione di un diritto universale come quello alla salute, all'esistenza e al benessere, è a dir poco preoccupante. Un processo volto prima a distruggere un'idea di salute rispondente al benessere fisico, psichico, emotivo e sociale della persona, poi alla mercificazione di un diritto che dovrebbe essere pubblico, universale, umano, a misura d'uomo e di donna, rispettoso del fabbisogno di cure dell'intera collettività, orientato a prevenire l'insorgenza della malattia.
E alla privatizzazione di tali strutture si aggiungono, di conseguenza, gli effetti della flessibilizzazione delle Aziende Sanitarie, rintracciabili nei livelli massicci di precarizzazione del rapporto di lavoro – utile solo all'azienda per ridurre i costi e pareggiare i bilanci – e di differenziazione salariale, nonché nello sviluppo di processi neocorporativi di stampo liberista.
È di nuovo evidente come i termini "produttività aziendale" e "qualità dell'assistenza" siano del tutto incompatibili. Il primo è orientato solo ad un aumento del volume delle prestazioni sanitarie erogate in nome della logica del profitto, mentre, il secondo, – che è un elemento irrinunciabile alla concezione di diritto alla salute – pone al suo centro la risposta qualificata ai bisogni umani.
Per opporsi a questi veri e propri comitati d'affari, intenzionati solo a mercificare anche la salute e il benessere, bisogna che le strutture sanitarie, così come tutti i servizi sociali, siano gestite e controllate direttamente dai lavoratori stessi e dai cittadini che vivono sul territorio; che tra questi, gli utenti, e la collettività sia sempre vivo l'interesse sulla qualità delle prestazioni erogate."
Pippi C.

S. Lorenzo e Spezzano: la lotta popolare ha fermato l'inceneritore

Il 23 luglio a Spezzano Albanese era stata convocata una manifestazione popolare e un comizio di piazza della Federazione Anarchica "Spixana". Tra i tanti temi sul tappeto quello dell'inceneritore che il sindaco di S. Lorenzo, Marranghello, aveva annunciato di voler costruire a Ferula. Gli anarchici e i libertari di Spezzano, San Lorenzo, della Calabria, della FMB di Spezzano Albanese avevano emesso un duro comunicato di denuncia cui erano seguite le prese di posizione delle associazioni ambientaliste territoriali e del PRC. Il comunicato era stato pubblicato dalla stampa provinciale suscitando vasta eco. Pochi giorni prima del 23 luglio Marranghello, durante una manifestazione nel vicino paese di Terranova, annunciava di aver rinunciato a costruire l'inceneritore. Con ogni probabilità si era reso conto della bufera che si stava avvicinando e ha tentato di parare il colpo, depotenziando sul nascere le iniziative degli anarchici. In altre parole il solo annuncio della manifestazione è bastato a far fare retromarcia all'amministrazione sanlorenzana.
Anche a Spezzano la giunta temeva il comizio, al punto di tentare il boicottaggio, annunciandone prima un altro in contemporanea e poi ripiegando sulla decisione di organizzare in quattro e quattr'otto una manifestazione equina lo stesso giorno. Le questioni sul tappeto erano diverse e tutte molto scottanti. Oltre all'opposizione all'inceneritore stava infatti crescendo la lotta contro la centrale Telecom che sorge nel centro del paese. A ciò si aggiungeva la forte tensione causata dalla guerra scatenata da Israele contro il Libano, che vedeva la comunità di Spezzano emotivamente coinvolta in prima persona. Una spezzanese, da molti anni residente nei pressi di Tiro con il marito libanese e i figli, era appena riuscita ad arrivare in paese con i figli, dopo una lunga odissea per sfuggire ai bombardamenti. Il resoconto della sua esperienza, fatto agli anarchici poche ore prima del comizio, è stato uno degli elementi forti di un'iniziativa che si è connotata per la forte carica antimilitarista.
Il comizio si apre con l'intervento di Antonio Nociti che sottolinea il dibattito sempre vivace a Spezzano grazie alla presenza anarchica, un dibattito popolare che denuncia il mercato elettorale e il nullo potere di chi vota delegando ad altri la rappresentanza portando la gente a lottare in prima persona.
Tocca poi i temi dell'antifascismo e i casi di Milano e di Torino, quelli dell'immigrazione e della lotta ai cpt, le lotte nel mondo del lavoro e il comunalismo libertario e la denuncia della neolingua del dominio che fa passare le azioni di guerra quotidiana contro popolazioni inermi come missioni di pace. Annuncia infine il progetto di archivio-biblioteca che presto verrà aperto nella sede della locale Federazione.
Prende poi la parola Deborah De Rosa che si sofferma sull'impegno antimilitarista della FAI e dell'anarchismo sociale denunciando tutte le guerre in corso, e soprattutto sulla barbarie bellica che si era abbattuta anche in terra libanese.
Denuncia l'ipocrita pacifismo istituzionale di "sinistra" in Italia, in cerca di voti antimilitaristi nel corso dell'ultima campagna elettorale ed oggi comodamente seduto sul trono della ormai guerrafondaia presidenza della camera dei deputati.
Illustra la coerente e chiara proposta degli anarchici che combatte contro tutte le guerre, contro tutti gli eserciti, contro tutte le frontiere e stati per una società di libere comunità che si autogovernano in rete. Ed a tal proposito un riferimento doveroso lo rivolge alle realizzazioni anarchiche in campo sociale nel corso della rivoluzione spagnola del 1936, di cui quest'anno ricorre il settantesimo anniversario.
Vincenzo Giordano di San Lorenzo del Vallo informa il pubblico sulla questione termovalorizzatore denunciando i pericoli per l'ambiente e la salute pubblica. Sfida inoltre Marranghello a confrontarsi con la popolazione sanlorenzana.
Il comizio si conclude con l'intervento Domenico Liguori che, aperto da una forte denuncia contro la guerra, informava minuziosamente i cittadini sul colloquio avuto con la concittadina spezzanese che la barbarie bellica l'aveva vista con i propri occhi e subita in maniera inerme al pari di tutta la popolazione civile.
Riferisce dei volantini israeliani che hanno preceduto l'attacco dove si leggeva che sarebbero state colpite solo le case degli hezbollah mentre in realtà tutto il sud del Libano e soprattutto la zona di Tiro erano state completamente distrutte, mentre un migliaio di morti giacevano sotto le macerie. Riferisce della latitanza "umanitaria" dell'ambasciata italiana nonché dell'abominevole propaganda messa sull'aereo Alitalia che aspettava a Cipro i cittadini italiani, dove si leggeva che l'aereo era stato messo a disposizione dal Ministro degli esteri D'Alema. Riferisce sull'angoscia provocata dai bombardamenti inaspettati, domandandosi come mai alle scaramucce quotidiane tra esercito israeliano e hezbollah, questa volta si fosse ricorso a veri e propri bombardamenti bellici da parte israeliana.
Dalla questione internazionale l'intervento di Liguori si è poi spostato sulle tematiche locali denunciando gli scandali amministrativi relativi alla questione delle Terme e dell'inceneritore.
In merito alle Terme dopo aver ricordato le grandi battaglie sociali degli anarchici e dell'associazionismo locale protese alla loro appropriazione comunitaria, denuncia l'appalto ad hoc consumatosi nelle sagrestie comunali che ha consegnato le Terme spezzanesi alla società che le aveva già temporaneamente in gestione. Ma soprattutto denuncia l'ennesima vergogna amministrativa che vede oggi l'assessore comunale alla pubblica istruzione, estetista di professione, chiudere bottega per diventare dipendente dell'impresa alla quale l'amministrazione comunale ha affidato la gestione termale, senza che un briciolo di dignità personale e di rispetto nei confronti dei suoi elettori la inducessero almeno a rassegnare le dimissioni da assessore. Senza che un briciolo di dignità personale e di rispetto sempre nei confronti degli elettori inducessero il sindaco a destituirla dall'incarico. Certo, due stipendi, di cui uno da assessore ed uno da dipendente, fanno comodo, in barba al disagio sociale che vivono parecchie famiglie spezzanesi.
Nel giorni successivi al comizio la stampa provinciale titola così i propri articoli: "Spezzano Albanese e gli anarchici: un binomio politico ormai consolidato all'insegna del confronto e della denuncia sociale", "Il prepotente e fragoroso ritorno degli anarchici. Impietosi e fuori dal coro, come sempre. Il comizio tenuto a Piazza Matteotti è stata una superba e dura sintesi di municipalismo, partecipazione popolare e protesta.". Intanto a Spezzano si prepara la lotta contro la centrale Telecom.
Da un lungo comunicato della Federazione Anarchica "Spixana"

Ragusa: indietro non si torna

Nonostante il secco "no" della cittadinanza alla posa di una statua dedicata al fascista Pennavaria, il sindaco Dipasquale pare intenzionato a far arrivare in città la statua del gerarca.
In merito il gruppo anarchico di Ragusa, tra i protagonisti della campagna di informazione e lotta contro l'ennesima operazione di revisionismo della memoria, ha emesso un comunicato di cui riportiamo alcuni passaggi. "Volersi accollare la responsabilità di far giungere la statua del gerarca fascista Pennavaria a Ragusa, e di trovare un sito ove ubicarla, è infatti provocatorio non solo verso quelle migliaia di cittadini che quattro anni fa si opposero strenuamente al progetto della giunta Arezzo, ma è soprattutto un oltraggio alla memoria di tutte le vittime del fascismo, a partire dai contadini trucidati il 9 aprile 1921 dalle squadre fasciste capitanate dal Pennavaria stesso.
L'antifascismo è un valore che non si può manipolare a piacimento: o si rispetta o si nega. Pennavaria fa parte di un passato buio della nostra città che la popolazione, la cultura, la storia hanno regolato. Per questo gli anarchici, che sono stati gli iniziatori del movimento contro la statua, si opporranno strenuamente al tentativo di riaprire questa pagina; sin da ora facciamo appello a tutte le componenti che diedero vita alla costituzione del Comitato anti-Pennavaria prima e ad Ag.af.ar. dopo, perché intensifichino la vigilanza antifascista e siano pronti a dare battaglia contro la scelta dell'amministrazione Dipasquale.
La città ha tanti problemi di disagio sociale, mancanza di lavoro, aumento di tributi, scempi urbani e ambientali (dal parcheggio di piazza stazione allo smaltimento dell'amianto), mancanza di infrastrutture, ed è esemplare come si vogliano spendere soldi pubblici per un'operazione di nostalgia post-fascista che, oltre tutto, getterà una cattiva immagine su Ragusa.
Il bronzo si può sempre squagliare e riutilizzare: proponiamo un concorso d'idee per un uso a fini pubblici del materiale della statua, e l'apertura di un dibattito storico-politico sul fascismo a Ragusa, per sgombrare il campo da ulteriori e futuri equivoci.
Info Antifa

Carrara: "Ciao Alfo" un anno dopo

I compagni del Gruppo Germinal e della Cooperativa Tipolitografica hanno deciso di ricordare Alfonso Nicolazzi nel primo anniversario della sua morte nel modo e nel luogo più adatto al caso: organizzando una bicchierata del cortile della Tipografia.
È bastato un semplice passaparola fra i conoscenti un paio di giorni prima e qualche manifestino affisso martedì sera nei punti "chiave" di Carrara, perché mercoledì 13 settembre, al termine della spedizione di Umanità Nova, confluisse in via san Piero un nutrito numero di persone fra compagni, amici, parenti e semplici conoscenti.
Qualcuno addirittura non aveva saputo niente, era semplicemente passato di li perché essendo trascorso un anno veniva a fare un saluto... Svariati sono stati i messaggi di affetto da parte di chi non ha potuto presenziare personalmente.
Dalle sette di sera per oltre due ore, via San Piero è stata affollata a tal punto che le macchine dopo un po' hanno rinunciato al transito e mestamente facevano marcia indietro.
All'interno del cortile era posta una damigiana di vino "della contadina", il preferito di Alfo, offerto dai compagni della Tipografia e su un tavolo delle focacce offerte dalla vicina pizzeria di Michele e Laura. Un brindisi popolare, da strada, e canti anarchici hanno aiutato a superare un po' il groppo in gola dei convenuti per questa palpabile assenza.
E mentre il piccolo Mirto affacciatosi al mondo pochi giorni dopo la morte di suo nonno, a suo modo protestava, forse per la confusione, forse per i canti sguaiati, di chi magari stonato, o magari un po' alticcio non ha voluto comunque rinunciare a far parte del coro del Vieni O Maggio, dall'alto della Tipografia sventolava fiera la bandiera del Germinal fin dalla mattinata...
Si torna a ripensare collettivamente ad organizzare una cena per fare una sottoscrizione al giornale per il sabato sera, idea originale che però era stata accantonata per "problemi logistici", ed ecco chi si offre per fornire e cucinare la capra, chi la polenta, chi il vino, chi l'olio, chi la macedonia... il sabato sera ci ritroviamo quindi tutti quanti al Germinal...
Grazie Alfo, viva l'Anarchia, non ti dimenticheremo mai!
Raffaella

I compagni e le compagne della redazione si uniscono ai tanti che, in giro per l'Italia, hanno voluto, con un brindisi o con una quelle soste che talora la memoria di chi ci ha lasciato impone, ricordare Alfo ad un anno dalla sua prematura scomparsa. Ciao Alfo!

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