Nei primi giorni di settembre si è tenuta a Parma la nona
edizione dell'Hackmeeting, la più importante iniziativa
autogestita nella quale si incontrano gli appassionati di computer e
non solo [1]. Infatti, contrariamente a quello che si
potrebbe credere, i termini "hacker" ed "hacking" possono applicarsi a
tutte le persone che non vogliono subire passivamente il peso della
società dell'informazione ma che preferiscono imparare a
"mettere le mani" dentro al giocattolo per smontarlo e rimontarlo per
farne un uso diverso.
Per tale motivo, durante gli hackmeeting, accanto agli immancabili seminari tecnici [2]
per addetti ai lavori ci sono sempre altri momenti collettivi, molto
più accessibili anche per chi non è un mago del computer
e che trattano di argomenti più che attuali: le norme sul
copyright, la riservatezza e il controllo delle comunicazioni e via
elencando. Il tutto organizzato, in modo completamente autogestito e
senza sponsor, in una struttura, quest'anno occupata per l'occasione in
collaborazione con un gruppo di compagni di Parma [3].
Alcune delle tematiche delle quali si è discusso
nell'Hackmeeting meritano una maggiore attenzione anche fuori da quel
ristretto ambito e di seguito proviamo a fornire qualche spunto di
riflessione in tale direzione.
Stando ad una notizia recente [4], un ispettore della
SIAE è arrivato a contestare ad un gruppo di bambini di
Chernobyl (ospiti in Italia) di aver cantato in una festa senza aver
chiesto la prevista autorizzazione (e pagato le relative gabelle...).
Episodi del genere forniscono un esempio del punto al quale sono
arrivare le norme che, a parole, dovrebbero garantire un guadagno a chi
produce opere dell'ingegno ma che, in pratica, contribuiscono
principalmente ad alimentare un clima di repressione sociale.
La lotta contro il sistema dei brevetti e del copyright passa
attualmente attraverso due strade principali: da una parte esiste una
vasta rete di persone che si scambiano (senza scopi commerciali)
musica, film e programmi e dall'altra nascono e si diffondono
iniziative per la produzione e la circolazione di materiali liberi dai
bollini di Stato [5].
Termini come "Creative Commons" o "Copyleft" [6] sono
sempre più comuni, su Internet ma non solo, e rappresentano una
risposta al sistema del capitale che mercifica ogni aspetto della
nostra vita. Il tentativo è quello di diffondere l'uso di
"licenze" che favoriscano l'interscambio culturale, la collaborazione,
la diffusione e la condivisione delle informazioni e del sapere.
L'esatto contrario del sistema dei brevetti e del copyright che si basa
sul controllo, sulla repressione e sulla competizione economica. Un
sistema che, oltretutto, riguarda non solo il settore del divertimento
ma anche, per esempio, l'agricoltura e la medicina.
Un campo questo dove gli anarchici, da sempre impegnati a favore della
massima libertà di espressione, troverebbero sicuramente lo
spazio per portare il loro contributo.
Col passare degli anni la Rete Internet è diventata sempre
più il canale principale di comunicazione tra le persone e,
parallelamente, il controllo su questo è diventato sempre
più stretto ed oppressivo. L'Italia, nonostante i media
continuino a scandalizzarsi per la censura della comunicazione in Cina,
è uno dei pochi paesi dove chi vuole accedere ad Internet da un
posto pubblico deve farsi identificare e schedare [7].
Contro questa politica si sono sviluppate diverse modalità di lotta.
La prima, collettiva, che si basa sul lavoro di gruppi ed associazioni [8]
che forniscono informazioni, strumenti ed infrastrutture tecniche per
difenderci dalle orecchie del "grande fratello". Si tratta di
collettivi autogestiti ed autofinanziati che, proprio per questa loro
natura, sono spesso entrati nel mirino della repressione.
Ma quella contro il controllo della comunicazione è una lotta
che viene portata avanti anche singolarmente. Esistono diversi
strumenti, utilizzabili su Internet, a disposizione di chi non gradisce
che le sue comunicazioni siano spiate da chiunque [9].
È sempre più facile, anche per il singolo non esperto,
utilizzare programmi di posta che garantiscono un minimo di
riservatezza ai propri messaggi [10], lo stesso
discorso vale per coloro che intendono gironzolare sul web senza essere
costretti a lasciare in ogni sito informazioni personali [11].
In questo settore, oltre alle tematiche legate principalmente alla
difesa della riservatezza, si è avuto un interessante sviluppo
delle tecnologie rivolte al miglioramento degli strumenti di
comunicazione e di discussione. È sempre più facile, per
i singoli ed i gruppi, pubblicare direttamente su Internet materiali
informativi; la moda dei "blog" è arrivata a coinvolgere (anche
in Italia) decine di migliaia di persone e i cloni di Indymedia ormai
non si contano.
Resta da vedere se questo aumento esponenziale della comunicazione
libera che, almeno per il momento, non sempre passa dal mondo virtuale
a quello reale, riuscirà ad avere la meglio sui nemici di
sempre. Sicuramente vale la pena di lavorare perché questa
possibilità si concretizzi.
Pepsy
Note
[1] Quello di Parma è stato un incontro
più che riuscito. Alcuni resoconti personali si possono leggere
sulla lista "hackmeeting"
http://lists.autistici.org/list/hackmeeting.html
[2] Sul sito http://www.hackmeeting.org/ si può
trovare un elenco, parziale, dei seminari che si sono tenuti a Parma ed
anche, per alcuni di essi, un po' di materiale informativo.
[3] Una simpatica cronaca dei problemi legati
all'occupazione si può leggere qui
http://cavallette.autistici.org/2006/09/247
[4] La fonte è il
http://www.anti-phishing.it/news/articoli/news.04092006.php che riporta
una notizia comparsa su una edizione locale di "la Repubblica"
[5] Nella maggior parte dei casi si tratta di musica
prodotta da singoli e gruppi non collegati alla grande industria
discografica. Una interessante iniziativa internazionale qui
http://www.archive.org/details/netlabels
[6] Uno dei migliori punti di partenza per saperne di
più sulle licenze "no copyright" è
http://copydown.inventati.org/
[7] Vedi UN n.27 (2005) e n.31 (2005).
[8] Per esempio http://www.inventati.org
[9] La maggior parte dei siti segnalati in queste note si occupa anche di questo aspetto.
[10] Per esempio http://www1.autistici.org/loa//web/doc/enigmail/
[11] Per esempio http://tor.eff.org/index.html.it