Umanità Nova, n 29 del 24 settembre 2006, anno 86

Hackmeeting
Non solo computer

Nei primi giorni di settembre si è tenuta a Parma la nona edizione dell'Hackmeeting, la più importante iniziativa autogestita nella quale si incontrano gli appassionati di computer e non solo [1]. Infatti, contrariamente a quello che si potrebbe credere, i termini "hacker" ed "hacking" possono applicarsi a tutte le persone che non vogliono subire passivamente il peso della società dell'informazione ma che preferiscono imparare a "mettere le mani" dentro al giocattolo per smontarlo e rimontarlo per farne un uso diverso.
Per tale motivo, durante gli hackmeeting, accanto agli immancabili seminari tecnici [2] per addetti ai lavori ci sono sempre altri momenti collettivi, molto più accessibili anche per chi non è un mago del computer e che trattano di argomenti più che attuali: le norme sul copyright, la riservatezza e il controllo delle comunicazioni e via elencando. Il tutto organizzato, in modo completamente autogestito e senza sponsor, in una struttura, quest'anno occupata per l'occasione in collaborazione con un gruppo di compagni di Parma [3].
Alcune delle tematiche delle quali si è discusso nell'Hackmeeting meritano una maggiore attenzione anche fuori da quel ristretto ambito e di seguito proviamo a fornire qualche spunto di riflessione in tale direzione.
Stando ad una notizia recente [4], un ispettore della SIAE è arrivato a contestare ad un gruppo di bambini di Chernobyl (ospiti in Italia) di aver cantato in una festa senza aver chiesto la prevista autorizzazione (e pagato le relative gabelle...). Episodi del genere forniscono un esempio del punto al quale sono arrivare le norme che, a parole, dovrebbero garantire un guadagno a chi produce opere dell'ingegno ma che, in pratica, contribuiscono principalmente ad alimentare un clima di repressione sociale.
La lotta contro il sistema dei brevetti e del copyright passa attualmente attraverso due strade principali: da una parte esiste una vasta rete di persone che si scambiano (senza scopi commerciali) musica, film e programmi e dall'altra nascono e si diffondono iniziative per la produzione e la circolazione di materiali liberi dai bollini di Stato [5].
Termini come "Creative Commons" o "Copyleft" [6] sono sempre più comuni, su Internet ma non solo, e rappresentano una risposta al sistema del capitale che mercifica ogni aspetto della nostra vita. Il tentativo è quello di diffondere l'uso di "licenze" che favoriscano l'interscambio culturale, la collaborazione, la diffusione e la condivisione delle informazioni e del sapere.
L'esatto contrario del sistema dei brevetti e del copyright che si basa sul controllo, sulla repressione e sulla competizione economica. Un sistema che, oltretutto, riguarda non solo il settore del divertimento ma anche, per esempio, l'agricoltura e la medicina.
Un campo questo dove gli anarchici, da sempre impegnati a favore della massima libertà di espressione, troverebbero sicuramente lo spazio per portare il loro contributo.
Col passare degli anni la Rete Internet è diventata sempre più il canale principale di comunicazione tra le persone e, parallelamente, il controllo su questo è diventato sempre più stretto ed oppressivo. L'Italia, nonostante i media continuino a scandalizzarsi per la censura della comunicazione in Cina, è uno dei pochi paesi dove chi vuole accedere ad Internet da un posto pubblico deve farsi identificare e schedare [7].
Contro questa politica si sono sviluppate diverse modalità di lotta.
La prima, collettiva, che si basa sul lavoro di gruppi ed associazioni [8] che forniscono informazioni, strumenti ed infrastrutture tecniche per difenderci dalle orecchie del "grande fratello". Si tratta di collettivi autogestiti ed autofinanziati che, proprio per questa loro natura, sono spesso entrati nel mirino della repressione.
Ma quella contro il controllo della comunicazione è una lotta che viene portata avanti anche singolarmente. Esistono diversi strumenti, utilizzabili su Internet, a disposizione di chi non gradisce che le sue comunicazioni siano spiate da chiunque [9]. È sempre più facile, anche per il singolo non esperto, utilizzare programmi di posta che garantiscono un minimo di riservatezza ai propri messaggi [10], lo stesso discorso vale per coloro che intendono gironzolare sul web senza essere costretti a lasciare in ogni sito informazioni personali [11].
In questo settore, oltre alle tematiche legate principalmente alla difesa della riservatezza, si è avuto un interessante sviluppo delle tecnologie rivolte al miglioramento degli strumenti di comunicazione e di discussione. È sempre più facile, per i singoli ed i gruppi, pubblicare direttamente su Internet materiali informativi; la moda dei "blog" è arrivata a coinvolgere (anche in Italia) decine di migliaia di persone e i cloni di Indymedia ormai non si contano.
Resta da vedere se questo aumento esponenziale della comunicazione libera che, almeno per il momento, non sempre passa dal mondo virtuale a quello reale, riuscirà ad avere la meglio sui nemici di sempre. Sicuramente vale la pena di lavorare perché questa possibilità si concretizzi.

Pepsy


Note

[1] Quello di Parma è stato un incontro più che riuscito. Alcuni resoconti personali si possono leggere sulla lista "hackmeeting" http://lists.autistici.org/list/hackmeeting.html
[2] Sul sito http://www.hackmeeting.org/ si può trovare un elenco, parziale, dei seminari che si sono tenuti a Parma ed anche, per alcuni di essi, un po' di materiale informativo.
[3] Una simpatica cronaca dei problemi legati all'occupazione si può leggere qui http://cavallette.autistici.org/2006/09/247
[4] La fonte è il http://www.anti-phishing.it/news/articoli/news.04092006.php che riporta una notizia comparsa su una edizione locale di "la Repubblica"
[5] Nella maggior parte dei casi si tratta di musica prodotta da singoli e gruppi non collegati alla grande industria discografica. Una interessante iniziativa internazionale qui http://www.archive.org/details/netlabels
[6] Uno dei migliori punti di partenza per saperne di più sulle licenze "no copyright" è http://copydown.inventati.org/
[7] Vedi UN n.27 (2005) e n.31 (2005).
[8] Per esempio http://www.inventati.org
[9] La maggior parte dei siti segnalati in queste note si occupa anche di questo aspetto.
[10] Per esempio http://www1.autistici.org/loa//web/doc/enigmail/
[11] Per esempio http://tor.eff.org/index.html.it

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