Mentre ancora venerdì 8 settembre le forze militari israeliane avevano impedito la consueta manifestazione settimanale a Bil'in contro il muro e l'occupazione, a partire da venerdì 15 l'atteggiamento dei militari è lievemente cambiato, soprattutto grazie alla diffusione di un video che denunciava la brutale repressione della polizia di frontiera contro i manifestanti trasmesso dal secondo canale della TV israeliana. I militari non hanno dichiarato illegale la manifestazione e non hanno tentato di disperdere i partecipanti, nonostante i decisi tentativi per impedire agli stessi di percorrere la strada che porta verso il muro. La manifestazione di venerdì 23 settembre è avvenuta due giorni dopo la festa, tenuta presso il "Centro per la lotta congiunta per la pace" (costruito nei terreni che si vorrebbero espropriare per mezzo del muro), organizzata per Lymor Goldstein, l'attivista degli Anarchici Contro il Muro che era stato gravemente ferito il mese scorso e che è stato recentemente dimesso dall'ospedale nel quale era stato sottoposto ad un intervento chirurgico eseguito per estrargli dalla testa il proiettile di piombo rivestito in gomma sparato da un militare delle forze israeliane (vedi "Israele/Palestina: gli "Anarchici contro il muro", le azioni, la repressione. In lotta contro la guerra e l'apartheid" in Umanità Nova n. 26, 3 settembre 2006, http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2006/un26/art4357.html). Dopo la manifestazione non-violenta, i militari hanno tentato di usare i dimostranti come scudi umani per proteggersi dalla sassaiola messa in atto dai "lanciatori di pietre". Nonostante i colpi dei manganelli e le minacce di arresto da parte dei militari, i manifestanti sono riusciti a divincolarsi e a tornare al villaggio.
Fonte: a-infos
a cura di Silvestro