La legge finanziaria, varata la scorsa settimana dal Consiglio dei
Ministri, è stata presentata come una manovra a favore dei
"più deboli", riconoscendo in tal modo che la situazione
economica di larga parte della popolazione è arrivata ad un
punto insostenibile. Ma difficilmente i provvedimenti previsti
riusciranno a porre rimedio a tale stato di cose.
La grancassa mediatica ha battuto con forza sulla questione fiscale,
puntando i riflettori sull'aumento dell'aliquota per i redditi annui
superiori a 70 mila euro e sulla diminuzione per quelli inferiore a 40
mila. Un vero e proprio tormentone sostenuto da una trovata ad effetto
del Prc che ha diffuso una pubblicità intitolata "Anche i ricchi
piangano".
I ricchi (quei pochi che pagano le tasse) forse verseranno qualche
lacrima ma i più poveri non rideranno di certo, visto che le
aliquote per i redditi davvero bassi restano inalterate mentre vengono
aumentate quelle per le fasce di reddito medio-basse. Oltretutto in
questa “diminuzione” delle tasse saranno compresi anche i
tanto decantati benefici del taglio del “cuneo fiscale”.
Comunque gli eventuali spiccioli che entreranno nelle tasche dei
lavoratori usciranno subito in direzione di Comuni e Regioni che
aumenteranno le tasse “locali” per recuperare i miliardi di
finanziamento tagliati dal Governo. Siamo davanti al solito giochetto
di dare con una mano e di riprendere con l'altra e, nel migliore dei
casi, le famiglie potrebbero uscirne in pari. Ma anche questa
eventualità è una illusione in quanto, contemporaneamente
alla finanziaria, sono stati annunciati i soliti aumenti delle tariffe
dell'elettricità e del gas.
L'insistenza sulla riduzione delle tasse e sui provvedimenti più
demagogici (tipo la “tassa sui SUV” o la rottamazione dei
frigoriferi) serve anche a tenere in secondo piano la parte della
finanziaria meno popolare, vale a dire le stangate che colpiranno
settori, come quello della sanità, per la quale è
previsto un taglio di 3 miliardi di euro che corrisponderà ad
una diminuzione dei servizi gratuiti attraverso l'introduzione di
ticket sulle prestazioni (meno urgenti) di pronto soccorso, sulla
diagnostica e sui medicinali.
I dipendenti pubblici, che attendono da mesi il rinnovo del contratto,
problema che aveva dato non pochi grattacapi ai ragionieri al governo,
si ritroveranno (forse...) con qualche euro in più da una parte
ma con l'anticipo del furto del trattamento di fine rapporto che
avverrà a partire dal luglio 2007 invece che dal gennaio 2008.
L'aumento dei contributi previdenziali che colpisce non solo i
lavoratori autonomi ma anche la massa dei precari si tradurrà,
per questi ultimi, in una diminuzione di stipendio in quanto i datori
di lavoro scaricheranno sicuramente questo aumento sulle loro buste
paga.
Questi, per sommi capi, alcuni dei provvedimenti contenuti nella
finanziaria, una legge con l'elastico, una manovra che da una parte
concede e dall'altra toglie, una serie di provvedimenti tesi
principalmente a riportare l'economia italiana all'interno dei
parametri dell'Unione Europea. Un segno della sconfitta degli
economisti che avrebbero preferito aumentare la spesa pubblica al fine
di rilanciare la domanda interna e quindi la produzione e l'occupazione.
I sindacati di stato, che saranno chiamati a svolgere il solito ruolo
di pompieri delle lotte sociali, hanno già fatto sapere che il
testo non gli dispiace, mentre i padroni si sono infuriati per la parte
che prevede lo spostamento verso l'INPS di una parte dei soldi del tfr.
L'opposizione di centro-destra ha da parte sua annunciato fuoco e
fiamme.
La proposta dovrà passare ora all'esame del Parlamento, dove
potrebbe subire - attraverso il classico “assalto alla
diligenza” - anche notevoli cambiamenti. Solo in quel momento si
vedrà, da una parte il tipo di “armi” che
metterà in campo il centro-destra e, soprattutto, la tenuta
della coalizione al governo che si gioca su questa legge una delle sue
possibilità di sopravvivenza.
Pepsy