Umanità Nova, n 31 dell'8 ottobre 2006, anno 86

Governo e la finanziaria
Il gioco delle tre carte

La legge finanziaria, varata la scorsa settimana dal Consiglio dei Ministri, è stata presentata come una manovra a favore dei "più deboli", riconoscendo in tal modo che la situazione economica di larga parte della popolazione è arrivata ad un punto insostenibile. Ma difficilmente i provvedimenti previsti riusciranno a porre rimedio a tale stato di cose.
La grancassa mediatica ha battuto con forza sulla questione fiscale, puntando i riflettori sull'aumento dell'aliquota per i redditi annui superiori a 70 mila euro e sulla diminuzione per quelli inferiore a 40 mila. Un vero e proprio tormentone sostenuto da una trovata ad effetto del Prc che ha diffuso una pubblicità intitolata "Anche i ricchi piangano".
I ricchi (quei pochi che pagano le tasse) forse verseranno qualche lacrima ma i più poveri non rideranno di certo, visto che le aliquote per i redditi davvero bassi restano inalterate mentre vengono aumentate quelle per le fasce di reddito medio-basse. Oltretutto in questa “diminuzione” delle tasse saranno compresi anche i tanto decantati benefici del taglio del “cuneo fiscale”. Comunque gli eventuali spiccioli che entreranno nelle tasche dei lavoratori usciranno subito in direzione di Comuni e Regioni che aumenteranno le tasse “locali” per recuperare i miliardi di finanziamento tagliati dal Governo. Siamo davanti al solito giochetto di dare con una mano e di riprendere con l'altra e, nel migliore dei casi, le famiglie potrebbero uscirne in pari. Ma anche questa eventualità è una illusione in quanto, contemporaneamente alla finanziaria, sono stati annunciati i soliti aumenti delle tariffe dell'elettricità e del gas.
L'insistenza sulla riduzione delle tasse e sui provvedimenti più demagogici (tipo la “tassa sui SUV” o la rottamazione dei frigoriferi) serve anche a tenere in secondo piano la parte della finanziaria meno popolare, vale a dire le stangate che colpiranno settori, come quello della sanità, per la quale è previsto un taglio di 3 miliardi di euro che corrisponderà ad una diminuzione dei servizi gratuiti attraverso l'introduzione di ticket sulle prestazioni (meno urgenti) di pronto soccorso, sulla diagnostica e sui medicinali.
I dipendenti pubblici, che attendono da mesi il rinnovo del contratto, problema che aveva dato non pochi grattacapi ai ragionieri al governo, si ritroveranno (forse...) con qualche euro in più da una parte ma con l'anticipo del furto del trattamento di fine rapporto che avverrà a partire dal luglio 2007 invece che dal gennaio 2008. L'aumento dei contributi previdenziali che colpisce non solo i lavoratori autonomi ma anche la massa dei precari si tradurrà, per questi ultimi, in una diminuzione di stipendio in quanto i datori di lavoro scaricheranno sicuramente questo aumento sulle loro buste paga.
Questi, per sommi capi, alcuni dei provvedimenti contenuti nella finanziaria, una legge con l'elastico, una manovra che da una parte concede e dall'altra toglie, una serie di provvedimenti tesi principalmente a riportare l'economia italiana all'interno dei parametri dell'Unione Europea. Un segno della sconfitta degli economisti che avrebbero preferito aumentare la spesa pubblica al fine di rilanciare la domanda interna e quindi la produzione e l'occupazione.
I sindacati di stato, che saranno chiamati a svolgere il solito ruolo di pompieri delle lotte sociali, hanno già fatto sapere che il testo non gli dispiace, mentre i padroni si sono infuriati per la parte che prevede lo spostamento verso l'INPS di una parte dei soldi del tfr. L'opposizione di centro-destra ha da parte sua annunciato fuoco e fiamme.
La proposta dovrà passare ora all'esame del Parlamento, dove potrebbe subire - attraverso il classico “assalto alla diligenza” - anche notevoli cambiamenti. Solo in quel momento si vedrà, da una parte il tipo di “armi” che metterà in campo il centro-destra e, soprattutto, la tenuta della coalizione al governo che si gioca su questa legge una delle sue possibilità di sopravvivenza.

Pepsy

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