Umanità Nova, n 31 dell'8 ottobre 2006, anno 86

Torino: la ramazza dei Chiampa Boys
Omicidi in "nero"

Due spacciatori senegalesi che cercano di fuggire ad una retata di carabinieri muoiono annegati, a Torino. Il corpo di uno è, mentre scriviamo, già stato recuperato, mentre dell'altro ancora nulla. Questa città ha già visto vicende del genere, nel corso del 2005, durante controlli di vigili urbani carabinieri o polizia finiti con immigrati precipitati da tetti e davanzali, annegati nel Po, colpiti da un proiettile partito accidentalmente. Il centro di permanenza temporanea di C.so Brunelleschi ha visto continue rivolte, fughe di massa, repressione ed ora viene ampliato distruggendo un contiguo polmone verde della città. Immigrati e spaccio: un tormentone della stampa locale, poco propensa a interrogarsi sulla domanda (di stupefacenti) e solo pronta a sparare sull'offerta, gestita, a seconda delle zone della città, da maghrebini, senegalesi o nigeriani. Del resto, in questa città si sta creando una miscela esplosiva. La legislazione repressiva e restrittiva in tema di immigrazione e di sostanze stupefacenti spinge larghi strati di stranieri, soprattutto extracomunitari, verso l'illegalità: se non è possibile o difficile trovare un lavoro legale e pagato correttamente, da qualche parte un lavoretto da fare lo si trova. Spingere lontano dalle vetrine del centro, della Torino sempre olimpica, tutto ciò che disturba lo sguardo, fa sì che la parte sgradevole della società si sposti in altre zone, finché non crea abbastanza disturbo. A non risolvere i problemi, questi si incancreniscono e servono alla politica come palestre per appelli alla proverbiale legge&ordine e ad esercitazioni di rispetto della legalità (da quali pulpiti…). La sceneggiatura di quest'ultimo omicidio è facilmente individuabile, così come le azioni dei singoli protagonisti. Viene montato lo spettacolo e che ci scappi il morto è solo questione di tempo. Così come è questione di tempo il fatto che monti la rabbia dei cittadini. Così che i poveracci più poveracci si incazzino con quei negri che sporcano e rompono le palle. È sempre utile avere qualche soggetto brutto sporco e cattivo, possibilmente nero, da offrire in pasto all'opinione pubblica. Che il potere nella nostra società si regga sulla paura, inoculata giorno per giorno (Torino come Baghdad o Kabul o Beirut?) è diventato fin osservazione banale. Sfruttamento dell'uomo sull'uomo, odio, rabbia, livore, del ricco e del poveraccio verso qualcuno ancor più poveraccio o comunque sgradevole, stanno diventando, stanno tornando ad essere, cifra quotidiana, aria che si respira, in un paese che invecchia male, arroccato e avvinghiato a quel poco che gli resta, incapace di liberarsi dalla bestia sulla spalla che gli sussurra all'orecchio: odio, odio, odio… Questa è la Torino del sindaco Chiamparino ultras del TAV, la Torino lustra e splendente che cova sentimenti nascosti nella parte peggiore di sé, in quel cuore nero che negli anni '50 e '60 scriveva non si affitta ai meridionali e fa invocare oggi il pugno di ferro contro chiunque cerca qui, come può, un'altra vita.

Giuseppe Salasso

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