Umanità Nova, n 31 dell'8 ottobre 2006, anno 86

Paranoia, barbarie e violenza domestica
Il nemico dentro casa

Greenleaf è tranquillo paesello dell'Idaho, fondato dai quaccheri ed intitolato a John Greenleaf Whittier (noto abolizionista e poeta quacchero), nascosto sulle collinette fra i monti Owyhee al confine con l'Oregon, dove l'unico crimine violento registrato dalla polizia negli ultimi due decenni è stata una scazzottata. Presto, tuttavia, andare in giro senza armi potrebbe diventare un reato. Il consigliere comunale Steven Jett (ex vice sceriffo di contea ed attuale direttore del riformatorio dello stato) ha presentato un'ordinanza per obbligare tutti i capofamiglia a possedere un'arma, tenere in casa le munizioni, e sottoporsi a sedute di addestramento periodico per imparare ad usarla, naturalmente "per combattere il crimine".
Nonostante la evidente assurdità della proposta (a Greenleaf la criminalità è già zero, e quindi non è possibile farla scendere oltre), Jett spera di metterla nero su bianco fra le leggi comunali, anche perché la sua trovata lo ha fatto diventare una piccola star dei talk show televisivi più devoti alla santa trinità Legge Ordine e Paranoia, dove ha potuto assicurare i suoi cittadini che «La criminalità sta arrivando anche da noi » ed ha dichiarato di aver preso la sua ispirazione da Kennesaw, cittadina della Georgia che già nel 1982 aveva obbligato i suoi abitanti ad armarsi e dove da allora i furti sarebbero "diminuiti del 200%" (un dato statistico piuttosto improbabile, visto che al massimo un fenomeno può diminuire del 100%, cioè scomparire). Le sue deliranti statistiche hanno comunque ridato fiato agli oppositori della sua ordinanza che hanno messo in rilievo come a Kennesaw (dove ci sono cartelli in strada per avvertire i ladri che in ogni casa troveranno un fucile o una pistola pronti a prenderli di mira) dal 1982 ad oggi ci sono stati ben 21 omicidi (tutti commessi con le armi d'obbligo in ogni casa), mentre nel ventennio precedente ce n'era stato solo uno. Quasi tutte le vittime di questi omicidi erano state uccise dai loro coniugi, dai loro parenti, dai loro colleghi o dai loro vicini nel corso di litigi degenerati in tragedia proprio per la disponibilità di armi che in teoria sarebbero dovute servire a difenderle "dai ladri". Il famoso giallista ed ex avvocato John Grisham (noto per le proprie posizioni garantiste) ha messo in luce lo stretto legame che esiste tra le ossessioni securitarie e l'aumento dei cosiddetti crimini familiari "i family crimes sono in aumento non solo perché ci sono sempre più armi nelle case americane, ma anche perché gli autori di quei delitti spesso feroci ed efferati ricevono un trattamento in qualche modo di favore nei tribunali e nei media... questi crimini vengono sottovalutati... a Houston lo stesso tribunale che ha condannato alla sedia elettrica un ragazzo di 19 anni per la morte di un poliziotto che era cascato da un cornicione per inseguirlo, ha condannato a vent'anni un uomo che aveva bruciato vivi la ex moglie ed il suo attuale compagno".
Al di là di tutta la pornografia securitaria che vorrebbe le nostre case eternamente assediate da orde di ladri e di spacciatori tutti zingari o "extracomunitari", mentre sui cieli ci sono altri cattivoni musulmani pronti a lanciarsi proprio sul nostro tetto con un Boeing appena dirottato, in realtà è l'aumento della violenza domestica che segna tragicamente il nostro tempo e a subire i danni di questa violenza sono soprattutto (per non dire quasi esclusivamente) le donne.
Secondo una ricerca diffusa nel 2003 dalla sezione dell'Organizzazione Mondiale della Sanità che si occupa di salute della famiglia e della comunità e frutto di uno studio basato sulle interviste di 24.000 donne in 10 paesi, una donna su sei nel mondo subisce o ha subito violenza domestica. Secondo il rapporto dell'OMS "la violenza domestica comprende tutti quegli abusi che avvengono in casa o nel contesto familiare. È la forma di violenza sulle donne più diffusa nel mondo.
Donne di ogni classe sociale, razza, religione ed età subiscono terribili abusi da parte degli uomini con i quali condividono le loro vite. La violenza domestica rappresenta una violazione del diritto delle donne all'integrità fisica e psicologica e si manifesta in varie forme: abusi fisici e psicologici, atti di violenza o tortura, stupro coniugale, incesto, matrimoni forzati o prematuri, crimini d'onore".
Questi dati, peraltro, sono quasi ottimisti se confrontati con quelli di Amnesty International secondo cui "più del 20% delle donne, a livello mondiale, ha subito abusi fisici e violenze sessuali". Per quanto una facile propaganda razzista confini questo fenomeno a quei barbari che abitano nel Sud del Mondo, Amnesty ricorda che solo nella nostra "civile" Europa in Belgio, oltre il 50% delle donne ha subito qualche forma di violenza all'interno della famiglia, mentre in Russia secondo dati governativi ogni anno 14 mila donne vengono uccise, gravemente ferite o violentate da partner o familiari. Nel Vecchio Continente sono piuttosto diffusi anche gli abusi e maltrattamenti sulle lavoratrici domestiche. Secondo Amnesty "in molti paesi le lavoratrici domestiche, generalmente di nazionalità straniera, sono maltrattate dai loro datori di lavoro. Molte di esse, derubate dei loro documenti, sono costrette a vivere in condizioni di lavoro forzato. Spesso si tratta di donne immigrate clandestinamente o vittime del traffico a scopo sessuale e che non hanno alcuna possibilità di tutela legale". Solo in Gran Bretagna fra il 1997 e il 1998 si sono verificati oltre 2000 casi di violenza fisica e sessuale contro collaboratrici domestiche.
Le cose non vanno meglio in Italia, dove nel solo 2004 (secondo il Rapporto Istat sulla sicurezza dei cittadini), vi sono stati ben 276 omicidi avvenuti in famiglia, che nel 63,2% dei casi hanno avuto come vittima una donna, spesso uccisa dal partner.
Di questi omicidi i telegiornali ne parlano spesso solo per mettere sullo stesso piano vittime e carnefici, descritti non come criminali, ma come prede di una qualche pazzia. I criminali quelli da additare al pubblico ludibrio sono sempre i soliti: "i ladri", gli extracomunitari, i dissidenti, "i drogati", gli zingari. Qualche lettore di UN dalla memoria lunga si ricorderà che nelle stesse ore in cui Erika e Omar confessavano l'atroce delitto di Novi Ligure, nelle strade della cittadina piemontese stava sfilando una fiaccolata organizzata dai neonazisti della Lega Nord per chiedere la cacciata degli albanesi.
Erika e Omar, infatti, avevano dato la colpa del loro crimine ad un ragazzo albanese che conoscevano di vista... Il giorno dopo la loro confessione, non vi fu nessuno che chiese per loro la pena di morte che era stata richiesta a gran voce per il presunto assassino albanese...
Nella triste e grigia Italia di oggi, le parole di M. R., un fabbro di 31 anni di Lecco che dopo aver ucciso la moglie (per "futili motivi riconducibili a problemi economici familiari", hanno scritto freddamente i giudici) e dopo quasi ammazzato anche la figlia più grande di 8 anni, ha detto consegnandosi ai carabinieri "Scusatemi ma ora devo andare a lavorare" segnano il vuoto del nostro tempo quasi quanto quelle della moglie di Vittorio Emmanuele di Savoia, che dopo l'arresto di questi per sfruttamento della prostituzione, ha detto del regale consorte (a suo tempo autore del famoso omicidio dell'Isola di Cavallo) "è un galantuomo, non s'è mai fatto neanche uno spinello". In fin dei conti, uccidere una persona (magari per rabbia) non è poi così grave. L'importante è non essere povero e straniero, non farsi le canne e andare a lavorare.

robertino

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