Greenleaf è tranquillo paesello dell'Idaho, fondato dai
quaccheri ed intitolato a John Greenleaf Whittier (noto abolizionista e
poeta quacchero), nascosto sulle collinette fra i monti Owyhee al
confine con l'Oregon, dove l'unico crimine violento registrato dalla
polizia negli ultimi due decenni è stata una scazzottata.
Presto, tuttavia, andare in giro senza armi potrebbe diventare un
reato. Il consigliere comunale Steven Jett (ex vice sceriffo di contea
ed attuale direttore del riformatorio dello stato) ha presentato
un'ordinanza per obbligare tutti i capofamiglia a possedere un'arma,
tenere in casa le munizioni, e sottoporsi a sedute di addestramento
periodico per imparare ad usarla, naturalmente "per combattere il
crimine".
Nonostante la evidente assurdità della proposta (a Greenleaf la
criminalità è già zero, e quindi non è
possibile farla scendere oltre), Jett spera di metterla nero su bianco
fra le leggi comunali, anche perché la sua trovata lo ha fatto
diventare una piccola star dei talk show televisivi più devoti
alla santa trinità Legge Ordine e Paranoia, dove ha potuto
assicurare i suoi cittadini che «La criminalità sta
arrivando anche da noi » ed ha dichiarato di aver preso la sua
ispirazione da Kennesaw, cittadina della Georgia che già nel
1982 aveva obbligato i suoi abitanti ad armarsi e dove da allora i
furti sarebbero "diminuiti del 200%" (un dato statistico piuttosto
improbabile, visto che al massimo un fenomeno può diminuire del
100%, cioè scomparire). Le sue deliranti statistiche hanno
comunque ridato fiato agli oppositori della sua ordinanza che hanno
messo in rilievo come a Kennesaw (dove ci sono cartelli in strada per
avvertire i ladri che in ogni casa troveranno un fucile o una pistola
pronti a prenderli di mira) dal 1982 ad oggi ci sono stati ben 21
omicidi (tutti commessi con le armi d'obbligo in ogni casa), mentre nel
ventennio precedente ce n'era stato solo uno. Quasi tutte le vittime di
questi omicidi erano state uccise dai loro coniugi, dai loro parenti,
dai loro colleghi o dai loro vicini nel corso di litigi degenerati in
tragedia proprio per la disponibilità di armi che in teoria
sarebbero dovute servire a difenderle "dai ladri". Il famoso giallista
ed ex avvocato John Grisham (noto per le proprie posizioni garantiste)
ha messo in luce lo stretto legame che esiste tra le ossessioni
securitarie e l'aumento dei cosiddetti crimini familiari "i family
crimes sono in aumento non solo perché ci sono sempre più
armi nelle case americane, ma anche perché gli autori di quei
delitti spesso feroci ed efferati ricevono un trattamento in qualche
modo di favore nei tribunali e nei media... questi crimini vengono
sottovalutati... a Houston lo stesso tribunale che ha condannato alla
sedia elettrica un ragazzo di 19 anni per la morte di un poliziotto che
era cascato da un cornicione per inseguirlo, ha condannato a vent'anni
un uomo che aveva bruciato vivi la ex moglie ed il suo attuale
compagno".
Al di là di tutta la pornografia securitaria che vorrebbe le
nostre case eternamente assediate da orde di ladri e di spacciatori
tutti zingari o "extracomunitari", mentre sui cieli ci sono altri
cattivoni musulmani pronti a lanciarsi proprio sul nostro tetto con un
Boeing appena dirottato, in realtà è l'aumento della
violenza domestica che segna tragicamente il nostro tempo e a subire i
danni di questa violenza sono soprattutto (per non dire quasi
esclusivamente) le donne.
Secondo una ricerca diffusa nel 2003 dalla sezione dell'Organizzazione
Mondiale della Sanità che si occupa di salute della famiglia e
della comunità e frutto di uno studio basato sulle interviste di
24.000 donne in 10 paesi, una donna su sei nel mondo subisce o ha
subito violenza domestica. Secondo il rapporto dell'OMS "la violenza
domestica comprende tutti quegli abusi che avvengono in casa o nel
contesto familiare. È la forma di violenza sulle donne
più diffusa nel mondo.
Donne di ogni classe sociale, razza, religione ed età subiscono
terribili abusi da parte degli uomini con i quali condividono le loro
vite. La violenza domestica rappresenta una violazione del diritto
delle donne all'integrità fisica e psicologica e si manifesta in
varie forme: abusi fisici e psicologici, atti di violenza o tortura,
stupro coniugale, incesto, matrimoni forzati o prematuri, crimini
d'onore".
Questi dati, peraltro, sono quasi ottimisti se confrontati con quelli
di Amnesty International secondo cui "più del 20% delle donne, a
livello mondiale, ha subito abusi fisici e violenze sessuali". Per
quanto una facile propaganda razzista confini questo fenomeno a quei
barbari che abitano nel Sud del Mondo, Amnesty ricorda che solo nella
nostra "civile" Europa in Belgio, oltre il 50% delle donne ha subito
qualche forma di violenza all'interno della famiglia, mentre in Russia
secondo dati governativi ogni anno 14 mila donne vengono uccise,
gravemente ferite o violentate da partner o familiari. Nel Vecchio
Continente sono piuttosto diffusi anche gli abusi e maltrattamenti
sulle lavoratrici domestiche. Secondo Amnesty "in molti paesi le
lavoratrici domestiche, generalmente di nazionalità straniera,
sono maltrattate dai loro datori di lavoro. Molte di esse, derubate dei
loro documenti, sono costrette a vivere in condizioni di lavoro
forzato. Spesso si tratta di donne immigrate clandestinamente o vittime
del traffico a scopo sessuale e che non hanno alcuna possibilità
di tutela legale". Solo in Gran Bretagna fra il 1997 e il 1998 si sono
verificati oltre 2000 casi di violenza fisica e sessuale contro
collaboratrici domestiche.
Le cose non vanno meglio in Italia, dove nel solo 2004 (secondo il
Rapporto Istat sulla sicurezza dei cittadini), vi sono stati ben 276
omicidi avvenuti in famiglia, che nel 63,2% dei casi hanno avuto come
vittima una donna, spesso uccisa dal partner.
Di questi omicidi i telegiornali ne parlano spesso solo per mettere
sullo stesso piano vittime e carnefici, descritti non come criminali,
ma come prede di una qualche pazzia. I criminali quelli da additare al
pubblico ludibrio sono sempre i soliti: "i ladri", gli extracomunitari,
i dissidenti, "i drogati", gli zingari. Qualche lettore di UN dalla
memoria lunga si ricorderà che nelle stesse ore in cui Erika e
Omar confessavano l'atroce delitto di Novi Ligure, nelle strade della
cittadina piemontese stava sfilando una fiaccolata organizzata dai
neonazisti della Lega Nord per chiedere la cacciata degli albanesi.
Erika e Omar, infatti, avevano dato la colpa del loro crimine ad un
ragazzo albanese che conoscevano di vista... Il giorno dopo la loro
confessione, non vi fu nessuno che chiese per loro la pena di morte che
era stata richiesta a gran voce per il presunto assassino albanese...
Nella triste e grigia Italia di oggi, le parole di M. R., un fabbro di
31 anni di Lecco che dopo aver ucciso la moglie (per "futili motivi
riconducibili a problemi economici familiari", hanno scritto
freddamente i giudici) e dopo quasi ammazzato anche la figlia
più grande di 8 anni, ha detto consegnandosi ai carabinieri
"Scusatemi ma ora devo andare a lavorare" segnano il vuoto del nostro
tempo quasi quanto quelle della moglie di Vittorio Emmanuele di Savoia,
che dopo l'arresto di questi per sfruttamento della prostituzione, ha
detto del regale consorte (a suo tempo autore del famoso omicidio
dell'Isola di Cavallo) "è un galantuomo, non s'è mai
fatto neanche uno spinello". In fin dei conti, uccidere una persona
(magari per rabbia) non è poi così grave. L'importante
è non essere povero e straniero, non farsi le canne e andare a
lavorare.
robertino