Pubblichiamo la seconda parte della
cronologia sulla rivoluzione spagnola curata da Claudio Venza. La prima
puntata è comparsa sul numero 24 di UN.
Giugno
Prosegue la caccia al "provocatore trotzkista". I membri del Comitato
centrale del POUM, piccolo partito comunista antistalinista, sono
arrestati con l'accusa pretestuosa di intesa con i franchisti. (Saranno
processati l'anno dopo e condannati, senza prove, per aver provocato
gli scontri del maggio). Il segretario del POUM, Andreu Nin,
svanirà nel nulla dopo l'arresto e la tortura applicata da
agenti segreti russi allo scopo di ottenere una confessione sulla
collaborazione con i golpisti. Il metodo, collaudato nei contemporanei
processi di Mosca contro i vecchi bolscevichi, via via eliminati da
Stalin, non riesce nel caso di Nin.
Cade il governo di Francisco Largo Caballero al quale partecipavano 4
ministri nominati dalla CNT-FAI e viene nominato il governo di Juan
Negrín, un socialista molto vicino agli stalinisti. Non vi sono
più ministri dell'area anarchica e i comunisti, usando gli aiuti
militari dell'URSS, aumentano progressivamente il loro potere.
Luglio
Le alte gerarchie ecclesiastiche spagnole inviano al mondo intero una
lettera a favore dei generali insorti nel luglio precedente e tra i
quali ormai domina Francisco Franco. Quasi tutti i vescovi definiscono
cruzada contro il materialismo e l'ateismo, la guerra scatenata dai
golpisti. Sono considerevoli gli effetti propagandistici verso i
partiti cattolici a livello internazionale.
Un Plenum peninsulare della FAI decide lo scioglimento dei "gruppi di
affinità" e sceglie un modello a base territoriale in nome
dell'efficienza organizzativa. Prosegue il processo di centralizzazione
del movimento libertario indotto anche dalle urgenze belliche e dalla
politica di collaborazione antifascista.
L'Inghilterra invita Mussolini a risolvere per via diplomatica il
conflitto spagnolo per riprendere i rapporti corretti tra i due paesi,
nonostante lo scontro del 1935 per la guerra d'Etiopia.
Iniziano le offensive repubblicane, grandi battaglie tradizionali che
dovrebbero rinsaldare il consenso verso i nuovi governanti e dimostrare
la superiorità dell'Esercito Popolare sulle milizie libertarie.
Si occupa temporaneamente Brunete, nei pressi di Madrid. Sarà
poi abbandonata con grosse perdite in uomini e materiali.
Accadrà lo stesso, il mese dopo, a Belchite, vicino a Saragozza,
poi a Teruel, sempre in Aragona, tra il 1937 e l'inizio del 1938 e
infine, nell'estate-autunno del 1938, sul fiume Ebro.
Agosto
Il governo Negrín istituisce il SIM (Servizio d'Investigazione
Militare) che sarà un prezioso strumento in mano dei
filostaliniani per imporre la propria egemonia. Il 10 agosto lo stesso
governo emana l'ordine di scioglimento del Consiglio d'Aragona, una
sorta di governo autonomo regionale a prevalenza libertaria. Interviene
l'IX Divisione al comando d'Enrique Lister, generale comunista che
reprime violentemente anche le collettività rurali aragonesi
arrestando centinaia d'anarchici e restituendo la terra agli antichi
proprietari. È una tappa del progetto di brusco
ridimensionamento, per opera d'autoritari marxisti e borghesi,
dell'iniziale protagonismo rivoluzionario e libertario.
Settembre-ottobre
Continuano gli affondamenti, a causa di sommergibili italiani, di navi
dirette alla Spagna repubblicana. È convocata una conferenza
internazionale a Nyon, in Svizzera, da cui esce un documento di
condanna della pirateria marittima. Anche questa manovra diplomatica,
come l'intera attività del Comitato di Non Intervento varato da
Francia e Gran Bretagna, nell'estate del 1936, non produrrà
alcun effetto reale, se non quello di fornire alibi al determinante
intervento nazifascista a favore di Franco.
Largo Caballero, ex capo del governo repubblicano, denuncia le
pressioni e le minacce sovietiche per dare sempre più forza al
Partito Comunista Spagnolo che cerca altresì di inglobare i
socialisti.
L'esercito franchista conquista tutto il Nord con l'occupazione delle
Asturie e dispone ora di ingenti quantità di materie prime e di
industrie, oltre a centinaia di migliaia di soldati da dirigere sugli
altri fronti.
Il governo centrale, che in novembre del 1936 aveva lasciato Madrid in
pericolo, decide di trasferirsi da Valencia a Barcellona dove aumenta
il controllo sulla Generalitat e i movimenti libertari catalani.
Novembre-dicembre
Mussolini aderisce al Patto Anticomintern con Germania e Giappone e progetta di farvi aderire quanto prima la Spagna franchista.
Il governo di Negrín accetta il piano inglese per il ritiro
graduale dei volontari internazionali delle due parti. L'illusione
è di privare Franco dell'appoggio nazifascista in nome del
diritto internazionale, di cui peraltro quasi tutti si fanno beffe.
Gennaio-febbraio
Nel Plenum della CNT, celebrato a Valencia a metà gennaio, si
decide di consolidare l'economia collettivizzata introducendo gli
ispettori del lavoro con "facoltà coercitive", la
diversificazione salariale, una banca con la UGT, un "orientamento
omogeneo" della stampa confederale riducendo il numero dei periodici e
altre misure accentratrici.
La Generalitat della Catalogna riduce le facoltà dei Comitati di
controllo operaio nelle imprese non collettivizzate e riconosce valore
all'autorità padronale in nome dell'aumento dell'efficienza
produttiva.
Marzo-aprile
Dopo l'Anschluss dell'Austria da parte della Germania nazista, la
Francia riapre il confine pirenaico con la Spagna repubblicana e, per
qualche settimana, riprendono a passare aiuti civili e militari.
La CNT e l'UGT sottoscrivono un "Patto d'unità d'azione" nel
tentativo di riprendere un ruolo di pressione politica ormai in
declino. L'ipotesi di un "governo sindacale" basato sulle strutture
delle due potenti confederazioni era tramontato da tempo per la
rivalità delle agguerrite dirigenze dei partiti repubblicani.
Ripetuti bombardamenti di Barcellona da parte dell'aviazione fascista
italiana che causano, fino alla fine dell'anno, quasi tremila morti.
È il più grave episodio di terrorismo aereo contro la
popolazione civile prima della Seconda guerra mondiale. Mussolini
è esaltato dagli effetti distruttivi e omicidi raggiunti e sfida
le, peraltro timide, proteste umanitarie.
Le truppe dei golpisti scatenano l'offensiva in Aragona e occupano vari
villaggi catalani. Riescono altresì a tagliare in due il
territorio repubblicano giungendo sulla costa del Mediterraneo, poco a
sud dell'Ebro.
Maggio-giugno
Negrín espone le sue proposte di pace in "tredici punti". Si
basano su una "riconciliazione nazionale" senza rappresaglie e non
saranno nemmeno prese in considerazione da Franco. L'obiettivo del
Caudillo è di schiacciare non solo l'esercito e i politici
repubblicani, ma ogni residuo di protesta sociale e di opposizione
popolare. Per questo procede lentamente nell'occupazione di
città e villaggi dando molto spazio ad una repressione capillare
e definitiva dei movimenti proletari e libertari.
Il Movimento Libertario, che riunisce la CNT, la FAI e le
Gioventù Libertarie, accetta le proposte del governo
Negrín con qualche dissenso della FAI.
Il Vaticano e il Portogallo riconoscono ufficialmente il governo
nazionalista di Franco come l'unico rappresentante legale della Spagna.
Luglio-agosto
Ultimo, e vano, tentativo dell'esercito repubblicano di rovesciare la
condizione d'inferiorità rispetto ai franchisti. La sconfitta
sull'Ebro dimostrerà la superiorità, soprattutto aerea,
delle truppe "nazionali" e darà avvio alla ritirata e alla
perdita, nel giro di alcuni mesi, della stessa Catalogna. Qui
Negrín aveva già proceduto sia alla nazionalizzazione
delle industrie belliche eliminando i residui controlli operai sia
all'esautoramento, di fatto, della Generalitat. La centralizzazione
procede anche con le dimissioni di due ministri autonomisti, uno basco
e uno catalano.
Settembre-ottobre
Il Patto di Monaco fra Gran Bretagna, Francia, Germania e Italia,
accordo che consegna i Sudeti a Hitler, affossa definitivamente le
speranze repubblicane in un intervento delle democrazie occidentali in
favore della Spagna antifascista.
L'offerta di Negrín per una "pace negoziata" trova la risposta
negativa di Franco che vuole solo una "resa senza condizioni".
A fine ottobre a Barcellona, in una grande riunione di delegati del
Movimento Libertario (CNT, FAI, Gioventù Libertarie) si rileva
un contrasto tra la CNT possibilista verso il governo e la FAI meno
disponibile a un ruolo subordinato alle istituzioni statali
repubblicane. Inoltre non è accettata la richiesta delle Mujeres
Libres di entrare, come quarta componente, nel Movimento.
Novembre-dicembre
Partenza di buona parte dei volontari delle Brigate Internazionali da
Barcellona in nome dell'accordo sottoscritto mesi prima. Poche migliaia
di soldati fascisti italiani rientreranno in patria.
Inizia l'offensiva nazionalista in Catalogna che incontra una
resistenza episodica e circoscritta. Pesano il logoramento della
battaglia dell'Ebro e lo scarso entusiasmo catalano e libertario verso
il governo repubblicano di Negrín a egemonia comunista.
Gennaio-febbraio
Il 26 gennaio cade Barcellona. I franchisti, e con loro molti soldati
italiani fascisti, entrano nella città rivoluzionaria ormai
prostrata dai bombardamenti, dalla fame, dai conflitti interni
scatenati dai filostalinisti del PSUC. Circa mezzo milione di profughi
si ammassa alla frontiera francese dopo un viaggio allucinante quasi
sempre a piedi, nel freddo e nella disperazione. Il governo democratico
francese, nonostante le chiare avvisaglie dell'arrivo dei fuggitivi,
è impreparato e sostanzialmente ostile. Gli uomini sono separati
dalle donne e dai bambini e sistemati sulle spiagge deserte della
Provenza: essi stessi si costruiranno le prime baracche per proteggersi
dalle avverse condizioni invernali. Non pochi moriranno in terra
francese, dove speravano di sfuggire al triste destino di vittime del
nazionalcattolicesimo franchista, ormai trionfante.
Il governo Negrín si riunisce un paio di volte, con la parte
superstite dei parlamentari delle Cortes, nelle cittadine catalane
vicine al confine francese per recitare la parte dei legittimi
rappresentanti sconfitti dalla violenza dei golpisti filofascisti. Il
vertice politico pensa a salvare se stesso dopo aver inutilmente
cercato di giocare le ultime carte diplomatiche.
A fine febbraio anche Francia e Gran Bretagna riconoscono il governo
nazionalista come unico rappresentante del popolo e delle istituzioni
spagnole.
Marzo
Nelle ultime settimane di ciò che resta della Repubblica del
Fronte Popolare, Negrín nomina vari esponenti filosovietici ai
posti di comando militari. Si ribellano, all'ennesima prepotenza del
comunismo stalinista, vari corpi d'armata, sia anarchici, con Cipriano
Mera, sia di militari professionali, con Sigismundo Casado. Nelle
strade di Madrid si combatte una dura battaglia tra repubblicani: le
truppe di Negrín sono sconfitte e lui fugge con vari dirigenti
comunisti. Il colonnello Casado assume il potere politico per tentare,
inutilmente, di raggiungere un'intesa con Franco per ridurre le
vendette dei vincitori.
Gli ultimi combattenti repubblicani, tra cui molti anarchici, sperano
di potersi imbarcare nei porti di Alicante e di Cartagena su navi
inglesi. Giungono invece navi fasciste italiane e a centinaia si
contano i suicidi di chi non vuole consegnasi vivo nelle mani
franchiste.
Il 1 aprile 1939 Franco dichiara conclusa la guerra. In realtà
la sua dittatura feroce, che porterà a più di 100.000
fucilati fino al 1945, sarà la lunga continuazione della guerra
civile con una capillare repressione e un ossessivo lavaggio del
cervello. Il costo umano e materiale della guerra è enorme:
circa 600.000 morti, più di un milione di mutilati, quasi un
milione di profughi e la distruzione dell'economia e della cultura.
Trionfa quindi la reazione oscurantista che unisce gerarchia e terrore,
manganello e aspersorio. Il regime parlerà di necessaria e
infinita "redenzione dei peccati" dei vinti che avevano osato lottare
per vivere liberi e uguali.
Malgrado molti tentativi di rovesciare il dittatore, anche con
attentati sfortunati promossi da anarchici, Franco morirà nel
suo letto nel novembre 1975.
Claudio Venza