La ricerca di una sede, di uno spazio che divenga punto anarchico di
riferimento e attività in Versilia, si è concretizzata
sabato 7 ottobre a Querceta, nel comune di Seravezza (LU), con
l'occupazione e la liberazione, purtroppo temporanea, di uno stabile
abbandonato da diversi anni. Un sentito ringraziamento ai compagni
massesi, carrarini e spezzini che sono venuti a darci una mano. Di
seguito riportiamo il volantino che, come Gruppo anarchico versiliese,
abbiamo diffuso nei giorni successivi all'iniziativa.
"Apriamo spazi di libertà! Nella mattina di sabato 7 ottobre
siamo entrati all'interno di uno stabile situato nelle vicinanze del
sottopassaggio ferroviario di Querceta (LU), stabile di
proprietà comunale e da anni in stato di abbandono. Abbiamo
iniziato a pulire il posto da sporcizia, erbacce, rovi e pattume vario.
Dopo poco tempo, mentre eravamo all'opera con falce, pennato, rastrelli
e sacchi neri, contradaioli inviperiti, vigili, cc ed assessori
comunali ci "informano" che lo stabile è stato ceduto in
comodato alla contrada "La Quercia" (che dispone già di spazi
pubblici presso la sala Cope a Querceta) con deliberazione della giunta
comunale di Seravezza del 21 settembre. Decidiamo di uscire, ma
torneremo.
Perché abbiamo bisogno di uno spazio in cui realizzare una sala
di lettura, consultazione e diffusione di libri e riviste del movimento
anarchico e libertario.
Non è tollerabile che spazi ed edifici pubblici marciscano e
cadano a pezzi mentre le associazioni del nostro territorio non hanno
punti di ritrovo.
Più decisi di prima, con la pratica della libertà e
dell'autogestione, noi continueremo a lottare per raggiungere il nostro
obiettivo. A presto."
L'incaricato
Sabato 14 ottobre, si è svolta a Venezia una manifestazione
indetta dalla Rete Antirazzista, contro la legge Bossi-Fini e la
precarietà sociale.
La situazione veneziana, oltre alle preoccupazioni conseguenti alle
poco rassicuranti prospettive legislative del governo di
centro-sinistra in materia di immigrazione, vede sia l'Amministrazione
regionale (di centrodestra) che quella comunale (di centrosinistra)
responsabili di politiche discriminanti e vessatorie nei confronti dei
migranti che vivono svolgendo l'attività di venditori ambulanti.
Recentemente, a riguardo, l'illuminato sindaco Cacciari ha dichiarato
compiaciuto che "lo sforzo per contrastare il commercio abusivo da
parte di polizia municipale, questura, carabinieri, guardia di finanza
si sta sviluppando con grande intensità e i risultati lo
dimostrano".
Evidentemente, per il noto filosofo il fatto che la caccia agli
"abusivi" e agli "irregolari" comporti il fatto che, ogni mese, decine
di esseri umani finiscano reclusi nei Cpt o vengano espulsi a forza,
è un problema del tutto irrilevante.
Al corteo -un po' troppo condito di uniformi statali e municipali
varie- hanno partecipato diverse centinaia di migranti e soggetti
solidali, tra i quali gli/le aderenti al centro sociale Zona Bandita
(sotto sgombero), gli occupanti kurdi di Casa Newroz e gli anarchici,
presenti con lo striscione "Spazi sociali per l'autogestione - Nessuno
spazio al razzismo" .
Red-VE
Più di un anno fa (vedi UN n.16 dell'8/05/05, "Il Papa contro
Indymedia") fu diffusa la notizia dell'avvio di un procedimento
giudiziario contro Indymedia basato su una presunta offesa al pontefice
pubblicata da qualche anonimo utente sulle pagine web del sito italiano.
Ragionevolmente si pensava che l'iniziativa fosse stata lasciata cadere
in quanto era un palese tentativo di colpire un mezzo di comunicazione,
uno tra i tanti, che aveva salutato l'elezione di J. Ratzinger facendo
leva sulla satira e sull'ironia. Nelle settimane successive alla
proclamazione si erano infatti susseguiti, in Italia ed all'estero, una
serie di articoli e di vignette basate spesso sull'equazione "papa
tedesco" = "papa nazista" e persino "il manifesto" aveva titolato la
prima pagina - "Il pastore tedesco" - una scelta decisamente pesante.
La scorsa settimana è arrivata notizia che la Corte Superiore di
Giustizia brasiliana (il nome di dominio "indymedia.org" è
registrato in quel paese) ha accolto la rogatoria internazionale contro
Indymedia partita dalla Procura della Repubblica di Roma. È
questo il primo passo verso una possibile richiesta di oscuramento o di
sequestro del sito.
I mesi trascorsi dall'avvio del procedimento hanno visto un altro
episodio che fa assumere all'attacco portato contro un media
indipendente una importanza particolare; ci riferiamo, ovviamente, alla
nota questione delle "vignette sataniche". Tutto il "mondo occidentale"
ha bollato come estremamente pericolose le pretese di chi voleva
vietare la pubblicazione di vignette che offendevano l'Islam e,
soprattutto i commentatori più reazionari, hanno strillato a
lungo contro questo tentativo di limitare la libertà di
espressione e di critica.
Tutti questi paladini stanno osservando, almeno per il momento, il
più tombale silenzio, come se un conto fossero le vignette
contro Maometto ed un altro quelle contro il Papa. La cosa non ci
meraviglia, ne ci lamentiamo di tale ipocrisia in quanto sappiamo che,
parafrasando Orwell, "tutte le religioni sono uguali ma alcune
religioni sono più uguali delle altre".
Pepsy