"Brad era un anarchico,
completamente; credeva nella costruzione di un mondo giusto, senza
gerarchia né oppressione. La sua morte è politica come la
vita che ha vissuto."
(da un ricordo di Bradley Roland Will, pubblicato su "Bombs and shields")
Quando, verso le due di notte (ora italiana), si sono improvvisamente
interrotte le trasmissioni che "Radio Universidad" stava diffondendo
via Internet in tutto il mondo, si poteva solo pensare al peggio,
ovvero che le forze della "Polizia Federale Preventiva" avessero
ridotto al silenzio la voce dei ribelli di Oaxaca. Ma si trattava solo
di problemi tecnici e, dopo lunghi minuti, la radio ha ripreso a
raccontare in diretta l'assalto delle forze dell'ordine alla
città messicana.
Gli avvenimenti di Oaxaca (capitale della omonima regione del sud-est
del Messico) hanno avuto inizio con uno sciopero generale ad oltranza
dei maestri delle scuole: in più di sessantamila avevano
iniziato il 22 maggio scorso un presidio fisso nel centro cittadino.
Tra le loro richieste il miglioramento salariale e una riforma
dell'istruzione pubblica. Lo stato di Oaxaca è uno dei
più poveri di tutto il Messico, solo il vicino Chiapas è
in condizioni economiche peggiori, ed è governato da sempre dal
potere feudale del PRI ("Partido Revolucionario Institucional"). Dopo
tre settimane di lotta, il Governatore dello stato ha scatenato la
repressione e il 14 giugno le forze di polizia hanno attaccato il
presidio degli insegnanti causando diversi morti e centinaia di feriti.
Quella che poteva essere solo la conclusione sanguinosa di una lotta
sindacale si è trasformata, nel giro di qualche giorno, quasi in
una insurrezione popolare che ha portato, il 17 giugno, alla
costituzione della APPO ("Asamblea Popular de los Pueblos de Oaxaca"),
un organismo autonomo formato dal sindacato degli insegnanti e da altre
365 organizzazioni sociali e politiche locali. In breve il presidio
iniziale si è esteso a dismisura portando i manifestanti a
prendere il controllo della zona centrale della città e non
solo. Sono state occupate sedi radio e televisive, vari edifici
pubblici e la caserma della polizia è stata messa sotto assedio.
Tra le richieste avanzate dalla APPO, le dimissioni del Governatore
Ulises Ruiz Ortiz, ritenuto il principale responsabile della situazione.
In tutti questi mesi, nonostante le continue provocazioni della polizia
e gli assalti di pistoleros in borghese, i ribelli hanno mantenuto
sotto il proprio controllo il centro storico e diverse altre zone della
città, organizzando manifestazioni, assemblee, feste ed incontri
su temi sociali e politici.La situazione è precipitata
venerdì 27 ottobre quando, una barricata nella frazione di Santa
Lucia (una quindicina di chilometri da Oaxaca), è stata
attaccata a colpi di arma da fuoco e ci sono stati 3 morti, tra i quali
Brad Will, un attivista statunitense di Indymedia, che stava
documentando gli avvenimenti. Il Governatore ha attribuito la
responsabilità dei morti ai manifestanti accusando la APPO di
posizioni "estremiste"; la polizia ha dichiarato che gli spari
provenivano da tutte e due le parti della barricata. I portavoce dei
manifestanti hanno invece riconosciuto negli assassini dei poliziotti
in borghese sostenitori del PRI, il partito del Governatore.
Questo episodio ha fornito la scusa al Governo Federale per l'invio di
truppe allo scopo di reprimere l'insurrezione di Oaxaca e così,
sabato 28 sono stati mobilitati quasi seimila, tra agenti di polizia e
forze speciali, sei elicotteri e decine di blindati. Le truppe si sono
accampate ai margini della città in attesa di ordini. Da parte
loro i manifestanti hanno mantenuto le loro posizioni sulle barricate,
lanciando appelli alla mobilitazione ed alla calma. Nel primo
pomeriggio di domenica 29 la polizia ha iniziato ad avanzare verso il
centro cittadino accolta dalla resistenza, quasi sempre pacifica, dei
manifestanti che avevano indetto nelle stesse ore una marcia per
protestare contro l'arrivo degli agenti. Intanto, a Città del
Messico, si svolgeva una manifestazione in appoggio alla resistenza di
Oaxaca e si verificavano alcuni incidenti con diversi arresti.
La repressione è continuata per tutto il giorno: colpi di arma
da fuoco, lanci di lacrimogeni (anche dagli elicotteri), rastrellamenti
ed arresti, i blindati hanno usato i cannoni ad acqua contro i cordoni
dei manifestanti che cercavano di impedire l'avanzata delle forze di
polizia. Alle 22 (ora locale) i responsabili della APPO hanno dato
indicazioni di abbandonare il presidio più importante, quello
nel centro città e di concentrare le forze in altre zone.
Solo a questo punto le truppe sono riuscite a "riconquistare" il centro
ed il palazzo del Governo, che era occupato dal mese di giugno. A un
primo bilancio si contano quattro morti, centinaia sono i feriti e gli
arrestati.
Lunedì 30 ottobre, vengono organizzati concentramenti in tre
zone diverse di Oaxaca, per continuare la protesta e per cercare di
riprendersi il centro. Ricompaiono diverse barricate mentre la polizia
continua con l'occupazione della città e gli arresti. Un corteo
di decine di migliaia di persone sfila per le strade senza troppi
problemi. Proprio nelle stesse ore, a Città del Messico, dove
continuano le manifestazioni contro la repressione, la Camera dei
Deputati ha votato un ordine del giorno col quale invita il Governatore
di Oaxaca a rassegnare le dimissioni. La polizia ha intercettato una
carovana di sei autobus in arrivo dalla capitale, picchiato ed
arrestato i suoi passeggeri. In serata la resistenza si è
concentrata nella difesa della zona Universitaria, per impedire alla
polizia di interrompere definitivamente le trasmissioni di "Radio
Universidad", che da qualche ora non riesce più a trasmettere su
Internet.
Rispondendo all'appello ad una mobilitazione internazionale in
solidarietà con i ribelli di Oaxaca, in diverse parti del mondo
sono state organizzate, fin da sabato 28, piccole e grandi iniziative
di protesta e per il 1 novembre è stata indetta dall'EZLN una
mobilitazione con blocchi stradali in tutto il Messico ed uno sciopero
generale nazionale per il 20.
La lucha sigue...
Pepsy
Per maggiori informazioni
http://iteration.org/radioappo
http://mexico.indymedia.org/tiki-index.php?page=ImcMexico
http://vientos.info/cml/
http://www.asambleapopulardeoaxaca.com/
http://www.oaxacalibre.org/libertad/
Per ascoltare le radio della APPO
http://ahimsa-radio1.indymedia.org:8300/appo.mp3.m3u
http://stream.r23.cc:2323/appo.mp3.m3u
http://compi.ath.cx:8000/appo.mp3.m3u
http://radio.indymedia.org:8000/appo.mp3.m3u