Pubblichiamo integralmente l'ultima
cronaca che Brad Will, il mediattivista di New York ucciso dai
paramilitari ad Oaxaca il 27 ottobre, ha pubblicato su Indymedia. Il
testo originale lo trovate qui:
http://nyc.indymedia.org/en/2006/10/77343.shtml. Il testo è la
cronaca dell'uccisione di un uomo presso una barricata. 10 giorni dopo
la stessa sorte capita a Brad Will.
Alba del 16 ottobre
Ieri sono andato a fare un giro con la brava gente di Oaxaca -
veramente camminavo da tutto il giorno. Nel pomeriggio mi hanno
mostrato dove le pallottole hanno colpito il muro. Hanno contato il
numero di pallottole che potevano. Mi ha ricordato il portone della
casa di Amadou Diallo, ma là c'erano i graffiti prima che
cominciasse la sparatoria. Una pallottola che non avevano contato era
ancora nella sua testa. Aveva 41 anni, Alejandro Garcia Hernandez,
sulla barricata del quartiere ogni notte. Quella notte era uscito per
raggiungere sua moglie e i figli per far passare un'ambulanza. Un
camioncino ha tentato di proseguire. Lui s'è preso la pallottola
quando ha detto loro che non potevano passare. Non l'avevano mai fatto.
Quei militari in abiti civili hanno sparato.
Un giovane che vuole essere chiamato solamente Marco era con loro
quando sono avvenuti gli spari. Una pallottola gli ha trapassato la
spalla. Era sotto shock quando l'abbiamo incontrato. 19 anni, non
l'aveva ancora detto ai suoi. Ha detto di essere stato sulle barricate
ogni notte e che ci sarebbe ritornato non appena le ferite si fossero
chiuse.
Solo giorni prima c'era stata una delegazione di senatori in visita per
verificare l'ingovernabilità dello stato. Ci hanno provato. La
voce è girata per fermare il resto del governo. In dozzine sono
usciti dal centro della città con bastoni e bombole di vernice.
Hanno preso tre autobus e sono andati per tutta la mattina nei palazzi
del governo ad informarli che erano chiusi. Abbiamo apprezzato la loro
cooperazione volontaria. Quando sono ripartiti dopo l'ultima fermata,
sono comparsi tre uomini armati che hanno cominciato a sparare. Due
autobus erano già stati portati via. 10 minuti di battaglia con
lancio di pietre razzi e urla. Un ferito alla testa. Un altro alla
gamba. Sono andati da soli all'ospedale mentre continuava la battaglia.
Un appello alla radio e sono arrivate persone da tutte le parti. Gli
uomini amati erano intorno all'edificio. Sono andati vaia. Forse
dentro. Non è sicuro. Allerta. Sono stati avvistati dei
poliziotti in borghese appostati intorno all'ospedale e la gente
è corsa a proteggere i feriti.
Cosa si può dire di questo movimento. Questo momento
rivoluzionario. Si sa che si sta costruendo, crescendo, plasmando. Lo
puoi sentire. Cercando disperatamente una democrazia diretta. In
novembre la APPO terrà una conferenza a livello statale per la
formazione di un'Assemblea Statale del Popolo di Oaxaca (AEPO). In
questo momento sono 11 gli stati, tra i 33 stati messicani, ad aver
dichiarato la formazione di assemblee popolari come la APPO. Alcune
dall'altra parte negli Stati Uniti - I marines sono tornati in mare
anche se la polizia federale che ha devastato Atenco resta nelle
vicinanze - Nel nuovo accampamento in Messico è iniziato uno
sciopero della fame. Il senato può espellere URO. Chi
sarà il prossimo nessuno lo sa. È un puntino luminoso
attraverso un vetro pronto a bruciare o mostrare la strada. È
chiaro che questo è più di uno sciopero, più
dell'espulsione di un governatore, più di un blocco, più
di una coalizione di settori. È una vera rivolta di popolo. Dopo
decenni di PRI regolato da corruzione, frode e pallottole la gente
è stanca. Lo chiamano il tiranno. Parlano di distruggere questo
autoritarismo. Non puoi non sentire il bisbiglio della giungla
Lacandona nelle strade. Ad ogni angolo di strada decidono di resistere
insieme. Lo vedi sui loro volti. Indigeni, donne, bambini. Così
coraggiosi. In allerta nella notte. Orgogliosi e risoluti.
Ho camminato dalla barricata di Alejandro con un gruppo di
simpatizzanti che venivano da una zona di periferia, ad un mezz'ora di
distanza. Procedevo con gente furiosa, diretta verso l'obitorio. Sono
entrato e l'ho visto. Non ho visto molti cadaveri nella mia vita. Ti
opprimono. Un mucchio di cadaveri senza nome in un angolo. Il numero
del morto, chi era più o meno. Niente refrigerazione. L'odore.
Hanno dovuto aprirgli il cranio per estrarre la pallottola. Sono
tornato con lui e con gli altri.
Ed ora Alejandro aspetta nello zocálo, come gli altri nei loro
presidi, aspetta ad un punto morto, un cambiamento, una via d'uscita,
una strada per proseguire, una soluzione... sperando che la terra si
muova e si apra, aspettando che arrivi novembre per potersi sedere coi
suoi cari nel Giorno dei Morti, per condividere cibo, bibite e canti...
aspetta che la piazza si consegni a lui e scoppi... da solo
aspetterà fino alla mattina ma questa notte spera che il
governatore e i suoi prezzolati se ne vadano e non ritornino mai... una
morte in più, un martire in più in una guerra sporca...
un'occasione in più per piangere e sentire il dolore...
un'occasione in più per conoscere il potere e la sua
malvagità... una pallottola più cattiva nella notte...
un'altra notte sulle barricate... alcuni fanno un falò, altri si
coricano a dormire, ma tutti stanno con lui mentre si riposa per
un'altra notte nella sua guardia"....
Brad Will
Traduzione Comitato Chiapas "Maribel" – Bergamo