Umanità Nova, n 36 del 12 novembre 2006, anno 86

Gas naturale liquefatto
Una tecnologia pericolosa


Il primo impianto di GNL fu costruito nel 1912 in Virginia (USA) ma il primo vero impianto industriale fu quello realizzato a Cleveland nel 1941 che scoppiò tre anni più tardi provocando la morte di 128 persone che abitavano nella zona circostante che fu rasa al suolo. Il disastro di Cleveland segnò lo stop per questa tecnologia che timidamente fu riproposta solo negli anni '60 giusto il tempo per registrare un altro incidente al terminale USA di Spill dove i bracci di scarico si staccarono durante il trasbordo del GNL. L'incidente più grave accade nel 1979 a Cove Point nel Maryland (USA) dove un operaio muore e un altro rimane ferito per l'esplosione causata da una nuvola di gas fuoriuscita da un serbatoio. Negli ultimi anni però si registra un aumento degli incidenti parallelamente all'aumento della movimentazione del GNL. Nel 2002 al largo di Hong Kong prende fuoco una nave gasiera, la Gaz Poem, che trasporta 20.000 tonnellate di metano. La nave viene evacuata e le autorità cinesi temono per le conseguenze su una vicina centrale nucleare ma per fortuna il fuoco non raggiunge le tanks . Nel 2004 avviene un altro disastro di proporzioni immani: a Skikda, Algeria, viene gravemente danneggiato il maggior centro petrolchimico del paese. Sono le 18 e 40 del 19 gennaio e l'enorme complesso che si estende su una superficie complessiva di 92 ettari ed ha una capacità di produrre 8 mld di GNL oltre a quantità minori etano, propano, butano e benzina è quasi semideserto. Nel giro di pochi secondi una fuga di gas provoca l'inferno: 27 morti e 72 feriti fra i pochi lavoratori presenti ma se l'incendio si fosse propagato alle cisterne di stoccaggio la deflagrazione avrebbe annientato tutto nel raggio di 45 km2 compresa la città di Skikda e i suoi 150.000 abitanti che comunque si riversano nelle strade convinti di essere stati colpiti da un terremoto. Eppure a Skikda era tutto "sotto controllo": l'impianto era stato rimodernato solo pochi anni prima dalla famosa società americana Halliburton.
Un altro incidente disastroso di cui è reperibile qualche notizia è quello del 30 luglio 2004 quando una fuga di gas provoca fiamme alte 200 metri a Ghislenghien (Belgio) dal gasdotto che unisce Zeebrugge (dove esiste un terminale di rigassificazione) a Francia, Spagna e Italia provocando 23 morti, 200  feriti fra operai, pompieri, poliziotti e automobilisti di passaggio. Vengono provocati danni in un raggio di almeno 6 km.
Altri incidenti avvenuti negli ultimi anni hanno coinvolto gli impianti di rigassificazione e anche questi avrebbero potuto avere conseguenze disastrose. Purtroppo non è facile avere notizie su questi "mancati disastri" ma qualcosa si trova. Ad esempio abbiamo scoperto due gravi incidenti avvenuti ai due rigassificatori francesi. Il 17 settembre 1997 l'incendio sul circuito di torcia al terminal di Montoir de Bretagne si trasforma in fiamme alte 40 metri sulla torcia e in prossimità del circuito di GNL. I 200 pompieri e gendarmi intervenuti sono incapaci di fermare le fiamme che vengono circoscritte solo grazie all'intervento dei gruppi antincendio interni.
Il 17 settembre 2003 nel terminale Tonkin di Fos sur mer (Marsiglia) esplode la torcia di sicurezza, uno dei principali sistemi di sicurezza dell'impianto perché permette di bruciare il gas proveniente dal processo di rigassificazione che riguarda due cisterne dalla capacità totale di 150.000 metri cubi di GNL. L'interessante ci viene però detto da un Comitato di cittadini in un comunicato del 18 settembre nel quale si rivela che una porta della torcia proiettata a diverse decine di metri di distanza aveva mancato di poco la sala di controllo dell'impianto. Il Comitato sottolinea che nella Valutazione preliminare del progetto gli organi responsabili dell'autorizzazione avevano sostenuto che l'esplosione della torcia era impossibile.

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