Il primo impianto di GNL fu costruito nel 1912 in Virginia (USA) ma il
primo vero impianto industriale fu quello realizzato a Cleveland nel
1941 che scoppiò tre anni più tardi provocando la morte
di 128 persone che abitavano nella zona circostante che fu rasa al
suolo. Il disastro di Cleveland segnò lo stop per questa
tecnologia che timidamente fu riproposta solo negli anni '60 giusto il
tempo per registrare un altro incidente al terminale USA di Spill dove
i bracci di scarico si staccarono durante il trasbordo del GNL.
L'incidente più grave accade nel 1979 a Cove Point nel Maryland
(USA) dove un operaio muore e un altro rimane ferito per l'esplosione
causata da una nuvola di gas fuoriuscita da un serbatoio. Negli ultimi
anni però si registra un aumento degli incidenti parallelamente
all'aumento della movimentazione del GNL. Nel 2002 al largo di Hong
Kong prende fuoco una nave gasiera, la Gaz Poem, che trasporta 20.000
tonnellate di metano. La nave viene evacuata e le autorità
cinesi temono per le conseguenze su una vicina centrale nucleare ma per
fortuna il fuoco non raggiunge le tanks . Nel 2004 avviene un altro
disastro di proporzioni immani: a Skikda, Algeria, viene gravemente
danneggiato il maggior centro petrolchimico del paese. Sono le 18 e 40
del 19 gennaio e l'enorme complesso che si estende su una superficie
complessiva di 92 ettari ed ha una capacità di produrre 8 mld di
GNL oltre a quantità minori etano, propano, butano e benzina
è quasi semideserto. Nel giro di pochi secondi una fuga di gas
provoca l'inferno: 27 morti e 72 feriti fra i pochi lavoratori presenti
ma se l'incendio si fosse propagato alle cisterne di stoccaggio la
deflagrazione avrebbe annientato tutto nel raggio di 45 km2 compresa la
città di Skikda e i suoi 150.000 abitanti che comunque si
riversano nelle strade convinti di essere stati colpiti da un
terremoto. Eppure a Skikda era tutto "sotto controllo": l'impianto era
stato rimodernato solo pochi anni prima dalla famosa società
americana Halliburton.
Un altro incidente disastroso di cui è reperibile qualche
notizia è quello del 30 luglio 2004 quando una fuga di gas
provoca fiamme alte 200 metri a Ghislenghien (Belgio) dal gasdotto che
unisce Zeebrugge (dove esiste un terminale di rigassificazione) a
Francia, Spagna e Italia provocando 23 morti, 200 feriti fra
operai, pompieri, poliziotti e automobilisti di passaggio. Vengono
provocati danni in un raggio di almeno 6 km.
Altri incidenti avvenuti negli ultimi anni hanno coinvolto gli impianti
di rigassificazione e anche questi avrebbero potuto avere conseguenze
disastrose. Purtroppo non è facile avere notizie su questi
"mancati disastri" ma qualcosa si trova. Ad esempio abbiamo scoperto
due gravi incidenti avvenuti ai due rigassificatori francesi. Il 17
settembre 1997 l'incendio sul circuito di torcia al terminal di Montoir
de Bretagne si trasforma in fiamme alte 40 metri sulla torcia e in
prossimità del circuito di GNL. I 200 pompieri e gendarmi
intervenuti sono incapaci di fermare le fiamme che vengono circoscritte
solo grazie all'intervento dei gruppi antincendio interni.
Il 17 settembre 2003 nel terminale Tonkin di Fos sur mer (Marsiglia)
esplode la torcia di sicurezza, uno dei principali sistemi di sicurezza
dell'impianto perché permette di bruciare il gas proveniente dal
processo di rigassificazione che riguarda due cisterne dalla
capacità totale di 150.000 metri cubi di GNL. L'interessante ci
viene però detto da un Comitato di cittadini in un comunicato
del 18 settembre nel quale si rivela che una porta della torcia
proiettata a diverse decine di metri di distanza aveva mancato di poco
la sala di controllo dell'impianto. Il Comitato sottolinea che nella
Valutazione preliminare del progetto gli organi responsabili
dell'autorizzazione avevano sostenuto che l'esplosione della torcia era
impossibile.
Indagator