A Benevento piazza "Martiri di Nassirya" si è trasformata in
piazza "Augusto Masetti. I promotori dell'iniziativa sono stati fermati
dalle forze del disordine e trattenuti per oltre tre ore prima del
rilascio. Di seguito alcuni passaggi del volantino da loro distribuito
ai passanti. Dopo una riflessione sul tragico anniversario della prima
guerra mondiale scrivono: "oggi sono cambiate le armi, è
cambiata l'epoca, sono cambiate le facce dei padroni che invitano
ancora a combattere, con la scusa delle "missioni di pace", ma la
guerra esiste ancora. È una guerra combattuta sul fronte interno
contro chi non accetta che ci sia qualcuno che, seduto in poltrona,
possa decidere della vita di tanti altri, contro chi non vuole
sottomettersi alle regole del "produci-consuma-crepa", contro chi pensa
che sia possibile vivere senza padroni che quotidianamente ti derubano
dei prodotti del tuo lavoro. È una guerra combattuta sul fronte
esterno per spartirsi il mondo, accaparrarsi le zone ricche di materie
prime utili a far affari, impossessarsi di forza lavoro a basso costo
che possa produrre tanto ed a costo zero. Inoltre i padroni hanno
capito che se c'è da fare affari seri, c'è bisogno anche
di chi possa difendere seriamente questi affari, di conseguenza, il
servizio di leva obbligatorio è stato eliminato, ma solo
perché gli Stati avevano bisogno di forze professionali, di
professionisti dell'assassinio. Continuano con la loro propaganda
patriottica, ma visto che è poca la gente che per un'ideale
così balordo come quello della patria e della nazione è
disposto a perdere la vita, hanno deciso di "incentivare" le bestie
pronte alla mattanza, offrendogli la possibilità di guadagnarsi
qualcosina in più di un semplice impiegato. E così si
assiste all'esodo di centinaia di ragazzi, che soprattutto dal sud,
partono in mimetica per il fronte spesso ritornando a casa in una cassa
di legno avvolta in una bandiera, e tutto per riuscire a scappare dalla
disoccupazione, dall'ignoranza e dagli stenti a cui lo Stato e il
Capitale li costringono.
Perché siamo contro tutti gli eserciti, contro la violenza
legale degli Stati, contro l'autoritarismo e la gerarchia abbiamo
deciso di sostituire in questo giorno la targa presente nella nostra
città intitolata ai mercenari italiani morti a Nassirya in una
delle ultime guerre imperialiste, guerra che in questo caso puntava
alla conquista di qualche pozzo di petrolio spacciandosi per guerra
umanitaria. L'abbiamo sostituita con una targa in memoria di Augusto
Masetti, muratore, anarchico che il 30 ottobre 1911, nella caserma
Cialdini di Bologna costretto alla partenza per la guerra di Libia
espresse il suo netto rifiuto esplodendo un colpo col suo fucile contro
il tenente colonnello cavalier Stroppa, incitando i suoi commilitoni a
ribellarsi e a vendicare i compagni caduti in Africa. Masetti
rappresenta per noi uno dei più alti esempi di diserzione, il
soldato che disse no alla guerra!
Gruppo Antagonista Antiautoritario
Sabato 4 novembre attivisti del Coordinamento per la Pace di Trapani
hanno effettuato un volantinaggio nel centro storico della città
per sensibilizzare i cittadini sulla grave ipocrisia che si cela dietro
la festa delle forze armate. Di seguito alcuni passaggi del testo
diffuso dai pacifisti trapanesi: "L'Italia non si è mai
sottratta, sia con il Centrodestra sia con il Centrosinistra al
governo, dal finanziare le missioni militari: Somalia, Kossovo,
Afganistan, Iraq, Albania, ecc.
Questa dissennata strategia interventista viene finanziata con i soldi
e le risorse pubbliche attraverso i tagli alla sanità, alla
ricerca, alle pensioni, all'istruzione, al lavoro. Milioni di euro
sottratti ai servizi sociali e al nostro benessere e gettati nel pozzo
senza fondo della militarizzazione. Il recente intervento militare in
Libano è rappresentativo dell'ipocrisia di questo governo che
non ha esitato a partecipare a una guerra mascherata dietro l'egida di
una risoluzione dell'Onu che prevede il disarmo di una delle parti in
conflitto al fine di tutelare solamente lo stato di Israele e i suoi
interessi in Medioriente.
L'unico modo per liberarci dall'incubo della guerra è rifiutare
le logiche del dominio, della violenza e della sopraffazione dando una
possibilità concreta alla pace, al confronto tra culture
diverse, alla dialettica democratica tra i popoli.
È indispensabile rilanciare un pacifismo vero e senza
compromessi: non ci sono guerre giuste, né sotto copertura
dell'Onu né per conto della Nato".
TAZ laboratorio di comunicazione libertaria
Un presidio nella centralissima Via Dante ha contrassegnato, a
Milano, la giornata-anniversario della fine dell'immane massacro
chiamato "prima guerra mondiale". Bandiere, striscioni, musica, comizi
volanti, libri e volantini hanno supportato la presenza di un folto
gruppo di compagne e compagni che, a partire dalle 15 fino a sera,
hanno svolto, nella giornata della "festa" delle forze armate, una
concreta azione di propaganda antimilitarista tra i numerosissimi
passanti imperniata su poche ma chiare direttrici d'azione all'insegna
dell'imperativo "fuori la guerra dalla storia":
- ritiro immediato delle truppe dal Libano, Iraq e Afganistan;
- contro tutte le guerre imperialiste e contro tutti gli eserciti;
- per il taglio delle spese militari: no alla finanziaria di guerra:
- sostegno alla lotta di tutti i popoli vittime della guerra e dell'occupazione militare;
e questo senza cadere nella demagogia pseudopacifista del
centrosinistra che si trincera dietro l'ONU, e senza nemmeno scadere -
per la sola logica che il "nemico del mio nemico è mio amico" -
in una esaltazione acritica delle forze religiose reazionarie,
politiche e militari che prefigurano nuove forme di strumentalizzazione
e di sfruttamento delle classi oppresse e sfruttate.
Vi è poi da sottolineare che durante tutta l'iniziativa è
stato distribuito anche un volantino di controinformazione e di
solidarietà con la lotta in Oaxaca.
Il presidio, organizzato dalla Federazione Anarchica Milanese, dal
Circolo dei Malfattori e dal Gruppo Libertario di Casatenovo e con il
contributo di diverse altre realtà libertarie del milanese e del
circondario, ha dato un ulteriore, significativo, momento di
visibilità all'iniziativa sviluppata a partire dagli inizi di
ottobre per contribuire a ridare fiato ad un'opposizione radicale alla
guerra ed agli eserciti; un'opposizione capace di far sentire una voce
di controinformazione reale su quello che sta accadendo. Un'iniziativa
che si è articolata fino ad oggi sia in volantinaggi, sia
nell'organizzazione della presentazione del libro di Marco Rossi
"Afganistan senza pace", e sia soprattutto nella proposta, avanzata a
tutte le forze sociali e politiche milanesi che si oppongono realmente
alla guerra ed all'invio di truppe italiane, di costruire un'iniziativa
di piazza, unitaria, sugli obiettivi proposti. Proposta questa che si
è già concretizzata in alcuni incontri nella sede di
Viale Monza per verificare la possibilità di costituire
coordinamenti specifici sull'obiettivo indicato.
Alle 22 poi alla Cascina Autogestita Torchiera senzacqua si è
tenuta, in conclusione della giornata antimilitarista, la "Festa delle
forze disarmate" con un concerto dei gruppi Susie Big Hands [post-rock]
e Musetta [pre-rock].
La prossima scadenza dello sciopero - finalmente unitario – del
sindacalismo di base, che ha tra i suoi obiettivi il rifiuto degli
aumenti delle spese militari, rappresenterà un ulteriore momento
di questo percorso, al quale sarà importante contribuire con
coerenza e lucidità.
m.v.
Il 4 novembre è il giorno che lo Stato italiano ha scelto per
festeggiare le forze armate. Sino a pochi anni fa era la "Festa della
Vittoria" dell'Italia nella prima guerra mondiale: 600.000 morti per
una "festa" che dovrebbe essere un lutto. Un lutto per i tanti che,
obbligati ad indossare una divisa, morirono per ingrassare padroni e
governanti.
In quella data lo Stato apre le sue caserme al pubblico per
propagandare il nazionalismo tricolore, quello di ieri e quello di
oggi. Sempre comunque all'insegna di un mito tanto falso quanto duro a
morire: quello degli "italiani brava gente", quelli che vanno in armi a
fare del bene, quelli che la guerra la aborriscono ma la fanno per il
bene altrui. Quelli che costruivano le strade in Albania e in Libia,
quelli che i greci durante l'invasione li chiamavano fratelli, quelli
che hanno inventato le missioni umanitarie. Si va dalla Somalia delle
torture ai bombardamenti della popolazione serba sino all'Afganistan,
all'Iraq, al Libano. Un mucchio di morti e tanta, tanta indecente
retorica, una retorica che per anni pareva quasi dimenticata è
ormai tornata in auge con prepotenza, perché i miliardi spesi
per le armi e per l'esercito devono essere giustificati con qualche
scopo nobile e superiore. Altrimenti lor signori potrebbero vedersi
chiedere conto di un utilizzo dei soldi pubblici che privilegia la
spesa di guerra e taglia servizi utili a tutti.
Perciò in questo 4 novembre di guerra abbiamo voluto ricordare
che c'è chi rifiuta la logica militarista e guerrafondaia, chi
diserta la guerra e si oppone a tutti gli eserciti e a tutte le
frontiere.
Via Borgo Dora, di fronte all'ex Arsenale militare, nel cuore del
Balon, è stata rinominata "Via Disertori di tutte le guerre",
mentre antimilitaristi anarchici davano vita ad un presidio che dalle
11 del mattino continuava sino a metà pomeriggio. Polenta concia
e vino venivano distribuiti ai presenti, mentre il reggae di Roby
(Kumina Beat) e Fabietto (Casetta) andava a tutto volume.
C'era anche un banchetto informativo con distribuzione di libri e volantini e numerosi striscioni.
Le forze del disordine statale, presenti con un folto gruppo di digos,
infastidite in particolare da uno striscione in cui campeggiava la
scritta "4 novembre festa degli assassini" ne pretendeva la rimozione:
di fronte al secco rifiuto dei manifestanti, la provocazione è
rientrata.
Un albero alle "vittime degli eserciti e degli Stati" veniva piazzato in un angolo della piazza.
Nei numerosi interventi dal microfono, oltre a ricordare le ragioni
della giornata di lotta, si esprimeva solidarietà al popolo di
Oaxaca ormai da cinque mesi insorto contro il governo del sanguinario
Ulisses Ruiz.
Nel tardo pomeriggio lo striscione "4 novembre festa dei disertori"
è stato appeso alle finestre della caserma del genio guastatori
in corso Brunelleschi a pochi metri dal Cpt, altro luogo di vergogna di
questa città. Di fronte al portone della caserma sono stati
gettati volantini antimilitaristi.
infofat