Umanità Nova, n 36 del 12 novembre 2006, anno 86

4 novembre antimilitarista
Fuori la guerra dalla storia


Benevento: inaugurata piazza Masetti

A Benevento piazza "Martiri di Nassirya" si è trasformata in piazza "Augusto Masetti. I promotori dell'iniziativa sono stati fermati dalle forze del disordine e trattenuti per oltre tre ore prima del rilascio. Di seguito alcuni passaggi del volantino da loro distribuito ai passanti. Dopo una riflessione sul tragico anniversario della prima guerra mondiale scrivono: "oggi sono cambiate le armi, è cambiata l'epoca, sono cambiate le facce dei padroni che invitano ancora a combattere, con la scusa delle "missioni di pace", ma la guerra esiste ancora. È una guerra combattuta sul fronte interno contro chi non accetta che ci sia qualcuno che, seduto in poltrona, possa decidere della vita di tanti altri, contro chi non vuole sottomettersi alle regole del "produci-consuma-crepa", contro chi pensa che sia possibile vivere senza padroni che quotidianamente ti derubano dei prodotti del tuo lavoro. È una guerra combattuta sul fronte esterno per spartirsi il mondo, accaparrarsi le zone ricche di materie prime utili a far affari, impossessarsi di forza lavoro a basso costo che possa produrre tanto ed a costo zero. Inoltre i padroni hanno capito che se c'è da fare affari seri, c'è bisogno anche di chi possa difendere seriamente questi affari, di conseguenza, il servizio di leva obbligatorio è stato eliminato, ma solo perché gli Stati avevano bisogno di forze professionali, di professionisti dell'assassinio. Continuano con la loro propaganda patriottica, ma visto che è poca la gente che per un'ideale così balordo come quello della patria e della nazione è disposto a perdere la vita, hanno deciso di "incentivare" le bestie pronte alla mattanza, offrendogli la possibilità di guadagnarsi qualcosina in più di un semplice impiegato. E così si assiste all'esodo di centinaia di ragazzi, che soprattutto dal sud, partono in mimetica per il fronte spesso ritornando a casa in una cassa di legno avvolta in una bandiera, e tutto per riuscire a scappare dalla disoccupazione, dall'ignoranza e dagli stenti a cui lo Stato e il Capitale li costringono.
Perché siamo contro tutti gli eserciti, contro la violenza legale degli Stati, contro l'autoritarismo e la gerarchia abbiamo deciso di sostituire in questo giorno la targa presente nella nostra città intitolata ai mercenari italiani morti a Nassirya in una delle ultime guerre imperialiste, guerra che in questo caso puntava alla conquista di qualche pozzo di petrolio spacciandosi per guerra umanitaria. L'abbiamo sostituita con una targa in memoria di Augusto Masetti, muratore, anarchico che il 30 ottobre 1911, nella caserma Cialdini di Bologna costretto alla partenza per la guerra di Libia espresse il suo netto rifiuto esplodendo un colpo col suo fucile contro il tenente colonnello cavalier Stroppa, incitando i suoi commilitoni a ribellarsi e a vendicare i compagni caduti in Africa. Masetti rappresenta per noi uno dei più alti esempi di diserzione, il soldato che disse no alla guerra!
Gruppo Antagonista Antiautoritario

Trapani: no alla guerra

Sabato 4 novembre attivisti del Coordinamento per la Pace di Trapani hanno effettuato un volantinaggio nel centro storico della città per sensibilizzare i cittadini sulla grave ipocrisia che si cela dietro la festa delle forze armate. Di seguito alcuni passaggi del testo diffuso dai pacifisti trapanesi: "L'Italia non si è mai sottratta, sia con il Centrodestra sia con il Centrosinistra al governo, dal finanziare le missioni militari: Somalia, Kossovo, Afganistan, Iraq, Albania, ecc.
Questa dissennata strategia interventista viene finanziata con i soldi e le risorse pubbliche attraverso i tagli alla sanità, alla ricerca, alle pensioni, all'istruzione, al lavoro. Milioni di euro sottratti ai servizi sociali e al nostro benessere e gettati nel pozzo senza fondo della militarizzazione. Il recente intervento militare in Libano è rappresentativo dell'ipocrisia di questo governo che non ha esitato a partecipare a una guerra mascherata dietro l'egida di una risoluzione dell'Onu che prevede il disarmo di una delle parti in conflitto al fine di tutelare solamente lo stato di Israele e i suoi interessi in Medioriente.
L'unico modo per liberarci dall'incubo della guerra è rifiutare le logiche del dominio, della violenza e della sopraffazione dando una possibilità concreta alla pace, al confronto tra culture diverse, alla dialettica democratica tra i popoli.
È indispensabile rilanciare un pacifismo vero e senza compromessi: non ci sono guerre giuste, né sotto copertura dell'Onu né per conto della Nato".
TAZ laboratorio di comunicazione libertaria

Milano: antimilitarismo sempre

Un presidio nella centralissima Via Dante ha contrassegnato, a Milano, la giornata-anniversario della fine dell'immane massacro chiamato "prima guerra mondiale". Bandiere, striscioni, musica, comizi volanti, libri e volantini hanno supportato la presenza di un folto gruppo di compagne e compagni che, a partire dalle 15 fino a sera, hanno svolto, nella giornata della "festa" delle forze armate, una concreta azione di propaganda antimilitarista tra i numerosissimi passanti imperniata su poche ma chiare direttrici d'azione all'insegna dell'imperativo "fuori la guerra dalla storia":
- ritiro immediato delle truppe dal Libano, Iraq e Afganistan;
- contro tutte le guerre imperialiste e contro tutti gli eserciti;
- per il taglio delle spese militari: no alla finanziaria di guerra:
- sostegno alla lotta di tutti i popoli vittime della guerra e dell'occupazione militare;
e questo senza cadere nella demagogia pseudopacifista del centrosinistra che si trincera dietro l'ONU, e senza nemmeno scadere - per la sola logica che il "nemico del mio nemico è mio amico" - in una esaltazione acritica delle forze religiose reazionarie, politiche e militari che prefigurano nuove forme di strumentalizzazione e di sfruttamento delle classi oppresse e sfruttate.
Vi è poi da sottolineare che durante tutta l'iniziativa è stato distribuito anche un volantino di controinformazione e di solidarietà con la lotta in Oaxaca.
Il presidio, organizzato dalla Federazione Anarchica Milanese, dal Circolo dei Malfattori e dal Gruppo Libertario di Casatenovo e con il contributo di diverse altre realtà libertarie del milanese e del circondario, ha dato un ulteriore, significativo, momento di visibilità all'iniziativa sviluppata a partire dagli inizi di ottobre per contribuire a ridare fiato ad un'opposizione radicale alla guerra ed agli eserciti; un'opposizione capace di far sentire una voce di controinformazione reale su quello che sta accadendo. Un'iniziativa che si è articolata fino ad oggi sia in volantinaggi, sia nell'organizzazione della presentazione del libro di Marco Rossi "Afganistan senza pace", e sia soprattutto nella proposta, avanzata a tutte le forze sociali e politiche milanesi che si oppongono realmente alla guerra ed all'invio di truppe italiane, di costruire un'iniziativa di piazza, unitaria, sugli obiettivi proposti. Proposta questa che si è già concretizzata in alcuni incontri nella sede di Viale Monza per verificare la possibilità di costituire coordinamenti specifici sull'obiettivo indicato.
Alle 22 poi alla Cascina Autogestita Torchiera senzacqua si è tenuta, in conclusione della giornata antimilitarista, la "Festa delle forze disarmate" con un concerto dei gruppi Susie Big Hands [post-rock] e Musetta [pre-rock].
La prossima scadenza dello sciopero - finalmente unitario – del sindacalismo di base, che ha tra i suoi obiettivi il rifiuto degli aumenti delle spese militari, rappresenterà un ulteriore momento di questo percorso, al quale sarà importante contribuire con coerenza e lucidità.
m.v.

Torino: la giornata dei disertori

Il 4 novembre è il giorno che lo Stato italiano ha scelto per festeggiare le forze armate. Sino a pochi anni fa era la "Festa della Vittoria" dell'Italia nella prima guerra mondiale: 600.000 morti per una "festa" che dovrebbe essere un lutto. Un lutto per i tanti che, obbligati ad indossare una divisa, morirono per ingrassare padroni e governanti.
In quella data lo Stato apre le sue caserme al pubblico per propagandare il nazionalismo tricolore, quello di ieri e quello di oggi. Sempre comunque all'insegna di un mito tanto falso quanto duro a morire: quello degli "italiani brava gente", quelli che vanno in armi a fare del bene, quelli che la guerra la aborriscono ma la fanno per il bene altrui. Quelli che costruivano le strade in Albania e in Libia, quelli che i greci durante l'invasione li chiamavano fratelli, quelli che hanno inventato le missioni umanitarie. Si va dalla Somalia delle torture ai bombardamenti della popolazione serba sino all'Afganistan, all'Iraq, al Libano. Un mucchio di morti e tanta, tanta indecente retorica, una retorica che per anni pareva quasi dimenticata è ormai tornata in auge con prepotenza, perché i miliardi spesi per le armi e per l'esercito devono essere giustificati con qualche scopo nobile e superiore. Altrimenti lor signori potrebbero vedersi chiedere conto di un utilizzo dei soldi pubblici che privilegia la spesa di guerra e taglia servizi utili a tutti.
Perciò in questo 4 novembre di guerra abbiamo voluto ricordare che c'è chi rifiuta la logica militarista e guerrafondaia, chi diserta la guerra e si oppone a tutti gli eserciti e a tutte le frontiere.
Via Borgo Dora, di fronte all'ex Arsenale militare, nel cuore del Balon, è stata rinominata "Via Disertori di tutte le guerre", mentre antimilitaristi anarchici davano vita ad un presidio che dalle 11 del mattino continuava sino a metà pomeriggio. Polenta concia e vino venivano distribuiti ai presenti, mentre il reggae di Roby (Kumina Beat) e Fabietto (Casetta) andava a tutto volume.
C'era anche un banchetto informativo con distribuzione di libri e volantini e numerosi striscioni.
Le forze del disordine statale, presenti con un folto gruppo di digos, infastidite in particolare da uno striscione in cui campeggiava la scritta "4 novembre festa degli assassini" ne pretendeva la rimozione: di fronte al secco rifiuto dei manifestanti, la provocazione è rientrata.
Un albero alle "vittime degli eserciti e degli Stati" veniva piazzato in un angolo della piazza.
Nei numerosi interventi dal microfono, oltre a ricordare le ragioni della giornata di lotta, si esprimeva solidarietà al popolo di Oaxaca ormai da cinque mesi insorto contro il governo del sanguinario Ulisses Ruiz.
Nel tardo pomeriggio lo striscione "4 novembre festa dei disertori" è stato appeso alle finestre della caserma del genio guastatori in corso Brunelleschi a pochi metri dal Cpt, altro luogo di vergogna di questa città. Di fronte al portone della caserma sono stati gettati volantini antimilitaristi.
infofat

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