Umanità Nova, n 37 del 19 novembre 2006, anno 86

Messico - Oaxaca
Il fuoco sotto la cenere?



Nello stato di Oaxaca c'è una località, nota anche in Italia, si tratta di Puerto Escondido, meta di una malinconica fuga raccontata in un libro e in un film. Una storia che si incastrerebbe benissimo con quanto accaduto (vedi UN n. 35 e n. 36 del 2006) in queste ultime settimane. Gli ultimi sono stati giorni molto diversi da quelli precedenti, così densi di avvenimenti, e sebbene lontani hanno trovato una eco anche da noi grazie soprattutto alle reti dell'informazione indipendente.
Dopo la straordinaria manifestazione di domenica 5, la mobilitazione è proseguita, seppure in tono minore, ma non per questo meno significativo.
Gli avvenimenti di quest'ultima settimana hanno mostrato da una parte una diminuzione dei momenti di lotta di strada, cosa facilmente prevedibile e dall'altra il passaggio ad una fase di lotta politica.
Lunedì 6 alcune migliaia di insegnanti (provenienti da diverse località), quelli che hanno dato inizio alla lotta, hanno fatto un corteo chiedendo ancora una volta la partenza delle forze di occupazione poliziesche e le dimissioni del Governatore. Nel pomeriggio ha avuto termine lo sciopero della fame, durato 3 settimane, che alcuni militanti della APPO stavano facendo a Città del Messico.
Martedì 7 le strade cittadine sono state percorse da un corteo di sostenitori del "Partito Revolucionario Institucional" che marciavano dietro uno striscione che chiedeva "Fuori la APPO dalla Università". Mentre si svolgeva questa manifestazione gli studenti hanno occupato la Facoltà di Medicina, indicendo un blocco delle attività per 24 ore in sostegno alla lotta. Nel pomeriggio sono le donne a manifestare nel centro di Oaxaca, la manifestazione è costretta a subire continue provocazioni dalla polizia.
Mercoledì 8 è iniziato con i colpi sparati da "sconosciuti" contro una delle barricate che sono ancora in piedi in città. Nella mattinata una manifestazione partita dalla Città Universitaria raggiunge il centro. Alcuni dirigenti della APPO chiedono ospitalità alla Chiesa per evitare di essere fatti oggetto di violenza o di arresto.
Giovedì 9 ancora spari contro le barricate e manifestazioni di solidarietà di insegnanti.
Alcune scuole hanno riaperto e gli studenti tornano in classe sotto la "protezione" della polizia. Il Rettore ha annunciato che l'Università riaprirà i battenti lunedì 13 novembre. Ancora arresti e violenze, sebbene si tratti di casi isolati, da parte della polizia.
Venerdì 10 inizia il Congresso costitutivo della APPO. I media ufficiali riportano la notizia che la polizia ha deciso di cambiare tattica, passando dalla "contenzione delle proteste" al "controllo della città". A Città del Messico e in altre località continuano le manifestazioni in appoggio alla lotta. Arriva ad Oaxaca una carovana solidale partita dal Chiapas. Proseguono gli arresti.
Sabato 11 secondo giorno del Congresso della APPO. In città si svolge anche un incontro nazionale studentesco. Una carovana di 800 persone parte da Città del Messico in direzione di Oaxaca, il presidio permanente nella capitale messicana si sposta davanti al Senato.
Domenica 12 si conclude il Congresso e arriva in città la carovana di appoggio partita dalla capitale federale. In mattinata corteo.
L'arcivescovo di Oaxaca dichiara che la chiesa non darà rifugio ai militanti della APPO in quanto è lo Stato il garante (sic!) della loro sicurezza; nella capitale la polizia presidia la Cattedrale.
Questa scarna cronaca, è stata ripresa principalmente dai siti web, in quanto "Radio Universidad" ha avuto diversi problemi con le trasmissioni via Internet ed ha dato, ovviamente, il massimo spazio alla trasmissione dei lavori del Congresso della APPO.
Negli ultimi giorni è stata anche diffusa, dai media ufficiali, la notizia che il Governatore era intenzionato a presentare una proposta di "riforma", per risolvere (bontà sua) alcuni dei problemi presenti nel paese. A quanto è dato sapere, durante lo svolgimento del Congresso della APPO, la proposta è stata rifiutata. Il movimento comunque non demorde: questa settimana sono previste una mobilitazione di massa per lunedì 13, un corteo degli studenti per martedì 14 ed una marcia regionale dei lavoratori della scuola per mercoledì 15.
È ancora presto per conoscere i risultati del Congresso nel quale la APPO prova a diventare un movimento politico e, con tutta probabilità, sarà da questi che si capirà se, ed in che modi, la lotta di Oaxaca avrà un seguito.

Pepsy

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