Giovedì 9 novembre, all'Aula F di Palazzo Camponevskij si
è tenuto il primo incontro del ciclo "Precariare ingrassa".
Organizzato dal Collettivo Studentesco Indipendente, dai Comitati di
Base Studenti Libertari, dal Coordinamento Libertario lavoratori
immateriali della conoscenza e con l'intervento di Giordano Cotichelli
è stato affrontato il fenomeno precarietà. Formazione,
ricerca, sanità, lavoro, migrazioni; una panoramica critica a
livello globale e locale su questa condizione di subordinazione e
controllo sociale. Un problema reale che coinvolge milioni di
individui, una condizione materiale con la quale confrontarsi e
scontrarsi quotidianamente. Non prendendo in considerazione il lavoro
in nero e i nuovi fenomeni di schiavitù lavoratori precari in
Italia sono oltre 4milioni e con la finanziaria 2007 la musica non
cambia: precarietà, stretta sul personale, privatizzazioni ed
esternalizzazioni sono i cardini su cui è stato riorganizzato il
sistema dei servizi pubblici e del pubblico impiego, con le evidenti
disastrose conseguenze in termini di riduzione dei salari, della
quantità e qualità dei servizi primari, di continuo
trasferimento di ingenti risorse pubbliche ai privati. Capire la
precarietà, riuscire a vedere quel filo che lega politiche
globalizzanti e neo-liberiste alle politiche locali e ai sindacati di
stato, aiuta a tracciare insieme nuovi percorsi di resistenza e di
affermazione per una nuova lotta autorganizzata e dal basso, ed un
nuovo modo di fare sindacato. Una lotta che parta dalle coscienze di
ciascuno e dal rifiuto condiviso delle logiche precarizzanti e di
subordinazione sociale, contro la corruzione ed il ricatto politico,
per l'autorganizzazione e l'emancipazione sociale.
Edo
Giovedì 9 novembre si è tenuto un presidio di
solidarietà con gli insorti di Oaxaca al consolato messicano di
via S. Quintino 32 a Torino.
Al presidio, indetto dalla FAI torinese hanno preso parte anche
esponenti del Comitato Chiapas, del Prc e del Comitato
Internazionalista.
Si sono appesi striscioni e bandiere e scanditi slogan per la
libertà dall'oppressione e dallo sfruttamento del popolo di
Oaxaca e di denuncia della violenta repressione attuata dalla polizia
federale messicana contro un'esperienza di autogoverno popolare quale
l'APPO – assemblea dei popoli di Oaxaca.
Durante il presidio i presenti hanno deciso di effettuare iniziative di
solidarietà in contemporanea con lo sciopero generale proclamato
per il 20 novembre in Messico, dandosi appuntamento per un'assemblea
organizzativa il 15 novembre successivo.
Riportiamo alcuni stralci dell'appello alla solidarietà diffuso in questi giorni.
"Continua la brutale repressione dello Stato federale messicano contro
le popolazioni di Oaxaca. (…) Il silenzio e la disinformazione
dei media messicani e di quelli di casa nostra mettono la sordina o
distorcono volutamente il senso delle lotte del popolo di Oaxaca.
Criminalizzano gli insorti per avallare il comportamento del presidente
Fox e del governo federale i quali, per continuare a esercitare la loro
oppressione, preferiscono ridurre le rivendicazioni popolari a una
questione di ordine pubblico.
Solo l'informazione indipendente ha saputo rompere il cerchio dei media
di regime e proprio ad Oaxaca è stata colpita violentemente con
l'uccisione di Brad Will, mediattivista newyorkese caduto sulle
barricate della città.
La Resistenza a Oaxaca continua: sgomberata una piazza ne è
stata occupata un'altra, persa una barricata ne sono state erette di
nuove.
Le assemblee popolari sono l'autogoverno dal basso di gente che, stanca
di soprusi, ingiustizie e vessazioni ha ripreso in mano il proprio
destino e per questo sta pagando un duro tributo di sangue.
Occorre allargare la solidarietà. La lotta dei ribelli di Oaxaca è la nostra lotta."
Foto del presidio: http://italy.indymedia.org/news/2006/11/1180495.php
Eufelia
Il 6 novembre al processo a carico di antifascisti e antirazzisti
torinesi sono sfilati i testimoni per l'accusa relativamente al
troncone di processo relativo al presidio tenutosi il 19 maggio scorso
di fronte al Cpt di Corso Brunelleschi a Torino.
In quell'occasione la polizia intervenne per bloccare un gruppo di
antirazzisti che stavano praticando un buco nel muro del Cpt: ci furono
alcuni affrontamenti e una breve sassaiola. Nel Cpt, in quel momento
c'era una rivolta dei migranti reclusi che andrà poi avanti per
giorni sino alla deportazione dei prigionieri più determinati.
Ne è scaturita un'accusa di resistenza per la quale un primo
gruppo di antirazzisti è già stato condannato con rito
abbreviato a pene comprese tra i sei mesi e l'anno. Contro i tre che
invece hanno scelto di andare in dibattimento sono sfilati numerosi
poliziotti che hanno testimoniato in merito alla dinamica degli scontri
avvenuti quel giorno, quando la polizia venne sorpresa dall'elevato
numero di partecipanti alla protesta ed ebbe difficoltà a
fronteggiarla.
La prossima udienza del processo è stata fissata per il 30 gennaio.
Euf.