Umanità Nova, n 38 del 26 novembre 2006, anno 86

Proibizionismo
L'imbroglio del Decreto Turco


"Sono attualmente disponibili circa 92mila ricerche e pubblicazioni scientifiche sulla cannabis e nessuna di queste suggerisce che fumare cannabis sia più nocivo di fumare tabacco. Anzi, molti ricercatori (tra cui quelli dell'Istituto Nazionale di Ricerca sulle Droghe del governo americano) ritengono che la marijuana sia da paragonare piuttosto alla caffeina e alla cioccolata per il basso impatto dei suoi effetti sulla salute. Le notizie che circolano sui giornali sulla pericolosità della marijuana sono solo il frutto delle oscure fantasie di fanatici moralisti e religiosi, politici senza scrupoli e di qualche psichiatra di dubbia fama ed hanno lo stesso valore scientifico delle leggende urbane sulle baby-sitter cannibali e sui gatti esplosi dentro i forni a microonde (...) in generale le leggi contro le droghe non hanno nulla di razionale, sono motivate soltanto dall'odio viscerale contro certi stili di vita alternativi che a torto o a ragione vengono associati al consumo delle sostanze proibite"
(Kenneth Drake, psichiatra inglese)

Il ritorno in piazza del movimento antiproibizionista sabato 11 novembre con la Street Antipro di Bologna (che ha visto scendere alcune migliaia di persone in piazza, nonostante i boicottaggi di Questura e Comune, l'autorizzazione all'ultimo minuto e le centinaia di sbirri in minacciosa tenuta antisommossa che hanno accompagnato il corteo) ha avuto un immediato, piccolo risultato. Dal 18 novembre è, infatti, in vigore il decreto legge, firmato dai ministri della Salute Livia Turco e della Giustizia Clemente Mastella, che raddoppia la quantità massima di principio attivo di cannabis (Thc) considerato per uso personale, da 500 milligrammi a 1 grammo. Il decreto legge, promesso fin dall'estate, ma messo in cantiere solo dopo l'inaspettato successo della Street bolognese aumenta il limite stabilito dalle tabelle previste dalla legge Fini-Giovanardi sulle tossicodipendenze, considerando ''le caratteristiche differenziali dei principi attivi della cannabis (Thc) rispetto alle altre sostanze stupefacenti, anche per quanto riguarda il minor potere di indurre alterazioni comportamentali e scadimento delle capacità psicomotorie'' ed ha immediatamente scatenato le furie non solo degli esponenti della Destra, ma anche di una parte della stessa maggioranza di governo e della Chiesa Cattolica. 51 Parlamentari dell'Unione hanno immediatamente inviato una lettera alla Turco per dissociarsi dalla sua decisione, mentre L´Osservatore Romano ha scritto di "grave errore, di un rischio, di segnale negativo che favorirà consumo e spaccio di droga". Tutto questo can can perché è stato raddoppiato il quantitativo (non permesso, ma punito con sanzioni amministrative che possono andare dal ritiro della patente al divieto di allontanarsi dal comune di residenza) di una sostanza pericolosa quanto il caffè potrebbe anche far sorridere se non fosse che gli effetti della Legge Fini si fanno sentire sempre di più. Secondo i dati ufficiali, nel periodo che va dal primo maggio fino al 31 ottobre 2006, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente sono aumentati del 10,1% gli arresti per possesso di hashish, mentre gli arresti di chi era in possesso di marijuana è aumentato addirittura del 63,9%, e per quelli in possesso di piante intere di cannabis c'è stato un incremento del 17,85%. Questi dati sono tanto più drammatici se si considera che, come dice il sociologo e presidente del Guido Blumir già "negli ultimi due o tre anni della passata legislatura gli uomini di An al governo hanno esercitato pressioni per un aumento di attenzione, da parte delle forze dell'ordine, verso i consumatori di cannabis. Come risultato i fermi e le segnalazioni sono schizzati da 25mila a 80mila l'anno. Ciò ha inoltre portato a delle vittime: cinque ragazzi coinvolti in questo tipo di operazioni si sono suicidati perché non hanno retto ai meccanismi che scattano (fermo, arresto, processo, foto sui giornali)"
La Legge Fini (che ha fatto dell'Italia uno dei pochi paesi al mondo insieme a Cina, Cuba, Iran, Vietnam, Corea del Nord e Bulgaria in cui le droghe leggere sono equiparate a quelle pesanti) ha avuto come unico risultato quello di aumentare la diffusione di droghe pesanti ed in particolare di cocaina,visto che  il numero di persone che fanno uso della polvere bianca tanto amata dai fascisti è passato dai 350.000 stimati nel 2001 si passa ai 700.000 del 2005, ma il blando provvedimento della Turco oltre a non scalfire neanche un po' lo spirito della legge, sembra soltanto un contentino per tutta una serie di motivi:
- non si capisce perché la Turco non abbia abolito tutte le tabelle ereditate dal precedente governo, visto che queste tabelle sono state stilate da un gruppo cosiddetti esperti che non avevano altro merito che quello di essere "vicini" ad AN e all'UDC;
- secondo il decreto della Turco 1000 mg di THC corrisponderebbero a circa 10 g di marijuana o di hashish (che quindi avrebbero il 10% di principio attivo) anche se secondo le statistiche della Polizia Di Stato il principio attivo dell'erba e del fumo sequestrati in Italia è del 3,5% (e quindi 1000 mg di THC dovrebbero corrispondere a circa 30 g di marijuana o di hashish);
10 g di marijuana o di hashish sono comunque un quantitativo molto più basso dei 20 g previsti dai codici penali tedesco e russo o dei 28 g previsti dalle legislazioni di quasi tutti gli stati USA.
- i primi risultati dei questionari informativi sul consumo che diversi gruppi antiproibizionisti stanno diffondendo in diverse zone d'Italia indicano che circa il 20-25% dei consumatori acquista abitualmente dai 20 g alla volta in su. Col decreto Turco tutti questi consumatori che amano farsi le scorte e bazzicare poco il mercato nero saranno considerati spacciatori, visto che per la Legge Fini oltre la soglia di quantità per uso personale si incorre nel reato di spaccio (punito con pene da 1 a 6 anni per i casi "di lieve entità" e da 6 a 20 anni per gli altri casi, cioè con pene molto superiori a quelle previste per reati come lo stupro e il tentato omicidio);
- dulcis in fundo, secondo lo stesso ministro Ferrero, "il decreto Turco non equipara nemmeno il quantitativo di cannabis a quello di cocaina già presente nelle tabelle. Il precedente governo aveva inserito un quantitativo tollerabile di cocaina molto più alto di quello della cannabis: in questo modo un consumatore di cocaina quasi mai veniva identificato con uno spacciatore, cosa che capitava spesso invece per i consumatori di cannabis (.) Ora la soglia tra le due sostanze è quasi simile, anche se per la cannabis il livello rimane ancora al di sotto della cocaina".
A questo punto, l'iniziativa ritorna ai movimenti antiproibizionisti che certo avranno la lucidità di non accontentarsi di un piccolo decreto-gabola come quello appena varato dal Ministro Turco.

robertino

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