Umanità Nova, n 38 del 26 novembre 2006, anno 86

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Bologna: nuovo sito e giornale murale

Ad opera di alcuni gruppi di giovani compagni e compagne stanno prendendo vita nuove iniziative del circolo "Berneri" di Bologna che dal lontano 1972 è un punto di riferimento costante dell'attività anarchica in città.
Parliamo del sito internet (in fase di allestimento nelle sue diverse sezioni): www.circoloberneri.netsons.org. Il sito si propone di essere la bacheca delle iniziative che prendono vita nel movimento bolognese e, contemporaneamente, di essere una porta aperta per i contatti, per la conoscenza del movimento anarchico (nel progetto vi sarà un nutrito archivio del materiale prodotto dal circolo), con tutti gli opportuni link sia italiani che internazionali.
L'altra importante iniziativa è la pubblicazione di un giornale murale: "l'Atemporale Anarchico – Foglio Murale per la Liberazione della Menti e dei Corpi". Il numero 0 del novembre 2007 ha fatto la sua comparsa in occasione dello sciopero generale del 17 novembre. Ne sono state stampate 500 copie ma viene distribuito anche in pdf (per la riproduzione) ed è, ovviamente, scaricabile da www.circoloberneri.netsons.org. L'obiettivo della pubblicazione è appunto di essere affisso sui muri della città, all'interno degli spazi sociali occupati e/o autogestiti, alle fermate degli autobus, nelle scuole e nelle facoltà, nelle bacheche sindacali nei posti di lavoro.
L'editoriale recita: "Suona la sveglia! Viviamo un tempo che pare infinito nel suo essere uguale a sé stesso, un tempo che si riproduce e, si dice, è destinato a rimanere sempre sostanzialmente quello, nel suo scorrere: il presente. Un presente che non vuole guardare avanti, si rifiuta di conoscere la dimensione del futuro mentre erode il passato e la sua memoria. Vuole rimanere come è il presente: profondamente ingiusto, intrinsecamente autoritario. E così lo vogliono i soliti burattini di sempre, Stato, Chiesa e Capitale a cui non pare vero di riuscire a fare del presente l'unica dimensione avvertita, pare, dai più. Chi non ha memoria non ha futuro. Chi non sa che quel poco della libertà che ci è rimasto è il risultato di protesta e lotta, insurrezioni e rivoluzioni, si rifiuta di credere che il futuro ci riservi anche esso protesta e lotta, insurrezioni e rivoluzioni. Ma chi è costretto alla dimensione del presente eppure si ricorda del passato e sa che esiste la dimensione futuro, scalpita, si agita, vive. Il presente non è l'unica dimensione. C'è un passato di stravolgimenti, conquiste e sconfitte e un futuro che incombe. Ci guardiamo le spalle ma guardiamo al futuro, un futuro che per non essere più presente si deve disfare di Stato, Chiesa e Capitale. Un futuro a cui basta un temporale anarchico per dimenticarsi di essere stato così a lungo nel presente, nell'atemporale. L'@temporale anarchico suona la sveglia: è ora di cominciare a fare i conti con i burattinai."
Redb

Bologna: la Famiglia Bresci occupa

Un gruppo di compagne e compagni che erano stati sgomberati dalle precedenti occupazioni di via Tebaldi (zona Bolognina) hanno dato vita ad una nuova occupazione in via del Sostegno (quartiere Navile); uno stabile (storicamente adibito a "casa di manovra" per la regolazione del canale) di due piani, da anni in disuso che oggi gli occupanti stanno rimettendo a posto avendo reso abitabile il primo piano ed avendo avviato i lavori per la riparazione del coperto e la sistemazione del secondo.
L'azione delle compagne e dei compagni risponde alla politica sulla casa che il padronato, la proprietà fondiaria (fra cui spicca la curia) e l'amministrazione pubblica (con in prima fila marshal Cofferati) stanno portando avanti.
Come riportato in precedenti resoconti, i lettori di Umanità Nova, sanno come la legalità cofferatiana si sia dispiegata a suon di ruspe e blindati: decine i campi di fortuna sgomberati lungo le rive del Reno; centinaia le case occupate sgomberate con la forza. Proprio la resistenza incontrata in via Tebaidi (e la solidarietà del quartiere con gli occupanti) sembra aver rallentato (speriamo fermato) la politica degli sgomberi.
Per contatti e solidarietà segnaliamo il sito delle famiglie Bresci: www.autistici.org/famigliabresci. Un plurale che incita all'azione diretta.
Redb

Marghera: sgomberato lo storico Comitato di quartiere

A Marghera, nel cuore ormai postindustriale di Mestre, il quartiere Cita (dal nome di una fabbrica distrutta durante la guerra) è un quartiere composto da alti palazzoni, tipici dell'edilizia popolare, adiacenti alla ferrovia. Un luogo quasi destinato alla ghettizzazione a all'isolamento tipico di tante periferie urbane che, invece, ha saputo mantenere una propria vivibile condizione di socialità, grazie soprattutto al lavoro del Comitato di quartiere, esperienza di autorganizzazione degli abitanti del quartiere con un trentennio di storia alle spalle.
Grazie al Comitato che oltre a funzionare come comitato di lotta per il diritto alla casa e in difesa del salario degli inquilini lavoratori e pensionati, si è occupato di ogni questione concreta riguardante la collettività che vive nel quartiere, i cittadini hanno potuto avere la farmacia, un ufficio postale, il parco, i giochi per i bambini, momenti di festa e la possibilità di incontrare i nuovi residenti immigrati.
Tutto questo, evidentemente, ormai rappresenta una realtà incompatibile con le politiche istituzionali e i loro rappresentanti che, apertamente, disconoscono il ruolo di quelle realtà che sul territorio sono punto di riferimento per le lotte e le vertenze organizzate e gestite direttamente dai soggetti interessati. Così mercoledì 15 novembre, ancor prima delle 7 di mattina, un plotone di poliziotti e carabinieri in assetto antisommossa, giunti con ben 6 furgoni blindati, ha travolto e sciolto con la forza il presidio antisfratto davanti alla sede del Comitato in via Longhena 42, ormai da tempo sotto sfratto: 30 anni di storia, di lotta, di partecipazione popolare in difesa del diritto alla casa, vissuti nel quartiere e nella città, ridotti ad un problema di ordine pubblico, con tanto di reparto di poliziotti a presidiare in modo permanente la sede ormai chiusa.
L'amministrazione comunale, di centrosinistra, dei giorni precedenti aveva parlato il linguaggio chiaro ed esplicito dell'ordine, della legalità, della riduzione dei comitati, delle istanze sociali e dei conflitti ad elementi da eliminare dal panorama cittadino; così come si era già visto questa estate con l'intervento poliziesco contro cittadini e ambientalisti al parco della Bissuola per installare un'antenna gigantesca per la telefonia mobile, o come si assiste quotidianamente a Venezia con la caccia ai migranti. Erano 15 anni che a Marghera non si vedevano scene simili, tutte avvallate dalla giunta del filosofo Cacciari e dal presidente della municipalità, Renato Panciera, con tessera di Rifondazione Comunista in tasca.
Così, dopo lo sgombero forzato, circa una cinquantina di persone, tra aderenti al Comitato, compagni/e solidali del Comitato casa di S. Margherita (Venezia), della Rete Antirazzista, del centro sociale Zona Bandita, dell'Ateneo libertario e del circolo "Tutti in piedi ", hanno deciso di andare in piazza del Municipio a Marghera, a occupare e mettere sottosopra l'ufficio del presidente della municipalità, il quale una volta arrivato si è trovato di fronte la rabbia degli sgomberati, tra i quali non pochi aderenti al suo stesso partito, mentre fuori digos e polizia subito accorsi in forze cercavano di controllare la situazione.
La partita non è certo chiusa e, come stato scritto in un comunicato unitario, "ricompariremo nel blocco dei prossimi sfratti alla Cita, ricompariremo nella conquista di una nuova sede. Qui siamo e qui restiamo!"
RedVE

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