Dopo alcune riunioni preliminari, svolte nelle settimane precedenti,
si è costituito, giovedì 16 novembre, il Circolo
Libertario Ternano "Carlotta Orientale".
La scelta di dare al circolo il nome di questa militante anarchica,
operaia e poi tessitrice presso lo iutificio, militante dell'Unione
Sindacale Italiana e promotrice delle prime esperienze di
organizzazione autonoma delle lavoratrici e dei lavoratori ternani, poi
rivoluzionaria presidentessa della Camera del Lavoro negli anni della
grande guerra, e infine esule in varie città d'Europa durante il
fascismo, intende segnalare il nostro interesse per la riscoperta e la
valorizzazione, a livello locale e globale, di una consapevolezza della
storia di conflitti sociali da cui è emersa la fisionomia del
mondo che abitiamo, e di una capacità di sperimentare forme di
vita più degne e più libere di quelle vigenti, senza le
quali anche le lotte sociali del presente, difficilmente, possono
radicarsi ed ottenere risultati duraturi.
Il circolo è orientato a rielaborare, liberamente e
autonomamente, le idee, le forme di lotta, le modalità di
autoorganizzazione dell'anarchismo sociale, e di altre correnti o
individualità che hanno espresso una ricerca orientata a
principi antiautoritari e libertari, mettendo a confronto tale
patrimonio culturale e politico con le problematiche sociali e
ambientali, locali e globali, poste dal nostro tempo, dai mutamenti che
caratterizzano il presente storico, dalla diversità e
complessità delle comunità umane.
Il bisogno di libertà e il bisogno di cooperazione sociale sono entrambi radicati in ogni essere umano.
Nella memoria e nelle esperienze, coscienti o rimosse, di ogni persona,
e di ogni comunità, è inscritta una storia di conflitti
tra la repressione e l'espressione di tali esigenze.
L'anarchismo sociale è lotta per affermarle entrambe pienamente,
e congiuntamente, in modo non cieco e non autodistruttivo: esso rifiuta
il modello, oggi dominante, di organizzazione e sviluppo delle
società, fondato sul dominio dell'uomo sull'altro uomo e sulla
natura, e afferma un progetto sociale basato sulla libertà per
ognuno di maturare le proprie scelte e i propri stili di vita,
sostenuta da una cooperazione sociale egualitaria, e da una
formazione culturale all'esercizio critico di tale libertà.
Circolo Libertario Ternano "Carlotta Orientale"
Lo scorso 4 novembre (cfr. UN 36 pag. 7 "4 novembre
antimilitarista") piazza "Martiri di Nassiriya" venne rinominata alla
memoria del disertore anarchico "Augusto Masetti". In quell'occasione i
compagni del "Gruppo Antagonista Antiautoritario" vennero fermati e
trattenuti in caserma oltre tre ore. Nei giorni successivi si sono
moltiplicate le attenzioni delle forze del disordine statale nei
confronti degli anarchici beneventani. Due compagni sono stati fermati
ed accusati del reato di "stampa clandestina" perché i loro
volantini mancavano delle indicazioni prescritte dalla legge, una delle
tante leggi fatte per rendere carta straccia la libera espressione del
pensiero, tanto sbandierata in teoria quanto vilipesa nei fatti.
Ampia è stata la solidarietà agli anarchici beneventani
che si è concretizzata nella partecipazione di circa 150 persone
al presidio svoltosi a Benevento il 21 novembre.
In quell'occasione i compagni hanno ribadito le ragioni del loro
antimilitarismo e dimostrato la chiara volontà di rispedire al
mittente i tentativi di intimidazione di polizia e magistratura.
Scrivevano in un comunicato fatto girare dopo il presidio: "La nostra
avversione verso la guerra non è una bandiera arcobaleno, come
quella sventolata da alcuni "sinistri" per accalappiarsi qualche voto
in più, ma un impegno concreto affinché non si verifichi
mai più che un uomo venga ingoiato dalla macchina del
militarismo. Non sono solo le guerre in Iraq ed in Afganistan a non
piacerci. Nessuna guerra ci piace, perché tutte le guerre sono
state fin ora combattute dagli sfruttati per i soli interessi degli
sfruttatori. Nostro malgrado, l'unica guerra che riteniamo necessaria
è quella degli oppressi contro gli oppressori, quella per la
libertà vera e non per la libertà di scegliere da chi
essere comandato." E più oltre rimarcavano la volontà di
stare in piazza "per dire ‘no' alla repressione, perché
non possa più succedere che compagni vengano aggrediti dalla
polizia, denunciati perché in possesso di manifesti,
perseguitati perché anarchici."
Eufelia
Al presidio del 9 novembre (cfr. Inform@zione in Umanità Nova
n. 37) indetto dalla FAI torinese di fronte al consolato del Messico in
via S. Quintino, era emersa la necessità di un'iniziativa in un
luogo più centrale in solidarietà al popolo di Oaxaca. La
gente di Oaxaca è da settimane vittima di una dura repressione,
dopo mesi di aperta rivolta contro il governatore dello Stato, Ulyses
Ruiz, che nel mese di giugno aveva ordinato il fuoco contro i maestri
in sciopero. Dal quel 14 giugno di fatto i popoli di Oaxaca, uno degli
stati più meridionali e poveri del Messico, erano insorti,
occupando edifici pubblici, radio, tv e università ed erigendo
barricate un po' ovunque. Ci era voluto l'assassinio del mediattivista
statunitense Brad Will, ucciso mentre filmava l'attacco di forze
paramilitari ad una barricata, perché la rivolta di Oaxaca
bucasse il silenzio dei media. La repressione purtroppo continua e si
intensifica (cfr. "La rivolta e la politica a pag. 3) mietendo nuove
vittime. Sempre più importanti le iniziative di
solidarietà come quella indetta venerdì 24 novembre in
piazza Castello da un cartello di gruppi solidali "Torino per Oaxaca".
Durante il presidio sono stati scanditi slogan, distribuiti volantini e
fatti interventi informativi, mentre i pink della "Torino Samba band"
percorrevano la piazza e la limitrofa via Garibaldi ritmando "Oaxaca
Libera". Nel volantino distribuito dalla FAI torinese si leggeva: "Il
silenzio e la disinformazione dei media messicani e di quelli di casa
nostra mettono la sordina o distorcono volutamente il senso delle lotte
del popolo di Oaxaca. Criminalizzano gli insorti per avallare il
comportamento del presidente Fox e del governo federale i quali, per
continuare a esercitare la loro oppressione, preferiscono ridurre le
rivendicazioni popolari a una questione di ordine pubblico.
Le assemblee popolari esprimono la volontà di l'autogoverno dal
basso di gente che, stanca di soprusi, ingiustizie e vessazioni ha
ripreso in mano il proprio destino e per questo sta pagando un duro
tributo di sangue."
Mort.
La due giorni antirazzista promossa dalla FAI torinese il 24 e 25
novembre si è articolata in una serata informativa
venerdì 24 e in un presidio di piazza sabato 25. All'assemblea
del 24 hanno preso parte Gianluca Vitale, avvocato dell'Asgi, in prima
fila nella difesa dei migranti e Federico Denitto della Commissione
Antirazzista della FAI. Molto interessanti ed articolati gli interventi
dei due relatori che hanno illustrato le diverse politiche nei
confronti dell'immigrazione adottate dei governi di centro destra e da
quelli di centro sinistra, che al di là degli slogan, si sono
caratterizzate per una chiara matrice razzista. Purtroppo all'ottima
qualità delle relazioni non è corrisposta una
partecipazione adeguata all'importanza del tema.
Il giorno successivo si è tenuto un presidio con banchetti
striscioni e interventi dal microfono. È stata scelta la piazza
del Municipio perché in quello stesso luogo nel novembre di sei
anni prima si era svolta un'iniziativa contro il Cpt di corso
Brunelleschi. In quell'occasione 9 antirazzisti, entrati nella sala
riservata al pubblico della Sala del consiglio comunale, esposero uno
striscione con la scritta "chiudere i lager, aprire le frontiere". In
quel momento parlava il nazileghista Borghezio, che solo pochi mesi
prima aveva dato fuoco ad un ricovero per migranti senza tetto sotto il
ponte Mosca a Torino: solo per un caso non ci scappò anche il
morto. Il prossimo 11 dicembre i 9 antirazzisti verranno processati di
interruzione di pubblico servizio.
Mort.
Si è svolta il 23 novembre presso i locali della "Siviera"
l'assemblea pubblica, convocata dal Circolo Libertario Ternano
"Carlotta Orientale", per lanciare la proposta di un comitato cittadino
contro gli inceneritori.
L'iniziativa, seguita alla decisione dell'amministrazione comunale di
introdurre, per diciotto mesi, la sperimentazione di un terzo camino
per l'incenerimento dei rifiuti, affidandone la gestione all'impianto
privato di proprietà della Printer, in zona Maratta, rilancia
una tematica che, già pochi anni fa, era stata oggetto di forti
conflitti sociali nel ternano, data la inoppugnabile documentazione
relativa ai danni per la salute e l'ambiente arrecati dagli impianti
esistenti.
La discussione, concepita dagli organizzatori come un primo momento di
confronto con le diverse posizioni presenti nell'ambito delle
associazioni ambientaliste e della cittadinanza, è stata
introdotta da una relazione in cui si evidenziava l'inconsistenza delle
motivazioni addotte dalla giunta comunale, e dalla ASM, ditta
incaricata del servizio rifiuti, per l'aggiunta di questo nuovo
impianto di incenerimento, contrabbandata come misura ecologicamente ed
economicamente conveniente.
Nonostante l'ampio spazio concesso per motivare le loro scelte, alla
maggioranza dei presenti non sono sembrate convincenti le posizioni
espresse dai rappresentanti di Lega Ambiente, unica associazione
ambientalista che, anche attraverso le interviste concesse ai giornali
da alcuni suoi rappresentanti locali, ha dato un sostanziale avallo
all'operazione.
Tutte le altre persone e associazioni presenti, valutati i dati e le
documentazioni sottoposti alla loro attenzione, hanno convenuto sulla
necessità di opporsi a tale progetto, pur nella consapevolezza
delle difficoltà, già in passato incontrate, dai
movimenti locali su questo terreno.
Dalla discussione è emersa, in primo luogo, la necessità
di diffondere, nella cittadinanza, la consapevolezza
dell'incompatibilità tra incremento dell'incenerimento e avvio
di una seria raccolta differenziata, e di un efficace processo di
smistamento e riciclaggio dei rifiuti.
Si è quindi decisa la formazione di un comitato contro gli
inceneritori, orientato a promuovere soluzioni alternative alla
combustione dei rifiuti, a radicare e diffondere il più
possibile la consapevolezza della rilevanza e urgenza di questo
problema, nella popolazione locale, a costruire una rete di connessioni
con le altre realtà che, sul territorio nazionale, conducono
lotte analoghe.
Il comitato si dà una struttura orizzontale ed egualitaria, in
cui tutte le persone seriamente e coerentemente interessate ad una
lotta contro l'inquinamento e i danni provocati dall'incenerimento
hanno pari dignità, e uguale diritto di parola e decisione.
La metodologia di lavoro scelta prevede di sviluppare, articolandoli
tra loro, sia incontri di approfondimento critico e scientifico sui
temi inerenti alla questione, sia iniziative di controinformazione e di
pubblica protesta.
Sul piano propositivo, ovvero, dell'individuazione di alternative
all'incenerimento, si è discusso dei processi di lavorazione a
freddo di rifiuti e prodotti di scarto, tecnica innovativa che sembra
dare risultati molto promettenti. Il comitato si è impegnato ad
approfondire adeguatamente questo punto attraverso la raccolta di un
dossier, e il confronto con abitanti ed esponenti di altre
realtà locali in cui questa tecnica di trattamento rifiuti
è stata adottata.
L'assemblea ha inoltre deciso di proseguire e approfondire il lavoro di
indagine e di controinformazione sui danni alla salute e all'ambiente,
già prodotti dagli inceneritori esistenti nel ternano, e
sull'impatto ambientale che l'accensione del camino Printer potrebbe
avere, attraverso:
- la raccolta e messa a confronto di dati già esistenti sui
danni dell'incenerimento nel ternano, sul progetto triennale ASM che
include l'accensione del nuovo camino, e sull'esito di analoghe
sperimentazioni in altre zone del mondo in cui i termovalorizzatori, di
nuova e vecchia generazione, avendo provocato gravi danni, sono
attualmente in via di dismissione;
- la promozione di pubblici incontri con esperti del settore;
- la somministrazione di un questionario agli abitanti della zona di
Maratta, in cui si concentrano i due inceneritori già in
funzione e il camino Printer;
- il tentativo di avviare, cercando la collaborazione di
università, associazioni e studiosi del settore, test
scientifici sull'acqua e, ove possibile, sull'aria, e sul cuoio
capelluto di un campione significativo di volontari, per ottenere un
monitoraggio, scientificamente rigoroso e indipendente da ogni
manipolazione speculativa o politica, degli effetti prodotti, negli
anni passati, dall'incenerimento dei rifiuti, sugli abitanti del
circondario, sul bestiame, sui prodotti agricoli. A sostegno di tali
attività, il comitato si propone di organizzare iniziative di
autofinanziamento, che siano nel contempo momenti per diffondere
controinformazione e per allargare il confronto su questi temi.
Prese le suddette decisioni, il Comitato si è dato appuntamento per giovedì 30 novembre.
M@rcos