"Il rischio vero è che ci siano meno rigassificatori di quelli
che servono. La scommessa è invece farne di più" ha
dichiarato con una faccia tosta degna di miglior causa Ermete Realacci,
deputato della Margherita e presidente onorario di Legambiente (Il
velino, 22/8/2006). La posizione di questa tristemente famosa
associazione ambientalista è fin troppo chiara: in un comunicato
dell'11 giugno 2006 la sua Direzione nazionale "rifiuta radicalmente
l'idea di una opposizione generalizzata contro i rigassificatori" e
richiama all'ordine i circoli e gruppi locali "che non possono in alcun
modo prestare il fianco a iniziative di questo tipo, dannose per
l'immagine e gli obiettivi dell'associazione, né tanto meno
assecondare forme pericolose di disinformazione che esagerando oltre
ogni decenza i rischi potenziali dei nuovi impianti, alimentano
allarmismi e catastrofismi del tutto impropri". Parole durissime e
insultanti verso tutti quei comitati che sul territorio si battono
contro la realizzazione di progetti inutili e pericolosi, adoperandosi
in una logorante campagna di controinformazione rispetto alle
"verità ufficiali" senza godere delle protezioni e degli appoggi
di cui gode Legambiente. Fra l'altro i suoi dirigenti dovrebbero
rendere conto di certe loro amicizie, francamente un po' pericolose,
come quella con la Edison Spa che finanzia molte iniziative di
Legambiente: Treno verde, Ecoludobus, Nontiscordardimé. La
Edison Spa è impegnatissima a vincere le resistenze della
popolazione per la realizzazione del rigassificatore off shore di Porto
del Levante, Rovigo. Solo un caso?