Umanità Nova, n.40 del 10 dicembre 2006, anno 86

Il patacca e Brontolo
Polonio e Stronzio


Che Prodi fosse un agente del Kgb, e dei più pericolosi, era talmente scontato che anche un bambino di livello intellettuale pari a quello dell'on. Guzzanti ci sarebbe arrivato senza scomodare una commissione parlamentare. Come spiegare altrimenti quel farfugliare sibilante e impastato, se non come il diabolico tentativo di impedire che qualcuno, anche il più dotato decrittatore del campo avverso, potesse capire una mazza di quello che stava dicendo? Come interpretare quell'aspetto da reggiano "testa quadra" d'ordinanza, quell'innocente bonomia da assistente domenicale della Caritas, se non come la maschera che nasconde la truculenta ferocia del sanguinario emissario della piovra comunista? Se si fosse dovuta metter su la commissione Mitrokhin solo per scoprire questa banalità, bel modo davvero di spendere i soldi dei contribuenti! Che poi si venda come una inaspettata e clamorosa rivelazione il fatto che Bassolino scambi le figurine con i boss della camorra per favorire qualche coop rossa, beh, forse la scoperta dell'acqua calda ha presentato maggiori problemi interpretativi. Un po' meno scontata, va riconosciuto, la rivelazione che anche Pecoraro Scanio facesse parte della combriccola. Questo comunque spiegherebbe, una volta per tutte, come mai il crollo della gloriosa Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche sia stato così improvviso e rovinoso.
Quel che è certo, in questa grottesca storia della commissione Mitrokhin e annessa epidemia di serbatoi radioattivi viventi, è che un casino come questo era un pezzo che non lo si vedeva e ne va quindi dato atto ai fantasiosi registi dell'operazione. Non manca, infatti, uno solo degli elementi tipici delle più intricate spy stories d'appendice, e l'unica critica che si può fare è che, per la incorreggibile vocazione allo straordinario degli spioni nostrani – che sono pur sempre impiegati statali - si è sprecata un'ottima occasione mediatica. Infatti si è messa troppa carne al fuoco in una volta sola, mentre invece, lavorando in orario d'ufficio, si sarebbero potuti creare non uno, ma più intrighi internazionali, da proiettare sotto natale come i film di Boldi e De Sica: "Vacanze di natale al Cremlino", "Natale alla Lubianka", "Con gli sci sui monti Urali" e così via.
Del resto, anche i personaggi ci sono tutti, e una commedia all'italiana più paradossale di questa, nemmeno Monicelli o Comencini avrebbero potuto girarla. Dunque, il protagonista principale, a quanto pare, sarebbe questo Scaramella, che oltre ad avere il peso di un cognome simile – e non è cosa da poco – non si sa se sia stato lui a mangiarsi il polonio o lo abbia messo nel sushi della spia russa. Quel che è certo è che quello sfigatore di Guzzanti gli ha subito pronosticato una prossima morte fra dolori lancinanti. E se questi sono gli amici…! A parte le sfighe, comunque, non si capisce chi sia questo possibile Chernobyl in miniatura e cosa rappresenti, e l'unica certezza è che deve essere uno di quei patacca che tutti, nella nostra vita, ne abbiamo conosciuto almeno uno. Uno di quelli che a scuola non gli davi un centesimo per via delle balle che raccontavano, e che poi li ritrovi al centro della politica nazionale (ecco uno dei tanti motivi per cui gli anarchici si tengono lontani dalla politica) e dalle cui stronzate sembrano dipendere i destini del paese. Soprattutto quando le loro stronzate, proprio perché tali, vengono utilizzate con "raffinata intelligenza" da patacca più patacca di loro. Ed esemplari simili, si sa, non ce li facciamo mancare.
Il compare è Paolo Guzzanti, persona nota negli ambienti romani, per la dirittura morale e la specchiata onestà intellettuale. Agitando la bella facciona da nano da giardino (urge un immediato intervento del Fronte di Liberazione Nazionale dei Nani da Giardino) informa drammaticamente di essere la quarta delle cinque vittime predestinate, ma alla domanda di chi sia la quinta, risponde candidamente di essersi scordato il nome. Sia come sia, potendo contare su un cacciatore di spie del Kgb della levatura del piccolo Chernobyl, attacca a costruire dossier su dossier da utilizzare in campagna elettorale contro i nemici del padrone. Il quale padrone, ignorando come ogni padrone che si rispetti quel che fa la servitù, non sa nulla delle trame che si stanno allestendo contro i suoi avversari. E ci mancherebbe, cribbio! (Anche se poi, quando il fido nano da giardino gli ha presentato un conto che comprendeva incautamente anche il coinvolgimento dell'amico Putin, l'ha trovato talmente salato da pensare bene di scaricarlo lasciandolo, in un primo momento, ai cani).
Su tutto, poi, immancabile come le mosche quando c'è da banchettare sulla m….., l'intervento dell'eterno dimissionario Cossiga, il quale, quando sente parlare di spioni, tradimenti e servizi segreti, si commuove neanche leggesse per la prima volta La piccola fiammiferaia. E infatti, dall'alto della sua esperienza di fedele servitore dello stato…. americano, plaude alle nobili intenzioni della premiata coppia Chernobyl e Brontolo, rimpiangendo solo di non avere più l'età per giocare con loro.
A questo punto, spontaneo, sorge un dubbio: vuoi vedere che ancora una volta ce l'hanno raccontata e che invece del Polonio 210, sono rimasti tutti contaminati dallo Stronzio 211?

MoM

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