Che Prodi fosse un agente del Kgb, e dei più pericolosi, era
talmente scontato che anche un bambino di livello intellettuale pari a
quello dell'on. Guzzanti ci sarebbe arrivato senza scomodare una
commissione parlamentare. Come spiegare altrimenti quel farfugliare
sibilante e impastato, se non come il diabolico tentativo di impedire
che qualcuno, anche il più dotato decrittatore del campo
avverso, potesse capire una mazza di quello che stava dicendo? Come
interpretare quell'aspetto da reggiano "testa quadra" d'ordinanza,
quell'innocente bonomia da assistente domenicale della Caritas, se non
come la maschera che nasconde la truculenta ferocia del sanguinario
emissario della piovra comunista? Se si fosse dovuta metter su la
commissione Mitrokhin solo per scoprire questa banalità, bel
modo davvero di spendere i soldi dei contribuenti! Che poi si venda
come una inaspettata e clamorosa rivelazione il fatto che Bassolino
scambi le figurine con i boss della camorra per favorire qualche coop
rossa, beh, forse la scoperta dell'acqua calda ha presentato maggiori
problemi interpretativi. Un po' meno scontata, va riconosciuto, la
rivelazione che anche Pecoraro Scanio facesse parte della combriccola.
Questo comunque spiegherebbe, una volta per tutte, come mai il crollo
della gloriosa Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche sia stato
così improvviso e rovinoso.
Quel che è certo, in questa grottesca storia della commissione
Mitrokhin e annessa epidemia di serbatoi radioattivi viventi, è
che un casino come questo era un pezzo che non lo si vedeva e ne va
quindi dato atto ai fantasiosi registi dell'operazione. Non manca,
infatti, uno solo degli elementi tipici delle più intricate spy
stories d'appendice, e l'unica critica che si può fare è
che, per la incorreggibile vocazione allo straordinario degli spioni
nostrani – che sono pur sempre impiegati statali - si è
sprecata un'ottima occasione mediatica. Infatti si è messa
troppa carne al fuoco in una volta sola, mentre invece, lavorando in
orario d'ufficio, si sarebbero potuti creare non uno, ma più
intrighi internazionali, da proiettare sotto natale come i film di
Boldi e De Sica: "Vacanze di natale al Cremlino", "Natale alla
Lubianka", "Con gli sci sui monti Urali" e così via.
Del resto, anche i personaggi ci sono tutti, e una commedia
all'italiana più paradossale di questa, nemmeno Monicelli o
Comencini avrebbero potuto girarla. Dunque, il protagonista principale,
a quanto pare, sarebbe questo Scaramella, che oltre ad avere il peso di
un cognome simile – e non è cosa da poco – non si sa
se sia stato lui a mangiarsi il polonio o lo abbia messo nel sushi
della spia russa. Quel che è certo è che quello sfigatore
di Guzzanti gli ha subito pronosticato una prossima morte fra dolori
lancinanti. E se questi sono gli amici…! A parte le sfighe,
comunque, non si capisce chi sia questo possibile Chernobyl in
miniatura e cosa rappresenti, e l'unica certezza è che deve
essere uno di quei patacca che tutti, nella nostra vita, ne abbiamo
conosciuto almeno uno. Uno di quelli che a scuola non gli davi un
centesimo per via delle balle che raccontavano, e che poi li ritrovi al
centro della politica nazionale (ecco uno dei tanti motivi per cui gli
anarchici si tengono lontani dalla politica) e dalle cui stronzate
sembrano dipendere i destini del paese. Soprattutto quando le loro
stronzate, proprio perché tali, vengono utilizzate con
"raffinata intelligenza" da patacca più patacca di loro. Ed
esemplari simili, si sa, non ce li facciamo mancare.
Il compare è Paolo Guzzanti, persona nota negli ambienti romani,
per la dirittura morale e la specchiata onestà intellettuale.
Agitando la bella facciona da nano da giardino (urge un immediato
intervento del Fronte di Liberazione Nazionale dei Nani da Giardino)
informa drammaticamente di essere la quarta delle cinque vittime
predestinate, ma alla domanda di chi sia la quinta, risponde
candidamente di essersi scordato il nome. Sia come sia, potendo contare
su un cacciatore di spie del Kgb della levatura del piccolo Chernobyl,
attacca a costruire dossier su dossier da utilizzare in campagna
elettorale contro i nemici del padrone. Il quale padrone, ignorando
come ogni padrone che si rispetti quel che fa la servitù, non sa
nulla delle trame che si stanno allestendo contro i suoi avversari. E
ci mancherebbe, cribbio! (Anche se poi, quando il fido nano da giardino
gli ha presentato un conto che comprendeva incautamente anche il
coinvolgimento dell'amico Putin, l'ha trovato talmente salato da
pensare bene di scaricarlo lasciandolo, in un primo momento, ai cani).
Su tutto, poi, immancabile come le mosche quando c'è da
banchettare sulla m….., l'intervento dell'eterno dimissionario
Cossiga, il quale, quando sente parlare di spioni, tradimenti e servizi
segreti, si commuove neanche leggesse per la prima volta La piccola
fiammiferaia. E infatti, dall'alto della sua esperienza di fedele
servitore dello stato…. americano, plaude alle nobili intenzioni
della premiata coppia Chernobyl e Brontolo, rimpiangendo solo di non
avere più l'età per giocare con loro.
A questo punto, spontaneo, sorge un dubbio: vuoi vedere che ancora una
volta ce l'hanno raccontata e che invece del Polonio 210, sono rimasti
tutti contaminati dallo Stronzio 211?
MoM