Umanità Nova, n.40 del 10 dicembre 2006, anno 86

Nuova Destra e religione
Contro l'uguaglianza


Vi proponiamo il terzo di una serie di articoli dedicati alla "Nuova Destra". Il primo, "La "nuova destra" di Alain de Benoist. Differenzialismo razzista" è comparso su Umanità Nova n. 31. Il secondo, "Nuova Destra. Identità e Comunità" è stato pubblicato su UN n. 35

"L'egualitarismo è penetrato nella cultura europea in una fase di crisi all'inizio della nostra era, attraverso un'antropologia nuova, di cui il giudeo-cristianesimo è stato un vettore"... "Introdotta nel pensiero europeo per mezzo del giudeo-cristianesimo - con il tema dell''eguaglianza davanti a Dio' – l'ideologia egualitaria si è laicizzata nel XVIII secolo."
Uno degli attacchi, e forse il più importante, diretti della Nuova Destra contro la modernità occidentale passa attraverso lo scontro con l'ideologia egualitaria: il tema dell'antiegualitarismo, sia di tipo biologico-razziale, convogliato, come abbiamo già visto, nel differenzialismo anti-assimilatore, sia di tipo spirituale – culturale, è forse il vero cardine attorno al quale ruotano tutte le altre ipotesi politiche e meta-politiche, non solo della nuova destra, ma, si può a ben ragione dire, di tutte le destre sino ad ora conosciute. La vera novità teorica, che poi così nuova non è, ma lo vedremo più avanti, è l'attacco che la Nuova Destra porta al pensiero cristiano-giudaico, come sistema estraneo, appunto penetrato, nella cultura europea declinante.
L'assunto base è molto semplice: il pensiero giudaico-cristiano, da cui la religione ebraica da una parte e cattolica e protestante dall'altra, pone tutti gli esseri umani in un sistema di eguaglianza di fronte a Dio. Questo modello culturale, traslato in un contesto laico, traspone quell'equivalenza sul terreno propriamente umano, del quale i rappresentati escatologici sarebbero le nuove religioni egualitarie, ovvero il liberalismo, il socialismo, il comunismo e l'anarchismo.
"Ciò che particolarmente caratterizza il pensiero egualitario è la sua tendenza 'monoteista' e riduttiva. Ritenendo che gli individui siano essenzialmente identici (e che su questa identicità fondamentale si fonda la loro eguaglianza, generatrice dei loro 'diritti'), esso tende a ricondurre tutto all'Unico. Tende ad eliminare la diversità dal mondo."
Ecco che il sillogismo della Nuova Destra trova qui il suo pieno compimento: pensiero giudaico cristiano - monoteismo → uguaglianza degli uomini di fronte a Dio → uguaglianza fra gli esseri umani → uguaglianza laica → teorie universalistiche (comunismo, anarchismo...) → razzismo unidimensionale (contro le differenze): "Su scala mondiale, la contraddizione maggiore ormai non è più tra la destra e la sinistra, il liberalismo e il socialismo, il fascismo e il comunismo, il 'totalitarismo' e la 'democrazia', ma tra coloro che vogliono un mondo unidimensionale e coloro che si schierano per un mondo plurale fondato sulla diversità delle culture, tra coloro che difendono i diritti di un 'uomo' astratto e coloro che difendono la causa dei popoli e i diritti e i doveri dei cittadini che li compongono"
Il forte "paradosso" costruito dalla Nuova destra si basa sulla correlazione tra universalismo – internazionalismo, diritti umani come entità ascrittiva del genere umano e razzismo indifferenzialista. Se fate caso tutte le campagne xenofobe e razzistiche portate da gruppi neofascisti o leghisti negli ultimi anni hanno utilizzato lo stesso schema di accuse, sapientemente veicolato dalla Nuova destra: l'immigrazione rompe con l'omogeneità, naturalmente presunta, sulla quale si sono costruite le comunità nel corso dei secoli e proprio in funzione della sua duplice funzione di spaccatura e di mescolamento omologante, che l'immigrazione è in quanto tale razzista o meglio, universalmente razzistica.
La riscoperta di un nuovo paganesimo diviene, per la Nuova Destra, condizio sine qua non della possibile rinascita imperiale di una Europa che ritrova così le su radici più profonde: "Le tre grandi sfide oggi lanciate all'identità europea e che mettono in discussione la sua continuità storica sono la multirazzialità, la distruzione delle proprie culture e delle tradizioni, e l'urto della civiltà tecnoeconomica, del 'tecnocosmo'. Nessuna di queste sfide – che dunque costituiscono al contempo una minaccia di dissoluzione e di omogeneizzazione esterna – è insormontabile. Anzi: solo superandole gli europei inaugureranno una nuova era della loro storia. Poiché, come sempre, i popoli 'metamorfici' cui apparteniamo debbono vivere ed assumere questo paradosso: restare fedeli a se stessi realizzando una mutazione di se stessi, un'autotrasgressione, che potrà provenire solo dall'abbandono della parte giudeo-cristiana, umanista ed universalista della nostra eredità. Questa condizione è necessaria per finirla con il nichilismo, malattia tipica esclusivamente degli europei moderni, come intuiva Nietzsche, e interamente proveniente dalla mentalità giudeo-cristiana"
La Nuova Destra riconosce quindi, all'interno dell'alveo delle tradizioni europee, e non della Tradizione in senso evoliano, correnti storiche preponderanti, tra cui quella giudaico-cristiana, diade per loro inscindibile, che occorre superare con il recupero di un nuovo e "pluralistico", in senso anti-totalitario, paganesimo. Tutto nuovo? L'attacco contro le chiese (protestanti e cattoliche), la cosiddetta Kirchenkampf, a cui fu dato il via nella Germania hitleriana nel 1933, riprendeva il rinnovamento religioso patriottico che accompagnò il Kulturkampf (battaglia contro la cultura) in età bismarckiana. Due furono le correnti principali di questo rinnovamento religioso:
la prima, legata all'ideale "völkisch", dichiarava di volersi riallacciare alla tradizione ancestrale del culto germanico fondato sul riconoscimento di un rapporto diretto tra l'individuo e il Creatore. La società più famosa di questa corrente spirituale fu il Bund für teines Deutschtum, fondata nel 1894. L'idea sottostante era quella di germanizzare Cristo e, contemporaneamente, di nazionalizzare la chiesa. La seconda corrente, più radicale della prima, era costituita dai seguaci della Deutschreligion, chiesa formata da neopagani panteisti. 'Il cristianesimo, sostengono i "radicali", è una "disgrazia per il nostro popolo", perché "incita a una fuga dal mondo, mentre l'uomo germanico vuole abbracciare la vita con gioia e forza; esso rinnega la sua natura, l'amore sessuale, il matrimonio, la famiglia (...) rammollisce e spezza la volontà di lottare e il rigore del pensiero. Ha inoculato in noi delle rappresentazioni di Dio estranee, giudeo-orientali. Nell'anima dell'ariano vive un senso più puro e più limpido di Dio, della natura e della vita'. I più accaniti fautori della fede germanica si riuniscono in comunità all'interno delle quali "Cristo è sostituito da Sigfrido e Baldur, mentre, a partire dagli scritti di alcuni uomini tedeschi, viene compilata una 'Bibbia dei Germani'.
Idee nuove che hanno radici antiche.
Non sarà forse un caso che De Benoist sia ospite quasi fisso dei Giovani Padani, e non è un caso che i giovani padani amino culti nordici di varia natura, compresi eroi e divinità. Ma, forse, non è nemmeno un caso che gruppi nordici di fratellanza nazista considerino la Lega nord molto più vicina a loro di un qualsiasi movimento neo-fascista nostrano. Sillogismo per sillogismo.

Pietro Stara

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