Umanità Nova, n.41 del 17 dicembre 2006, anno 86

Morte migrante

 
Non vorremmo neanche raccontarle perché vorremmo che non accadessero più. Ancora una volta, però, siamo costretti a registrare storie di morte e di solitudine che hanno come protagonisti gli immigrati. Quasi contemporaneamente, la cronaca italiana ha riferito piuttosto sbrigativamente di due episodi molto gravi.
Sabato 9 dicembre due immigrati, probabilmente bosniaci, sono stati trovati morti nel cassone di un autoarticolato bosniaco sbarcato nel porto di Ancona dal traghetto di linea "Zadar", proveniente da Zara.
A dare l'allarme è stato l'autista del tir, un bosniaco cittadino croato; una volta sbarcato, l'uomo si è accorto della presenza di un corpo a bordo, rivolto verso l'esterno del rimorchio (forse stroncato nell'atto di trovare una via di fuga), mentre l'altro è stato trovato in un angolo del piano di carico.
Il mezzo trasportava lingotti di alluminio. Gli accertamenti sulle masse di metallo hanno consentito di rilevare la presenza di ammoniaca, anidride solforosa e di arsina; sostanze e gas che si usano o si sviluppano nella fusione dell'alluminio o nella lavorazione dei residui. Il fatto che la presenza di queste sostanze sia stata rilevata con il telone di gomma alzato, in un'area fortemente ventilata, lascia supporre che la loro concentrazione, a copertura abbassata e chiusa semiermeticamente, sia stata molto alta. La loro inalazione è stata fatale per i due immigrati.
Quasi nelle stesse ore, nel Centro di Permanenza Temporanea di Lamezia, in Calabria, un immigrato bulgaro di quarant'anni si è impiccato con la cintura dei pantaloni al passamano di una scala interna. Al secondo tentativo, da quanto riferiscono gli organi di stampa. Era stato scarcerato per l'indulto dopo una condanna per reati connessi allo spaccio, ed era in attesa di espulsione. Negli ultimi giorni era molto teso, pare che fumasse tantissimo e che fosse molto irritabile.
La Commissione ministeriale sui CPT ha finito il suo giro d'Italia per ispezionare i lager di casa nostra. Molti sono in trepidazione per conoscere l'esito della relazione che dovrebbe suggellare l'operato del presidente De Mistura e della sua corte dei miracoli incaricati di dirci se i CPT sono buoni o sono cattivi. Alcuni parlamentari in queste ore hanno interpretato al meglio la bertinottiana definizione del partito comunista "di lotta e di governo" barricandosi nel CPT di Crotone e chiedendo al governo (e, dunque, a se stessi) di chiudere i campi di internamento per immigrati. Bene, bravi. Ma il fatto è che la gente crepa nei tir alla frontiera e s'impicca dentro ai sorvegliatissimi CPT, senza chiasso e senza riflettori.
E sono morti che pesano, ammazzati dallo stato e dai governi.

TAZ laboratorio di comunicazione libertaria

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