Umanità Nova, n.41 del 17 dicembre 2006, anno 86

La Chiesa va all'attacco
La crociata dei Pacs

 
Per chi ha la memoria un po' più lunga, sembra di essere tornati ai tempi del referendum sul divorzio. O perlomeno il clima che il clero sta cercando di riproporre è di nuovo quello: uno scontro frontale e all'ultimo sangue fra due schieramenti trasversali, su quella che altro non è che una banalissima, normalissima, semplicissima battaglia combattuta in nome del buon senso. E anche in nome di quel minimo di umana comprensione della quale tanto si fanno vanto i preti, ma che così spesso, e così abbondantemente, sembra loro fare difetto.
Sarà che debbono fare il loro mestiere - anche se per noi non è che un incidente della storia - però, che razza di mestiere, il loro! Impicciarsi, impicciarsi, impicciarsi. Sempre spinti dall'imperativo morale, dalla sacra missione universalistica, di interferire nella vita quotidiana della gente. E passi, se proprio dovesse passare, per quanti ne condividono e ne accettano l'autorità morale, ma perché volere determinare a tutti i costi e condizionare l'esistenza anche di coloro, e non sono pochi, che al loro magistero non intendono minimamente affidarsi?
Come spiegare altrimenti il sacro furore che sembra aver contagiato tutta la gerarchia ecclesiastica, dall'ultimo prete di campagna fino al conducator che siede in Vaticano, e che sta portando la polemica politica a livelli, come dicevamo, da anni settanta? Basta osservare le dichiarazioni infuocate, i commenti salaci, le continue invasioni di campo di una chiesa frastornata ma all'attacco, i richiami all'ordine e alla sacra obbedienza, il tentativo di incunearsi negli schieramenti per trarre ancora una volta quei benefici che il prete ha sempre saputo trarre dalla politica. Insomma, tutto l'armamentario classico con il quale il clero intende continuare a condizionare e dirigere le scelte cosiddette "etiche" – e che a noi paiono semplicemente questioni di buon senso – che regolano i comportamenti della nostra società.
Ma insomma, cosa è successo di così grave? Cosa si sta preparando di così sconvolgente e immorale per il futuro nostro e delle nuove, disgraziate generazioni?
È bastato che il governo, pressato da un'opinione pubblica molto più avanzata dei suoi esponenti, e costretto a dire e a fare "qualcosa di sinistra" pena la definitiva perdita dei residui consensi, abbia accennato a proporre per il futuro un qualcosa che provi a portare un po' di sicurezza all'interno dei nuclei familiari non normati da vincoli giuridici civili o religiosi (insomma, decisamente nulla di drammatico o sconvolgente) che apriti cielo!, ecco partire la grancassa degli anatemi contro il laicismo imperante e i lamenti per questo ulteriore passo verso la scristianizzazione di una società che già deve fare i conti con l'incombente pericolo islamico. Ecco quindi il cardinale Trujillo, ministro vaticano della famiglia, che dopo aver intimato che "chi vuole i diritti degli sposati si sposi" paventa che si attiveranno "nuove forme giuridiche solo per andare incontro al capriccio di alcuni". E poi «L'Osservatore Romano» che titola a tutta pagina "Un sì ai progetti del Creatore, un no agli inganni del potere"; e le grida sullo "sradicamento della famiglia" e sulla "spregevole ipocrisia" di quanti siedono al governo e seguitano a chiamarsi cattolici, il tutto condito, tanto per cambiare, dal solito invito a non confondere il laicismo con la laicità, e quindi a non togliere il crocefisso et similia da tutti gli uffici pubblici, pena la definitiva perdita di quella identità cristiana che dovrebbe essere il vero collante della nostra società. Con buona pace, evidentemente, della Costituzione e di altre bazzecole.
Beh, che ci si debba agitare tanto per quel poco che il governo ha buttato là, anche se quel poco è indubbiamente tanto per quanti devono subire discriminazioni inaccettabili in conseguenza della scelta di non apporre vincoli legali alla loro convivenza, mostra ancora una volta come la chiesa, mascherando il secolare fastidio per la libertà di coscienza dietro il comodo alibi dei principi superiori, non intenda concedere alcunché sul piano delle libertà individuali. Che poi tali principi portino a conseguenze dolorose anche per chi è costretto a subirne gli effetti senza condividerli, è questione di nessun conto. È il principio che conta, è lui il fondamento dell'autorità e della legittimità stessa della chiesa, e quindi guai a toccarlo, perché "il principio non è negoziabile"! E anche se, dopo tutto, si sta parlando solo di reversibilità di pensioni, di contratti di affitto, di diritti affettivi, di alimenti ed eredità – e finalmente non in modo punitivo per chi non è "legalmente" sposato – questo non ha la minima importanza. Volete la battaglia, miei cari laicisti mascherati da laici? E battaglia sia, titola «L'Avvenire», e come già con il referendum sulla procreazione assistita, preparatevi a prendere, cristianamente, delle altre legnate.
Insomma, a quanto pare sarà dura riuscire a fare sì che il "capriccio" di chi ha deciso di distôr gli amori dai profan mercati abbia quel minimo di tutela formale e sostanziale che qualsiasi coscienza civile – e umana, viene voglia di aggiungere – gli dovrebbe garantire. E si preparano tempi difficili, ancora una volta, per quanti ritengono giusto estendere il piano delle libertà sociali. I preti, lo sappiamo, nonostante le loro continue e insopportabili geremiadi, sono tuttora un elemento centrale della nostra società, e non sarà agevole contrastarne nuovamente i progetti repressivi e autoritari. Però, ricordiamoci che già in altre occasioni si sono ammaccati il grugno contro qualcosa di sorprendentemente più duro di loro. Da parte nostra ci daremo da fare perché di sorprese simili, e di simili ammaccamenti, se ne presentino ancora!

MoM

home | sommario | comunicati | archivio | link | contatti