Umanità Nova, n.41 del 17 dicembre 2006, anno 86

Messico/Oaxaca
Il silenzio e il buio

 
Uno degli aspetti rilevanti dei fatti di Oaxaca, già segnalata su queste pagine, è stato sicuramente il supporto dato alla rivolta popolare dai mezzi di comunicazione indipendenti e, in particolare, l'operato di "Radio Universidad". Come è noto questa emittente ha funzionato sia via etere, come una comune radio, sia, grazie ad una vasta rete di "complicità", attraverso Internet dove è stato possibile ascoltare in diretta da ogni parte del mondo i momenti cruciali della lotta. Non è un caso quindi che, proprio per contrastare questa emittente scomoda, fin dal 27 ottobre ha fatto la sua comparsa ad Oaxaca, "Radio Ciudadana", una emittente "clandestina" (nel senso di non autorizzata) che diffondeva messaggi a favore del Governatore e contro la Appo.
La sera del 29 novembre "Radio Universidad" ha cessato le trasmissioni:
"Questa sera è stata presa la decisione di consegnare Radio Universidad, anche se non sappiamo le condizioni nelle quali è avvenuta la consegna sappiamo che questa è stata del tutto pacifica e senza scontri. (...) La decisione è stata presa come segnale di distensione ma la lotta continua e il fatto che non ci siano stati scontri non significa che il popolo di Oaxaca non era disposto a difendere la radio."
Queste poche righe, pubblicate sul sito web della Radio, fanno chiaramente intendere fra le righe le difficoltà attraversate da un movimento di lotta che va avanti dal mese di maggio e che ha già lasciato sul campo almeno una decina di compagni morti.
Il giorno dopo, pochi minuti prima della mezzanotte, ha avuto luogo la cerimonia dell'insediamento del nuovo (e contestato) Presidente della Repubblica. La giornata del 1 dicembre, data ufficiale del passaggio di poteri, è stata costellata di manifestazioni di protesta sia a Città del Messico che ad Oaxaca, dove ha sfilato, per l'ennesima volta, la Sezione XXII del Sindacato degli Insegnanti, quella che ha dato il via alla rivolta.
Lo stesso giorno sono riprese le trattative tra i rappresentanti della APPO e le autorità, ma sono iniziati anche gli arresti dei militanti più in vista del movimento, proseguite nei giorni successivi fino al 4 dicembre quando, dopo una conferenza stampa vengono arrestati due dei più noti esponenti della "Assemblea Popolare dei Popoli di Oaxaca". Altri militanti della APPO sono riusciti a riparare all'estero per evitare l'arresto. Intanto i poliziotti fermati per l'omicidio di Brad Will sono stati rimessi in libertà.
Il 4 dicembre cessa le sue trasmissioni anche "Radio Ciudadana" ed i giornali ufficiali iniziano a scrivere che la situazione nello Stato di Oaxaca è tornata alla normalità. Una normalità che vede ancora in carcere le centinaia di persone arrestate negli scontri del 25 novembre che si vanno ad aggiungere a quelle già incarcerate nei mesi precedenti ed alle decine di "desaparecidos".
Negli stessi giorni la polizia, lentamente, inizia a ritirarsi da Oaxaca continuando comunque con le perquisizioni, i fermi e la repressione contro la popolazione. Il presidio permanente della APPO, installato da 45 giorni davanti al Senato a Città del Messico, viene circondato dalla polizia in assetto antisommossa.
Il 6 dicembre, una associazione di giornalisti messicani conferisce ad Indymedia Messico e alla memoria di Brad Will un premio per il lavoro di informazione svolto durante la rivolta di Oaxaca.
Un riconoscimento paradossale se si pensa alla carenza di informazione odierna rispetto ai giorni più caldi della ribellione. La chiusura di "Radio Universidad" ha fatto scomparire di nuovo dentro il cerchio della disinformazione ufficiale gli avvenimenti di Oaxaca che, per un breve momento, erano sembrati così vicini ed oggi sono tornati ad essere così lontani.
Domenica 10 dicembre, mentre si stava svolgendo l'ennesima manifestazione per chiedere la liberazione degli arrestati e notizie degli "scomparsi", si è registrata una scossa di terremoto (4,2 scala Richter) con epicentro nello stato di Oaxaca...

Pepsy

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