Da La Stampa, il quotidiano di Torino, apprendiamo che il capo della
polizia, Gianni De Gennaro, ha dichiarato guerra alle sette sataniche.
De Gennaro, evidentemente più esperto di repressione violenta e
creazione di climi cileni che non di gruppi occulti, per questa nuova
ed eroica impresa ha chiesto la collaborazione della "santa sede", la
quale avrebbe messo a disposizione degli investigatori il proprio
"servizio anti-sette occulte".
Dopo le vicende legate alla attività delle "Bestie di satana",
gruppo attivo in provincia di Varese e responsabile di alcuni omicidi e
di istigazione al suicidio di almeno un paio di persone, sembrerebbe,
quindi, che le "sette occulte" siano coinvolte in un'escalation di
violenza di tale proporzione da dover allarmare governo e polizia.
La notizia potrebbe essere poco interessante, se non fosse per alcuni elementi non secondari che vanno messi in evidenza.
Se da una parte è scontato che la polizia si interessi di atti
criminosi, la cura dedicata alle sette deve assolutamente attirare la
nostra attenzione, soprattutto nel momento in cui la chiesa cattolica
viene tirata in ballo come esperta in materia. Se l'obiettivo di questa
inquietante task-force (preti e poliziotti insieme potrebbero
preoccupare più di un satanista cocainomane) è quello di
analizzare e conoscere bene l'attività delle sette, per
prevenire eventuali crimini, ritengo che non sarà facile per gli
esimi esperti individuare correttamente (cioè con criteri
inoppugnabili) i propri obiettivi.
La stessa definizione di setta rischia, infatti, di essere complicata:
non è possibile indicare come setta un gruppo ristretto di
persone. Altrimenti una qualsiasi associazione potrebbe essere una
setta (i latini chiamavano "sette" le scuole filosofiche). Forse
è possibile definire come setta un gruppo ristretto di persone
che coltiva una mentalità chiusa ed "eccentrica". In ogni caso
è assolutamente soggettivo stabilire quali teorie possano essere
irrazionali e quali non lo siano, quando si entra nel campo aleatorio
delle spiritualità. Potremmo allora puntare l'attenzione sul
comportamento che gli individui della setta tengono, con riguardo
all'abbigliamento, alle modalità di predicazione, ai rituali.
Eppure anche in questo campo mi sembra arbitrario tracciare distinzioni
tra chi adora il dio sole abbronzandosi otto ore al giorno per tre mesi
l'anno, chi vede Geova come un ganzo da lodare svegliando il prossimo
la domenica mattina alle 9, chi per far piacere a jahvè piange
contro un muro a Gerusalemme e chi diffonde incenso in una chiesa,
portando al collasso cardiocircolatorio dei poveri bambini costretti a
fare la prima comunione: i rituali religiosi sono tutti assolutamente
singolari, strani, irrazionali, tradizionali, automatici. Come
distinguere tra l'uno e l'altro?
Potremmo allora intendere per setta un partito (o fazione) che antepone
i propri interessi a quelli generali, ma si capisce come questa
definizione individui più l'attitudine di Forza Italia che
quella delle Bestie di satana. Per non parlare di tutti gli altri
partiti politici, le chiese, le squadre di calcio, ecc. ecc.
Allora è la faziosità che connota una setta? Anche qui
possiamo con facilità dimostrare come qualsiasi parlamento sia
settario, qualsiasi religione, qualsiasi partito politico, qualsiasi
essere umano.
Potremmo sintetizzare e dire che si intende per setta un gruppo
"ristretto" di persone che, con mentalità faziosa, antepone i
propri interessi a quelli generali, comportandosi in maniera diversa
dalla maggioranza delle persone. Eppure sappiamo che, dal punto di
vista epistemologico, sommare una serie di definizioni imprecise non
può darci una teoria convincente.
Dunque, chi saranno i bersagli di preti e sbirri: i predicatori di
irrazionalità e superstizione, coloro che riducono
l'umanità ad una minorità culturale che sempre abbisogna
dello psicodramma del rituale religioso per reggere alle fatiche del
vivere e alla certezza della morte? O semplicemente chi, setta o non
setta, commette dei crimini?
Probabilmente con la scusa dei criminali, chiesa e stato cercheranno di
mettere i bastoni tra le ruote a tutti coloro che non rientrano
nell'ortodossia cristiano-cattolica.
Se, infatti, dovesse fungere da guida il principio della punizione di
coloro che abusano della credulità popolare, allora la prima
setta da tener d'occhio sarà proprio la chiesa cattolica, i cui
movimenti spiritualisti (neocatecumenali, rinnovamento nello spirito,
focolarini) devastano psicologicamente i propri aderenti, creando loro
una visione del mondo che confonde puntualmente tra carisma e
patologia, tanto che in queste comunità assurgono a livello di
veri e propri leader religiosi degli psicolabili di prim'ordine.
La chiesa cattolica è la prima responsabile di una diffusa
mentalità irrazionale e infantile, che genera quella
superstizione che nutre ogni sorta di aggregazione sociale. I satanisti
d'ogni risma, quindi, hanno un profondo debito di gratitudine nei
confronti dei cristiani: sono questi ultimi, infatti, che hanno
combattuto con ogni violenza possibile tutti coloro che hanno cercato
di emancipare se stessi e gli altri dalla sudditanza alla sragione dei
credenti.
Anche i cristiani, però, devono ringraziare i satanisti: una
superstizione, infatti, nutre l'altra, per cui ogni dio ha bisogno del
suo opposto, ogni bene vuole un male, ogni dio buono necessita di un
dio cattivo per giustificare le incongruenze del "creato".
Per la stessa mentalità manichea, ogni Bush ha bisogno di un Bin
Laden, e i potenti ben hanno capito come l'opposizione polare tra bene
e male, fondata su categorie misticheggianti e arbitrarie, condanni
l'umanità ad un'oscillazione esistenziale, ad un moto perpetuo
cui mai la ragione è in grado di mettere fine attraverso la
rinuncia all'instabilità emotiva della cultura spiritualista e
di cui il conflitto tra chiese è dinamica processuale,
più che distruzione di uno dei due contendenti. La chiesa,
creatrice di satana, non potrà mai distruggerlo senza
procurargli un degno erede.
La chiesa combatte il proprio nemico, quindi, per ricordarne
l'esistenza e giustificare la propria, e per continuare a terrorizzare
i semplici di spirito con il terrore delle fiamme dell'inferno, della
cui esistenza le malefatte di quattro metallari psicopatici (ce ne sono
di normali e non satanisti,ovviamente) sono prova "inoppugnabile".
Parlare di satana, allora, per illuminare dio, in un gioco per il quale
il solo sospetto dell'esistenza del male è dimostrazione della
verità e presenza del bene. La logica sottesa ad ogni operazione
di persecuzione delle "sette" è quella di avvalorare i settari
al potere, senza riuscire mai a mettere in discussione i meccanismi
psicologici che fanno sì che tanta parte dell'umanità
rinunci a ragionare in termini antropologici nel suo rispondere alla
domanda: che cos'è l'uomo?
Vorrei fare un esempio di quanto ho affermato: don Aldo Buonaiuto,
coordinatore del "numero verde-servizio anti-sette occulte", ausiliare
di polizia giudiziaria e consulente tecnico della Magistratura, ha
scritto un libro, "le mani occulte", in cui affronta il problema delle
sette, appunto.
Recensendo il libro, "il quotidiano.it", giornale di Ascoli Piceno,
scrive: "Tale fenomeno (quello delle sette sataniche, cioè) fa
leva sulla fragilità, sullo smarrimento interiore e l'ignoranza
delle persone, soprattutto fra le giovani generazioni, alimentando una
cultura di morte, di odio e di sangue sullo sfondo di un relativismo
dilagante e di un movimento di comodo, il New Age".
Mentre ci si guarda bene dal dire che fragilità, smarrimento
interiore, e ignoranza sono il frutto della mentalità
superstiziosa che per millenni i cattolici e le religioni tutte hanno
imposto agli esseri umani, si tira un tremendo colpo basso ad un
movimento, quello new age, che per quanto irrazionale e sconcertante
non può certo essere paragonato sic et simpliciter ad una
accolita di satanisti. Il gioco, però, come sostengo, è
proprio questo: criminalizzare le altre spiritualità e usarle
per rafforzare l'identità cattolica. Non per nulla il
giornalista inizia l'articolo scrivendo: "In molti modi si può
'servire nella vigna del Signore' quando si è chiamati ad
impegnare la propria esistenza per l'avvento del Regno di Dio. Don Aldo
Buonaiuto dell'Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII per
raggiungere questo obbiettivo ha scelto anche un forte impegno sociale
legato ad una tenace battaglia contro un fenomeno che tristi e
drammatici eventi hanno reso quanto mai attuale: la lotta contro il
satanismo ed i suoi efferati crimini".
Servire nella vigna del signore, impegnarsi per l'avvento del regno di
dio… Parole senza senso, deliranti quanto quelle dell'occultista
più convinto. Dio e satana, ancora una volta, si stringono la
mano nella comune battaglia contro l'emancipazione degli esseri
umani.
Paolo Iervese