Umanità Nova, n.1 del 14 gennaio 2007, anno 87

Ricordando... Franco Leggio

 
Il 15 dicembre è morto Franco Leggio, una delle figure più rappresentative del movimento anarchico degli ultimi 60 anni. Fra pochi mesi avrebbe compiuto 86 anni. Aveva vissuto gli ultimi 12 anni in condizioni non buone di salute, aggravatesi progressivamente, e peggiorate inesorabilmente sul finire dell'autunno.
Chi ha conosciuto Franco ha avuto occasione di apprezzarne il carattere di libertà e indipendenza, e le grandi doti di umanità, che lo hanno accompagnato fino all'ultimo istante della sua vita.
Del resto la sua malattia scaturì essa stessa dal suo modo di vivere la propria militanza; trascurò fino all'irreparabile i crescenti segnali di allarme che il corpo gli lanciava, pur di non interrompere un attimo gli impegni; quando il primo ictus lo colpì, nel febbraio del 1993, attendeva l'uscita del libro "Insuscettibile di ravvedimento", la raccolta di documenti e scritti su e di Alfonso Failla, curata da Paolo Finzi, e avrebbe voluto cominciare e completare le spedizioni del volume prima di accettare il consiglio dei compagni di farsi visitare; poi gli ictus si susseguirono, e dovette interrompere bruscamente quella ed ogni altra attività.
Da quel momento non ha mai cessato di frequentare la sede e tutti gli avvenimenti più importanti organizzati dagli anarchici a Ragusa; quando non ce l'ha fatta più a muoversi da solo, è stato trasportato dai compagni, e così la "sua" sedia alla Società dei Libertari è riuscito sempre ad occuparla, non perdendosi una spedizione di Sicilia libertaria, un primo Maggio, una conferenza. Fino al giugno scorso. Da allora è stato sempre ricoverato, prima in una struttura ospedaliera e poi in una casa di riposo, ormai privo di quella già limitata autonomia fisica, ma sempre lucido. Aveva però rinunciato a leggere. Una scelta che rivendicava con decisione, rispondendo ai compagni che gli chiedevano come potesse trascorrere tutto quel tempo senza letture: "Penso".
Con Franco è un pezzo di storia che se ne va. E lo dico senza retorica, perché la retorica non si addice a questo compagno, sempre concreto, puntuale, preciso e vivo.
È grazie alla sua decisione di rientrare definitivamente alla sua Ragusa, avvenuta in seguito all'attentato di Piazza Fontana e all'omicidio di Pinelli, che parecchi ragazzi ci avvicinammo alle idee anarchiche, fondando il Gruppo anarchico e dando vita ad una delle aggregazioni maggiormente radicate dell'anarchismo in tutto il Meridione; ma questo è potuto accadere perché il terreno su cui i giovani anarchici si muovevano era stato reso fertile da Franco e i suoi compagni, a partire dagli anni '40.
Le idee libertarie di Franco avevano superato la prova del fuoco nell'ammutinamento della nave da guerra ove era arruolato nel 1943, e nella successiva rivolta antimilitarista del "non si parte", che gli costò un anno e mezzo di prigione; poi innumerevoli lotte nelle miniere, quindi nelle tortuose vie dell'emigrazione, vent'anni, dal '49 al '69, che portano Franco a fare militanza a Napoli e a Bari, a Genova e a Milano, in Francia ed in Spagna, con frequenti puntate a Ragusa, sempre attentissimo alle nuove correnti politiche, ai fermenti giovanili che alcuni settori del movimento temevano o isolavano, considerandoli estranei alla tradizione anarchica o portatori di confusione. Franco in questo è andato sempre controcorrente; nel movimento è stato un inorganizzato, sulla scia di quella tradizione di antiorganizzatori che ha caratterizzato buona parte dell'anarchismo siciliano; ma come molti sanno, ha partecipato a quasi tutte le iniziative del movimento anarchico, sempre con spirito critico e collaborativo; ha dato vita e collaborato a gruppi e pubblicazioni, fino al punto da rappresentare l'USI ad un congresso dell'AIT a Bordeaux, pur senza aderirvi.
La casa editrice La Fiaccola, da lui fondata nel 1960, si è sempre mossa sul duplice binario della propaganda verso l'esterno e della proposizione di testi, spesso critici, verso l'interno, nel tentativo di fornire strumenti di riflessione ai compagni e di aprire il nostro mondo alle tante anime della cosiddetta sinistra, che ci orbitavano attorno. L'anticlericalismo e l'ateismo sono stati il tratto caratteristico più evidente di questa apertura. Una esperienza editoriale lunga e lungimirante, costata cara a Franco, con denunce, sequestri, carcere, tutte "attenzioni" che – del resto – hanno accompagnato la sua vita anarchica, fino al Processo Marini, alla lotta contro l'installazione dei missili cruise a Comiso, al tentativo (abortito grazie alla sua tenace resistenza) di imporgli la perizia psichiatrica.
Franco era un uomo dalla corazza solida; sembrava invincibile quando affrontava poliziotti e fascisti nelle piazze, giudici e azzecacarbugli nei tribunali, burocrati di partito e di sindacato nelle lotte, senza peli sulla lingua, senza autocensure di sorta. Questo gli ha costruito un mito attorno ed un rispetto davvero unici. Tanto forti e tanto diffusi, che delle centinaia di compagni che sono transitati per periodi più o meno lunghi nelle nostre file, e che si sono allontanati per aver compiuto altre scelte politiche e/o umane, in tutti è rimasta la grande considerazione per un uomo dalla personalità forte ed affascinante.
Il tributo che cittadini, ex compagni, politici dei partiti della sinistra istituzionale e non, e semplici cittadini, assieme agli anarchici di Ragusa e della Sicilia, gli hanno dato il giorno del funerale, sta lì a dimostrarlo. Il 16 dicembre un corteo commosso lo ha accompagnato dalla nostra sede, dov'era stata allestita la camera ardente, sino in piazza, nel posto dove abbiamo organizzato centinaia di comizi, per un ultimo saluto con la parola spezzata in gola e le lacrime agli occhi. La sua salma è stata cremata. Era stato il primo a parlare di cremazione a Ragusa, dove, se oggi esiste la Socrem, è anche grazie a lui.

Pippo Guerrieri


Franco Leggio
La Commissione di corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana apprende con dolore la scomparsa a Ragusa del compagno Franco Leggio, attivo militante del movimento libertario, fermo sostenitore dei principi di libertà e di eguaglianza che sono i valori che da sempre hanno ispirato la riflessione e l'azione del movimento anarchico siciliano, italiano e internazionale.
Commissione di corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana - FAI

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