Il 15 dicembre è morto Franco Leggio, una delle figure
più rappresentative del movimento anarchico degli ultimi 60
anni. Fra pochi mesi avrebbe compiuto 86 anni. Aveva vissuto gli ultimi
12 anni in condizioni non buone di salute, aggravatesi
progressivamente, e peggiorate inesorabilmente sul finire dell'autunno.
Chi ha conosciuto Franco ha avuto occasione di apprezzarne il carattere
di libertà e indipendenza, e le grandi doti di umanità,
che lo hanno accompagnato fino all'ultimo istante della sua vita.
Del resto la sua malattia scaturì essa stessa dal suo modo di
vivere la propria militanza; trascurò fino all'irreparabile i
crescenti segnali di allarme che il corpo gli lanciava, pur di non
interrompere un attimo gli impegni; quando il primo ictus lo
colpì, nel febbraio del 1993, attendeva l'uscita del libro
"Insuscettibile di ravvedimento", la raccolta di documenti e scritti su
e di Alfonso Failla, curata da Paolo Finzi, e avrebbe voluto cominciare
e completare le spedizioni del volume prima di accettare il consiglio
dei compagni di farsi visitare; poi gli ictus si susseguirono, e
dovette interrompere bruscamente quella ed ogni altra attività.
Da quel momento non ha mai cessato di frequentare la sede e tutti gli
avvenimenti più importanti organizzati dagli anarchici a Ragusa;
quando non ce l'ha fatta più a muoversi da solo, è stato
trasportato dai compagni, e così la "sua" sedia alla
Società dei Libertari è riuscito sempre ad occuparla, non
perdendosi una spedizione di Sicilia libertaria, un primo Maggio, una
conferenza. Fino al giugno scorso. Da allora è stato sempre
ricoverato, prima in una struttura ospedaliera e poi in una casa di
riposo, ormai privo di quella già limitata autonomia fisica, ma
sempre lucido. Aveva però rinunciato a leggere. Una scelta che
rivendicava con decisione, rispondendo ai compagni che gli chiedevano
come potesse trascorrere tutto quel tempo senza letture: "Penso".
Con Franco è un pezzo di storia che se ne va. E lo dico senza
retorica, perché la retorica non si addice a questo compagno,
sempre concreto, puntuale, preciso e vivo.
È grazie alla sua decisione di rientrare definitivamente alla
sua Ragusa, avvenuta in seguito all'attentato di Piazza Fontana e
all'omicidio di Pinelli, che parecchi ragazzi ci avvicinammo alle idee
anarchiche, fondando il Gruppo anarchico e dando vita ad una delle
aggregazioni maggiormente radicate dell'anarchismo in tutto il
Meridione; ma questo è potuto accadere perché il terreno
su cui i giovani anarchici si muovevano era stato reso fertile da
Franco e i suoi compagni, a partire dagli anni '40.
Le idee libertarie di Franco avevano superato la prova del fuoco
nell'ammutinamento della nave da guerra ove era arruolato nel 1943, e
nella successiva rivolta antimilitarista del "non si parte", che gli
costò un anno e mezzo di prigione; poi innumerevoli lotte nelle
miniere, quindi nelle tortuose vie dell'emigrazione, vent'anni, dal '49
al '69, che portano Franco a fare militanza a Napoli e a Bari, a Genova
e a Milano, in Francia ed in Spagna, con frequenti puntate a Ragusa,
sempre attentissimo alle nuove correnti politiche, ai fermenti
giovanili che alcuni settori del movimento temevano o isolavano,
considerandoli estranei alla tradizione anarchica o portatori di
confusione. Franco in questo è andato sempre controcorrente; nel
movimento è stato un inorganizzato, sulla scia di quella
tradizione di antiorganizzatori che ha caratterizzato buona parte
dell'anarchismo siciliano; ma come molti sanno, ha partecipato a quasi
tutte le iniziative del movimento anarchico, sempre con spirito critico
e collaborativo; ha dato vita e collaborato a gruppi e pubblicazioni,
fino al punto da rappresentare l'USI ad un congresso dell'AIT a
Bordeaux, pur senza aderirvi.
La casa editrice La Fiaccola, da lui fondata nel 1960, si è
sempre mossa sul duplice binario della propaganda verso l'esterno e
della proposizione di testi, spesso critici, verso l'interno, nel
tentativo di fornire strumenti di riflessione ai compagni e di aprire
il nostro mondo alle tante anime della cosiddetta sinistra, che ci
orbitavano attorno. L'anticlericalismo e l'ateismo sono stati il tratto
caratteristico più evidente di questa apertura. Una esperienza
editoriale lunga e lungimirante, costata cara a Franco, con denunce,
sequestri, carcere, tutte "attenzioni" che – del resto –
hanno accompagnato la sua vita anarchica, fino al Processo Marini, alla
lotta contro l'installazione dei missili cruise a Comiso, al tentativo
(abortito grazie alla sua tenace resistenza) di imporgli la perizia
psichiatrica.
Franco era un uomo dalla corazza solida; sembrava invincibile quando
affrontava poliziotti e fascisti nelle piazze, giudici e azzecacarbugli
nei tribunali, burocrati di partito e di sindacato nelle lotte, senza
peli sulla lingua, senza autocensure di sorta. Questo gli ha costruito
un mito attorno ed un rispetto davvero unici. Tanto forti e tanto
diffusi, che delle centinaia di compagni che sono transitati per
periodi più o meno lunghi nelle nostre file, e che si sono
allontanati per aver compiuto altre scelte politiche e/o umane, in
tutti è rimasta la grande considerazione per un uomo dalla
personalità forte ed affascinante.
Il tributo che cittadini, ex compagni, politici dei partiti della
sinistra istituzionale e non, e semplici cittadini, assieme agli
anarchici di Ragusa e della Sicilia, gli hanno dato il giorno del
funerale, sta lì a dimostrarlo. Il 16 dicembre un corteo
commosso lo ha accompagnato dalla nostra sede, dov'era stata allestita
la camera ardente, sino in piazza, nel posto dove abbiamo organizzato
centinaia di comizi, per un ultimo saluto con la parola spezzata in
gola e le lacrime agli occhi. La sua salma è stata cremata. Era
stato il primo a parlare di cremazione a Ragusa, dove, se oggi esiste
la Socrem, è anche grazie a lui.
Pippo Guerrieri
Franco Leggio
La Commissione di corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana
apprende con dolore la scomparsa a Ragusa del compagno Franco Leggio,
attivo militante del movimento libertario, fermo sostenitore dei
principi di libertà e di eguaglianza che sono i valori che da
sempre hanno ispirato la riflessione e l'azione del movimento anarchico
siciliano, italiano e internazionale.
Commissione di corrispondenza della Federazione Anarchica Italiana - FAI