Le accuse rivolte da Silvio Berlusconi, secondo cui nella politica del
governo Prodi "prevale la logica irresponsabile della sinistra che
è sempre e comunque antiamericana e antioccidentale", e la
conseguente risposta ("Non siamo antiamericani") del ministro degli
esteri D'Alema, non sarebbero comprensibili, se non si tenesse conto
che queste hanno aperto la settimana cruciale in cui il governo
italiano dovrà rispondere alla richiesta statunitense
riguardante la concessione dell'aeroporto civile Dal Molin di Vicenza,
per la sua trasformazione in una grande base per le truppe
aviotrasportate Usa, destinate agli interventi in Medio Oriente e in
Africa, e in particolare della 173ª Brigade Combat Team con
destinazione Iraq.
Secondo varie fonti, infatti, l'ultimatum che il governo statunitense
avrebbe imposto avrebbe come scadenza il 19 gennaio, data in cui
scadranno i finanziamenti Usa per la base. In caso contrario il senato
americano dovrebbe stanziare nuovamente i fondi necessari per
l'ampliamento. La tensione in città è di conseguenza
ulteriormente salita; da parte dei comitati popolari contrari alla
nuova base di guerra, il 9 gennaio c'è stata la contestazione
della visita dell'ambasciatore Usa Ronald Spogli e il 14 gennaio si
è svolta una nuova manifestazione davanti alla fiera,
superblindata, dove si svolgeva Vicenza-Oro. Dalla parte dei padroni a
stelle e strisce, si è registrato invece il pressing
ricattatorio del generale Frank Helmick, comandante della Setaf, sui
dipendenti civili della caserma Ederle, minacciati di licenziamento nel
caso che il progetto per il Dal Molin naufragasse, in quanto tutta
l'attuale presenza militare Usa traslocherebbe. Stando all'ambasciatore
Spogli, gli Stati Uniti sarebbero disposti ad attendere non più
di due mesi, salvo quindi trasferirsi in blocco in Germania. Helmick
avrebbe anche prospettato l'eventualità che, in caso di chiusura
della Ederle, pure la base toscana di Camp Darby correrebbe il medesimo
rischio, in quanto tra le altre cose supporta logisticamente la caserma
operativa Ederle.
D'altra parte la presa di posizione di Berlusconi appare del tutto in
linea con le decisioni prese dal suo governo quando, in collaborazione
col sindaco Hullweck (Forza Italia) e dall'assessore Cicero (A.N.),
venne segretamente dato avvio al progetto riguardante questa nuova e
pesante servitù militare sulla testa dei cittadini di Vicenza e
Caldogno, mentre da parte sua il governo Prodi ha sinora escluso la
fattibilità di un referendum tra gli abitanti dei territori
coinvolti.
In queste ultime settimane era circolata la voce che il governo di
centro-sinistra era orientato per un No ai voleri di Washington, ma
molte ombre s'addensano tra ricatti, pressioni e complicità.
Difficile credere che quel potere politico dimostratosi incapace di
rivendicare verità e giustizia per la strage di Ustica, sia in
grado di opporsi realmente al militarismo e alle logiche coloniali Usa.
Alcuni compagni