Umanità Nova, n.2 del 21 gennaio 2007, anno 87

Letture
Anarchico d'amore - La vita segreta di John Henry Mackay

 
"Anarchico d'amore - La vita segreta di John Henry Mackay" di Hubert Kennedy, La Fiaccola, Ragusa, 2006

Di anarchici, oggi non è che ce ne siano proprio tanti, in giro. Eppure, a cavallo tra Otto e Novecento, il movimento ispirato da Stirner, Bakunin, Kropotkin ed il nostro Malatesta nelle sue varie correnti individualiste, comuniste, collettiviste, era forte, organizzato, e capace di esercitare una forte influenza su tutti gli aspetti della vita sociale, perfino sul nascente movimento omosessuale.
Uno dei personaggi più rappresentativi della sinistra antiautoritaria, nella Germania appena unificata ed in forte espansione culturale, era John Henry Mackay, poeta, scrittore, redattore di una biografia su Max Stirner che tolse il teorico dell'individualismo anarchico dall'oblio nel quale sembrava condannato e lo restituì alla nostra fruizione (1898), ma anche autore di un saggio su "Gli anarchici: un quadro della civiltà alla fine del XIX secolo" (1891) che era diventato subito un best seller mondiale, pubblicato in nove lingue (perfino in yiddish!), e che aveva contribuito notevolmente a presentare l'ideale libertario sotto una luce positiva e propositiva, non condizionato o confuso dalla prassi nichilista o dai vari regicidi e attentatori che, un po' prima e un po' dopo, continueranno a farsi sentire in tutta Europa.
L'influenza di Mackay fu enorme e, ad oggi, ancora misconosciuta. Le sue poesie vennero musicate da vari autori di primo piano. Perfino Richard Strauss Jr. ne utilizzò alcune, tra le quali la celebratissima "Morgen" ("Domani"), che ancora nel 1990 rappresentava il pezzo forte del soprano Jessye Norman, mentre fino a tre o quattro anni fa, il suo "Inno all'Anarchia" apriva la prima pagina di decine di siti libertari in tutto il mondo.
Ma forse è attraverso il recupero di Stirner, che Mackay ci sembra così importante. "L'Unico e la sua proprietà", grazie alla sua mediazione, diventa "Colui che appartiene a se stesso", ed è motivo ispiratore perfino di una importante corrente all'interno del nascente movimento omosessuale tedesco. Addirittura, viene usato come titolo della prima pubblicazione gay del mondo, "Der Eigene", fondata nel 1896 da un'altra figura di (anomalo) libertario tedesco, Adolf Brand, dapprima come rivista anarchica sulla quale dibattere di problemi artistici ed estetici, nel giro di due anni trasformata in magazine gay tout court che continuerà ad uscire fino al 1931 come "giornale d'arte, letteratura e cultura maschile", e sulla quale pubblicheranno i più bei nomi dell'epoca, dal pittore e poeta Elisar von Kupfer a Erwin Bab, dal fotografo Wilhem von Gloeden al pittore Fidus.
Contemporaneo a Mackay e suo concittadino, era un autore che trattava tutt'altri argomenti. Si firmava "Sagitta", e cercava di metter su una collana di libri che trattassero di quello che lui stesso aveva ribattezzato "l'amore senza nome", evidentemente ispirandosi alla famosa definizione ripresa da Oscar Wilde nel corso del suo processo londinese del 1895.
Questo scrittore era la disperazione della polizia di Berlino, che cercava di incastrarlo in ogni modo, ma senza riuscirci. Nel 1909, dopo diciannove mesi di farraginose procedure legali, lo Stato tedesco riuscì a colpirlo pesantemente con un processo ed una condanna finanziaria che lo mise quasi a terra. Ma il suo editore continuò fino all'ultimo a difenderne l'identità ed a rifiutarsi di rivelarla a chicchessia, tantomeno ai giudici del tribunale.
Fino all'ultimo Sagitta pubblicò i suoi libri sull'amore per i ragazzi, libri che trovavano opposizione all'interno dello stesso movimento omosessuale tedesco, spaventato dall'idea di vedere le proprie battaglie per l'abrogazione del Paragrafo 175 confuse con le rivendicazioni di chi sosteneva il diritto dei fanciulli ad avere una propria vita sessuale.
Nel 1926 pubblicò quello che, ancora oggi, è considerato un testo fondamentale per capire la Berlino degli anni Venti, "Der Puppenjunge" ("La marchetta"), un romanzo ambientato tra i prostituti adolescenti della capitale durante la Germania di Weimar. Ma la sua opera più elaborata è "Fenny Skaller", una storia nella quale s'intrecciano dieci racconti diversi di altrettanti ragazzi, con i loro problemi, le loro aspirazioni, i loro fallimenti.
Oggi, noi sappiamo che l'anarchico Mackay ed il gay Sagitta erano la stessa persona. Un militante, un politico, un individuo dibattuto continuamente tra la sua figura pubblica e la sua vita privata, costretto a scrivere in maniera ambigua contro la sua stessa volontà ed a mantenere vago il sesso dei suoi eroi per non perdere l'appoggio dei propri sostenitori. Perfino la tanto celebrata "Morgen", che Strauss musicò e regalò alla propria moglie come regalo di nozze pensando fosse stata scritta avendo in mente una donna, in realtà era stata ispirata da un ragazzo...
Il libro di Hubert Kennedy, già autore di una straordinaria biografia di un altro tedesco di primo piano ("Ulrichs", Massari Editore, Bolsena, 2005), ci rivela una verità importante su squarci di storia a lungo misconosciuta ed oggi, finalmente, riportata alla sua giusta dimensione e importanza, mentre la prefazione spiega il ruolo del movimento anarchico ed i suoi rapporti con il movimento omosessuale, un ruolo che fu perfino più intenso e sincero di quello avuto con il partito socialdemocratico. E questo in un periodo in cui la pubblicistica sull'argomento fu a dir poco eccezionale. Basti pensare che, dopo un silenzio durato secoli, in appena dieci anni (dal 1898 al 1908), apparvero un migliaio di libri e opuscoli e saggi sull'omosessualità, in lingua tedesca!

Massimo Consoli

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