Un'organizzazione orizzontale, declinabile su specifiche situazioni
o territori di riferimento: da gruppi di volantinaggio di zona, di
espressione artistica-teatrale, all'embrione di una rete antifascista
degli studenti medi. E inoltre un osservatorio sulle attività
delle formazioni neofasciste, banchetti informativi e mostre itineranti
in diversi quartieri. Sono i primi progetti che vanno delineandosi dal
quarto incontro dell'Assemblea Permanente Antifascista di Bologna,
svolta lo scorso 16 gennaio al Circolo Anarchico Berneri. Quelle
precedenti si erano tenute a Xm24 e Vag61, la prossima sarà il
30 in luogo da destinarsi: l'assemblea ha deciso di darsi un carattere
itinerante, per poter coinvolgere chi frequenta le diverse
realtà autogestionali cittadine.
Il percorso di autorganizzazione tra antifascisti si avvia lo scorso
primo dicembre quando alcuni compagni apprendono che Forza Nuova
intende sfilare il giorno seguente nel centro città.
Un'assemblea pubblica al c.s. Xm24 autoconvocata all'ultimo minuto
decide comunque di mantenere per il 2, nei paraggi del concentramento
neofascista, un presidio mobile, trovando in molti cittadini
solidarietà e sincera avversione al fascismo. Da questa
esperienza inizia a trovare risposta l'esigenza avvertita da molti
compagni di dotarsi degli strumenti necessari a contrastare
efficacemente la crescente agibilità che le varie manifestazioni
del fascismo diffuso stanno acquisendo nella società.
Per ogni aggiornamento è possibile visitare il blog http://assembleantifascistabologna.noblogs.org
rb
Nel pomeriggio di sabato 20 gennaio l'area pacifista indiceva a
Milano, in piazza Cordusio, un presidio informativo contro la decisione
del governo di concedere l'allargamento agli Usa della base militare di
Vicenza.
Il Coordinamento Milanese contro la guerra decideva di far sentire la
propria voce anche in tale occasione, sia per manifestare la propria
solidarietà alla lotta del popolo vicentino che per far
chiarezza.
Il volantino distribuito in tale occasione affermava: "Oggi è
del tutto evidente la continuità militarista delle politiche
imperialiste e atlantiche tra i governi di centrodestra e
centrosinistra, ora chiara anche ai numerosi cittadini di Vicenza che
stanno toccando con mano questa realtà e che hanno bruciato
pubblicamente i propri certificati elettorali in piazza all'annuncio
del governo.
Contro una simile arroganza antipopolare, ormai il tempo del dissenso
lascia il posto a quello della resistenza antimilitarista, e il blocco
della stazione di Vicenza ad opera di migliaia di manifestanti nella
notte della vergogna, è la migliore premessa." E concludeva: "Il
Coordinamento Milanese contro la guerra è nato per contrastare
la politica bellicista del governo, confermata con il voto di tutta la
compagine governativa alla missione in Afganistan ed in Libano, e per
rispondere allo sbandamento di parte del movimento pacifista che ha
appoggiato la missione ONU in Libano.
Il coordinamento si schiera apertamente dalla parte della cittadinanza
vicentina che si sta mobilitando contro la base USA, rompendo le
proprie illusioni verso tutti i partiti, anche quelli di governo.
Il coordinamento è impegnato a promuovere iniziative contro le presenza militari sul territorio."
Veniva aperto anche uno striscione "per il ritiro delle truppe da tutte
le missioni e per la chiusura di tutte le basi militari."
Enrico
Anche a Bologna si è tenuto un presidio –
manifestazione in solidarietà con la lotta della popolazione
vicentina che si è sviluppata per impedire l'allargamento della
base militare USA.
Alcune centinaia di compagne e compagni hanno presidiato in piazza Re
Enzo e, quando è arrivata una delegazione vicentina ci si
è spostati in corteo fino in piazza Santo Stefano, sotto le
finestre del capo del governo.
Qualificata la presenza anarchica e libertaria, con lo striscione
"contro tutti gli eserciti, contro tutte le guerre, rivoluzione
sociale", con il furgone dell'USI-AIT, con la presenza di compagne e
compagni anche nelle file delle organizzazioni sindacali presenti in
piazza (come la CUB).
L'intervento di un compagno ha rappresentato il punto di vista degli
anarchici che non hanno piagnistei da fare a questo governo che non
hanno votato, perché, come si sa, gli anarchici non votano;
inoltre è stato messo in evidenza come l'opposizione alle basi
militari straniere deve estendersi all'opposizione a qualsiasi
istituzione militare e autoritaria.
Il movimento bolognese sarà ampiamente mobilitato per la
riuscita della manifestazione internazionale che si svolgerà il
17 febbraio a Vicenza.
Redb
La contestazione al ministro Padoa Schioppa in visita a Torino per
una conferenza in Rettorato è stata onorata delle prime pagine
dei quotidiani. Peccato che si trattasse di un "nulla" mediatico.
I fatti. Il pomeriggio di mercoledì 17 gennaio era stato indetto
un presidio: l'intenzione era contestare le scelte governative in
materia di Tfr, pensioni e università.
Circa un centinaio di persone si erano date appuntamento di fronte al
portone del Rettorato in via Po 17. La consueta sinistra torinese dai
giovani comunisti agli autonomi, ai disobbedienti, qualche anarchico,
qualche sindacalista della Cub, qualche esponente generico di
movimento. Le solite facce, poche bandiere, pochi striscioni, pochi
slogan. Il portone del Rettorato è aperto e la maggior parte dei
manifestanti entra nel cortile, dove la polizia si schiera a difesa.
All'arrivo e alla partenza del ministro qualche petardo e qualche
fumogeno in partenza dall'area studentesca. La polizia spinge fuori i
manifestanti, una trentina si piazzano di traverso alla via per cinque
minuti. Poi tutti a casa.
L'estrema modestia dell'episodio mostra la chiara volontà di
"creare" un evento anche quando l'evento non c'è. Il capolavoro
lo fa "La Stampa" con una foto in prima pagina dove un banale fumogeno
tra le gambe dei poliziotti dell'antisommossa sotto i portici di via Po
assume i colori di un incendio. Un incendio di "carta" utile a versare
fiumi d'inchiostro per una criminalizzazione preventiva di chi si
oppone alle politiche governative su temi scottanti quali il Tav e la
nuova base Usa a Vicenza.
Nelle stesse ore della contestazione a Padoa Schioppa la tensione a
Vicenza, dopo la decisione del governo di dare il via libera al governo
statunitense per la costruzione delle più grande base operativa
USA d'Europa, stava salendo alle stelle. Le notizie di iniziative di
piazza, le prese di posizione, i comunicati si moltiplicavano, dando il
segno che stavolta, forse, le contraddizioni in seno al governo e,
soprattutto, quelle all'interno del cosiddetto "popolo della sinistra
pacifista", non erano facilmente ricomponibili.
Già qualcuno, sia pure in sordina, ha cominciato a parlare di
nuova Val Susa in termini di rivolta sociale. E non possiamo certo
dargli torto poiché il Patto di mutuo soccorso tra i movimenti
– nato a Roma il 14 luglio e poi consolidatosi nei successivi
incontri del 18 ottobre a Roma e del 9 dicembre a Venaus - è
immediatamente scattato e il giorno successivo a Torino e a Bussoleno
si sono svolte iniziative di solidarietà.
A Torino il presidio indetto il 18 gennaio ha raccolto circa duecento
persone tra No Tav, anarchici, rifondati, sindacalisti. L'appuntamento
era in prefettura, da dove hanno poi effettuato un breve giro per
piazza Castello. Contemporaneamente oltre mille No Tav si trovavano a
Bussoleno dando vita ad una manifestazione che si concludeva con il
blocco dei treni sulla linea internazionale Torino Lione.
Viene allora il dubbio che il rilievo dato alla piccola contestazione a
Padoa Schioppa abbia una vera ragione, quella di creare un clima di
criminalizzazione preventiva.
E se qualcuno nutriva dei dubbi sul fatto che il gioco stesse
diventando pesante, ha dovuto ricredersi quando, nella notte di sabato
20, i "soliti ignoti" hanno incendiato un ripetitore telefonico a
Chianocco, in bassa Val Susa. La ciliegina sulla torta. Un copione
già visto lo scorso anno quando sulla statale del Monginevro
venne trovata una bomba "pacco" inesplosa. Era il 5 novembre, pochi
giorni dopo la "battaglia del Seghino" e i blocchi stradali e
ferroviari seguiti all'occupazione militare di Mompantero. Un'occasione
per i media per riparlare di "Lupi grigi" e terrorismo. La Stampa in
cronaca torinese ha scritto "l'incendio è stato rivendicato da
terroristi legati al movimento No Tav". Tutto questo nonostante sino ad
oggi non vi sia stata alcuna rivendicazione del gesto… ma quel
che conta è continuare ad alimentare "incendi di carta". I No
tav non ci sono cascati lo scorso anno, non ci sono cascati neppure
ora.
Continua ad essere dura.
Ma. Ma.
Nel luglio del 2005 una decina di antifascisti vennero arrestati con
l'accusa di devastazione e saccheggio per aver preso parte ad una
manifestazione antifascista indetta dopo le coltellate a due squatter
del Barocchio ad opera di una squadraccia fascista. Lo stesso giorno
venne sgomberato e posto sotto sequestro il Fenix, sede
dell'Osservatorio contro la repressione e attivo centro di
documentazione. In seguito il Fenix venne rioccupato simbolicamente il
25 aprile ed il primo maggio. Dopo il dissequestro ad opera della
polizia la casetta è stata assegnata all'Informagiovani. Una
contestazione indetta dagli squatter torinesi si è svolta sabato
20 gennaio davanti alla sede dell'Informagiovani in via delle Orfane.
Banchetti informativi e striscioni sono stati appesi lungo la via e
nell'antistante piazzetta della Visitazione. La polizia, forse temendo
un tentativo di occupazione, ha chiuso le porte dell'Informagiovani,
impedendo a tutti l'ingresso.
Euf.