Anche negli Stati Uniti il 27 gennaio (anniversario della liberazione
del campo di sterminio di Auschwitz) si celebra la giornata della
memoria delle vittime dell'Olocausto. E tale data non è stata
scelta a caso dal movimento pacifista per indire un corteo contro la
guerra in Iraq. La manifestazione è stata organizzata da "United
for Peace and Justice" ("Uniti per la Pace e la Giustizia"), un
coordinamento che raggruppa quasi tutta la galassia di associazioni
pacifiste statunitensi (in tutto sono 1.400 i gruppi sia locali che
nazionali che vi aderiscono), da Pax Christi al Partito comunista. Il
corteo ha visto la partecipazione di diverse decine di migliaia di
persone (alcune fonti parlano di centomila presenze), giunte da diversi
stati, che hanno marciato dal National Mall, il più grande parco
della città, fino a Capitol Hill, dove sorgono la Casa Bianca e
il Campidoglio, sede del Congresso. Tra i dimostranti c'erano anche
gruppi religiosi, ex-veterani della guerra in Vietnam, alcuni
rappresentanti del partito democratico, "star" di Hollywood, ma
soprattutto gente comune, famiglie, studenti, che si battevano contro
la guerra.
L'obiettivo dichiarato della marcia era quello di fare pressione sul
congresso, in modo da non far passare ulteriori aumenti di truppe in
Iraq. Infatti Bush ha recentemente dichiarato che verranno inviati
presto altri 21.500 soldati, mentre in questa settimana al congresso
verrà messa ai voti una mozione di "disapprovazione" rispetto
alla condotta della guerra.
Il blocco anarchico e libertario del corteo era composto da circa 600
manifestanti; su uno degli striscioni dei compagni e delle compagne
statunitensi era scritto "Combatti i ricchi, combatti le loro guerre".
Molte le bandiere nere, negli Stati Uniti molto più diffuse
rispetto a quelle rosso-nere. Moltissime facce giovani tra i
manifestanti.
Mentre si svolgevano i comizi finali, un gruppo di circa 300
dimostranti, in gran parte anarchici, si è staccato dal corteo
ed ha cercato di raggiungere la Casa Bianca.
Mentre il gruppo avanzava verso Capitol Hill, molte altre persone si
sono aggregate, riuscendo ad arrivare fino ai gradini della Casa
Bianca, dove si sono trovati di fronte ai poliziotti.
La polizia ha cominciato a caricare e i manifestanti sono arretrati.
C'è stato un secondo tentativo: la polizia ha effettuato molti
fermi ma nessun arresto. Diversi i feriti, per fortuna nessuno in modo
grave.
In seguito i manifestanti hanno tirato giù le vetrine di uno
degli innumerevoli "uffici di reclutamento" sparsi per il paese (dove
vengono promessi soldi e carriera in cambio di qualche anno di lavoro
come assassino o assassina di stato), e hanno compiuto alcune azioni
contro le telecamere di videosorveglianza e contro un furgone di Fox
News, una delle reti televisive più esplicitamente favorevoli al
governo.
La giornata si è conclusa in modo abbastanza tranquillo, con i
rappresentanti del partito democratico a fare i loro comizi nel parco e
i compagni e le compagne di Food Not Bombs (Cibo non Bombe) a
rivendicare spazi di socialità fuori dalla guerra e dalla
politica istituzionale.
Raffaele
Fonti:
http://dc.indymedia.org
http://www.cnn.com
http://www.washingtonpost.com