Umanità Nova, n.4 del 4 febbraio 2007, anno 87

USA: contro la guerra in Iraq

 
Anche negli Stati Uniti il 27 gennaio (anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz) si celebra la giornata della memoria delle vittime dell'Olocausto. E tale data non è stata scelta a caso dal movimento pacifista per indire un corteo contro la guerra in Iraq. La manifestazione è stata organizzata da "United for Peace and Justice" ("Uniti per la Pace e la Giustizia"), un coordinamento che raggruppa quasi tutta la galassia di associazioni pacifiste statunitensi (in tutto sono 1.400 i gruppi sia locali che nazionali che vi aderiscono), da Pax Christi al Partito comunista. Il corteo ha visto la partecipazione di diverse decine di migliaia di persone (alcune fonti parlano di centomila presenze), giunte da diversi stati, che hanno marciato dal National Mall, il più grande parco della città, fino a Capitol Hill, dove sorgono la Casa Bianca e il Campidoglio, sede del Congresso. Tra i dimostranti c'erano anche gruppi religiosi, ex-veterani della guerra in Vietnam, alcuni rappresentanti del partito democratico, "star" di Hollywood, ma soprattutto gente comune, famiglie, studenti, che si battevano contro la guerra.
L'obiettivo dichiarato della marcia era quello di fare pressione sul congresso, in modo da non far passare ulteriori aumenti di truppe in Iraq. Infatti Bush ha recentemente dichiarato che verranno inviati presto altri 21.500 soldati, mentre in questa settimana al congresso verrà messa ai voti una mozione di "disapprovazione" rispetto alla condotta della guerra.
Il blocco anarchico e libertario del corteo era composto da circa 600 manifestanti; su uno degli striscioni dei compagni e delle compagne statunitensi era scritto "Combatti i ricchi, combatti le loro guerre". Molte le bandiere nere, negli Stati Uniti molto più diffuse rispetto a quelle rosso-nere. Moltissime facce giovani tra i manifestanti.
Mentre si svolgevano i comizi finali, un gruppo di circa 300 dimostranti, in gran parte anarchici, si è staccato dal corteo ed ha cercato di raggiungere la Casa Bianca.
Mentre il gruppo avanzava verso Capitol Hill, molte altre persone si sono aggregate, riuscendo ad arrivare fino ai gradini della Casa Bianca, dove si sono trovati di fronte ai poliziotti.
La polizia ha cominciato a caricare e i manifestanti sono arretrati. C'è stato un secondo tentativo: la polizia ha effettuato molti fermi ma nessun arresto. Diversi i feriti, per fortuna nessuno in modo grave.
In seguito i manifestanti hanno tirato giù le vetrine di uno degli innumerevoli "uffici di reclutamento" sparsi per il paese (dove vengono promessi soldi e carriera in cambio di qualche anno di lavoro come assassino o assassina di stato), e hanno compiuto alcune azioni contro le telecamere di videosorveglianza e contro un furgone di Fox News, una delle reti televisive più esplicitamente favorevoli al governo.
La giornata si è conclusa in modo abbastanza tranquillo, con i rappresentanti del partito democratico a fare i loro comizi nel parco e i compagni e le compagne di Food Not Bombs (Cibo non Bombe) a rivendicare spazi di socialità fuori dalla guerra e dalla politica istituzionale.

Raffaele


Fonti:
http://dc.indymedia.org
http://www.cnn.com
http://www.washingtonpost.com

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