Umanità Nova, n.4 del 4 febbraio 2007, anno 87

inform@zione

 

Lugano: Stop all'esportazione di materiale bellico dalla Svizzera

Giovedì 25 gennaio si è svolta un'iniziativa contro la politica d'esportazione di armi da guerra della "neutrale" Svizzera.
Di fronte agli uffici della RUAG, ditta - di proprietà della Confederazione Svizzera - costruttrice di armi da guerra, fra le quali le micidiali bombe a frammentazione, si è svolta un'azione di sensibilizzazione ed informazione su quello che concerne la tematica.
L'iniziativa, portata avanti da una ventina fra compagne e compagni, consisteva nella consegna di un "anti-premio" alla ditta sopraccitata.
L'"anti-premio" era una barella portante un fantoccio fatto di abiti sbrindellati e ripieno di frattaglie (per info e foto vedere il sito di indymedia.ch, parte italiana).
Questo omaggio ha voluto ricordare il risultato della politica di guerra, da dove la RUAG trae linfa, ai dipendenti della ditta ed alla popolazione ticinese. Infatti l'iniziativa, grazie alla diffusione del messaggio anti-guerra sui due canali televisivi ticinesi (telegiornali regionali di TSI1 e TeleTicino) e sulla stampa, ha avuto un buon eco.
Un buon successo lo ha avuto pure la metodologia di costruzione dell'attività grazie alle decisioni prese in comune fra tutti gli attori dell'iniziativa.
Farla finita con la politica di guerra permanente è una necessità impellente!
Solidarietà alla Vicenza che resiste!
uno che c'era

Pordenone: antifascista condannato dal tribunale, linciato dal Messaggero

Era il 25 aprile del 2004. A Pordenone i (post) fascisti di AN intendevano manifestare in ricordo di "tutte le vittime". I compagni che organizzarono nella stessa piazza dove volevano sfilare i fascisti un presidio con musica, banchetti, striscioni. Poco prima dell'arrivo degli Alleati Nazionali una quarantina di compagni stretti al centro della piazza per fare resistenza passiva vennero brutalmente malmenati dalla polizia per consentire ai fascisti di transitare per pochi minuti. Per una cronaca completa della giornata rimandiamo a UN n. 16 del 9 maggio 2004 nella rubrica inform@zione http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2004/un16/art3244.html.
A oltre due anni e mezzo da allora un compagno di Udine presente in piazza qual giorno è stato condannato in un processo dal sapore della farsa a 4 mesi per resistenza e lesioni.
Di seguito il comunicato emesso da Iniziativa Libertaria e S.H.A.R.P. di Pordenone, Centro Sociale Autogestito di Udine, Gruppo anarchico Germinal di Trieste.
"Dopo un iter lunghissimo (più di due anni) ieri è giunta la sentenza nei confronti di un compagno di Udine, reo di aver partecipato alla Resistenza Antifascista del 2004 in cui anarchici, libertari ed altre individualità del Friuli hanno tentato in modo pacifico ma determinato d'impedire lo scempio revisionista dell'organizzazione giovanile di Alleanza Nazionale.
L'unica colpa di Simone infatti è quella di aver contribuito, assieme a decine di altri/e compagni/e, a bandire i fascisti da P.le Ellero di Pordenone grazie proprio ad un antifascismo attivo e attuale in un luogo e in un giorno simbolo d'una "resistenza" istituzionalmente imbalsamata e politicamente umiliata dalla continua e incessante opera di mistificazione storica di personaggi trasversali al partitume politico italiano, da Violante a Fini passando per Bertinotti e da quello culturale come Pirina  (ex missino, ex forzaitaliota, ex leghista) e Pansa (diessino).
Antifascismo attivo che raccoglie i suoi frutti come dimostrano gli ultimi due anni dove i postfascisti di AN sono stati costretti a ripiegare il giorno prima per evitare l'ennesima figuraccia.
Ma come sappiamo bene ogni vittoria per il movimento, per quanto piccola e temporanea, va fatta pagare a caro prezzo: denunce, processi, condanne e carcere!
Così per accontentare gli eredi pordenonesi di Mussolini polizia e magistratura hanno pensato bene di trovare almeno un capro espiatorio a cui farla pagare e quindi hanno colpito nel mucchio, trovato il compagno mancavano i testimoni che sono stati facilmente individuati fra il centinaio di sbirri che scortavano i pochi revisionisti mentre altri trascinavano e pestavano gli antifascisti seduti e avvinghiati a terra. Senza prove filmate nonostante vi fossero almeno tre videocamere della questura più quelle di stampa e tv; senza altre testimonianze neutrali viste le decine di cittadini presenti all'accaduto: senza neppure che il presunto poliziotto "colpito" abbia potuto riconoscere l'imputato; ebbene il giudice ha deciso che due testimonianze dei colleghi in divisa pur contraddittorie e inconsistenti bastassero per condannare Simone a 4 mesi e 2280 euro di multa. Un video presentato dalla difesa in cui si vedeva, o meglio NON si vedeva, nessuna presunta aggressione e il clima tranquillo in cui la stessa sarebbe avvenuta non è stato neppure preso in considerazione. Una sentenza tutta politica e fasulla che dimostra quanto la giustizia sia indirettamente proporzionale alla legge dei tribunali.
Ma ancora più infamante è l'articolo comparso sul Messaggero Veneto (a firma e.d.g.) dove la notizia viene ulteriormente mistificata al limite della calunnia. Ecco alcuni passi: 'Fu un 25 aprile da dimenticare quello del 2004, caratterizzato da contestazioni, slogan, lancio di pietre, insulti e tafferugli.' (…) 'blindato da decine e decine di uomini di polizia, carabinieri e guardia di finanza, che avevano cercato di evitare che la manifestazione dei no-global… degenerasse, e che si arrivasse allo scontro con i giovani di AN che, nella medesima giornata, intendevano depositare la corona di alloro in memoria di "tutti i caduti' (…) 'Poi, all'arrivo dei rappresentanti di AN, la protesta degenerò con lancio di sassi, oltre che di insulti.'
Di quali lanci di pietre parla il Messaggero? Come è possibile che con tutte le forze del dis-ordine presenti nessuno abbia visto o testimoniato? E le telecamere?
Come è possibile che un quotidiano sostenga che il 25 aprile, giornata storica della liberazione dal nazifascimo e dell'antifascismo, i provocatori siano gli antifascisti e non i giovani di AN (naturale discendente del partito fascista) che vogliono occupare piazza e giornata parificando vittime e carnefici (tutti caduti)?
Inutile tentare una lettura buonista consigliando lezioni di storia e di giornalismo a redattore e caporedattore, sappiamo bene che anche i media sono comprimari nella vendetta contro gli "insuscettibili di ravvedimento" che osano pensare e alzare la testa.
Massima solidarietà al compagno, non fermeranno la nostra lotta per un mondo di libere ed uguali: la resistenza non si processa!"
Pi. Pa.

Spezzano: convegno sulla Spagna rivoluzionaria

Il salone della locale Federazione Anarchica Spixana adibito, grazie alla paziente opera dei compagni del luogo, a biblioteca, per proiezioni video ed iniziative culturali e sociali non poteva vedere, in occasione della sua inaugurazione, iniziativa migliore di quella vissuta sabato 20 gennaio con il convegno sul settantesimo anniversario della rivoluzione spagnola, promosso e organizzato dal Coordinamento degli anarchici e libertari calabresi, dalla Federazione Municipale di Base, dalla F. A. Spixana.
Si era pensato di concentrare il perno dell'iniziativa nelle ore pomeridiane e serali pensando che i compagni/e provenienti da fuori Spezzano avrebbero potuto incontrare difficoltà ad esserci sin dalla mattina ed invece, con grande sorpresa, ancor prima di mezzo giorno, la sede cominciava a riempirsi di presenze non solo spezzanesi ma provenienti da varie località calabresi che iniziavano intanto a visitare la mostra dei manifesti dell'epoca, molto piaciuta, ed a soffermarsi davanti al banchetto della pubblicistica anarchica, ignari dei piacevoli problemi che regalavano agli organizzatori "costretti" a dover far fronte ad un pranzo corposo non preventivato. Per fortuna i rapporti comunitari sono venuti in soccorso ed un giovane ristoratore, sempre vicino alle iniziative libertarie, ha abbuffato i convenuti con prodotti tipici arbreshe prevalentemente vegetariani e rashekatiele me mishe derku (fusilli fatti in casa con sugo di carne di maiale).
Il pomeriggio, nel salone, ormai riempito da compagni/e, provenienti dall'alto e basso tirreno cosentino (Diamante, Paola, Amantea), da Reggio Calabria e dintorni, Lametia Terme, Vibo Valentia, Cosenza e presila, Acri, Castrovillari, Lungro, Rossano Calabro, dalla Sicilia (Messina e Catania), da Napoli e Ischia, iniziava la proiezione del film "Vivir la Utopia" che ha completamente coinvolto i presenti immergendoli nel "dolce sogno" del comunismo libertario che nell'estate del 1936 in terra di Spagna diventava realtà. Dopo una breve presentazione di A. Nociti della locale FMB, il quale comunicava purtroppo la non presenza al convegno dei due relatori dell'Istituto per la storia dell'antifascismo e dell'Italia contemporanea, che si scusavano con i presenti, e dopo una breve introduzione di D. Liguori della commissione comunalismo libertario della FAI, il quale nel sottolineare le realizzazioni della rivoluzione spagnola si sofferma poi sulla fattibilità dell'Utopia nell'oggi attraverso un intervento nelle lotte sociali con proposte autogestionarie.
Si passa poi alla proiezione dell'intervento di C. Venza (università di Trieste) che soffermandosi sulla nascita e lo sviluppo dell'anarchismo e dell'anarcosindacalismo in terra di Spagna riporta di nuovo i presenti al contenuto del film permettendo loro di comprendere, ancor più a fondo, di come si è potuto giungere nell'estate del 1936 alle collettivizzazioni ed alle libere comuni soprattutto in Catalogna e Aragona.
N. Musarra, curatore dell'Archivio Storico degli anarchici siciliani, invece, percorre col suo dire il dopo 1939 ed evidenzia in maniera dettagliata, attraverso fatti e personaggi moltissimi degli atti di resistenza anarchica che si effettuarono nel ventennio che abbraccia gli anni quaranta e cinquanta sino ai primi anni sessanta in aperta sfida alla feroce dittatura ed alla barbara repressione franchista, che in parecchi pagarono con il carcere e con la vita.
M. Varengo dell'editrice Zero in Condotta della FAI, infine, a conclusione dei lavori di convegno, con la sua relazione si richiama anch'egli alle realizzazioni rivoluzionarie dell'estate spagnola del '36 per poi trattare della grande rinascita dell'anarchismo subito dopo la morte di Franco e delle provocazioni messe in atto dal neoregime spagnolo contro il movimento anarcosindacalista, paragonabili alla strage di stato del 1969 in Italia. Infine, Massimo, con lo sguardo rivolto all'oggi, alle iniquità sociali con cui la politica degli stati e dei padroni si caratterizza, dal supersfruttamento nei luoghi di lavoro, alla questione migranti e alla guerra permanente, sottolinea che l'insegnamento che possiamo trarre dalla rivoluzione spagnola se non può certamente essere quello di voler ripetere un'esperienza che sicuramente è irrepetibile, date le mutate circostanze storiche, può invece spronarci ad essere dentro le contraddizioni del sistema di dominio, dentro le conflittualità sociali con proposte autogestionarie proiettate verso i valori di libertà e di uguaglianza, oggi come ieri, sempre validi ed attuali.
Nel corso del convegno è stata inoltre ricordato da un compagno di Acri il quotidiano impegno militante di Franco Leggio che da qualche mese ci ha lasciati, mentre piena solidarietà è stata espressa ai comitati in lotta contro la costruzione della nuova base militare USA a Vicenza, nonché al compagno anarchico V. Giordano di San Lorenzo del Vallo (CS) denunciato per calunnia dal sindaco con l'intento di far pagare allo stesso l'impegno profuso contro l'installazione dell'inceneritore che per l'appunto il sindaco avrebbe voluto realizzare in C/da Fedula.
Terminati i lavori di convegno, anche oltre l'orario previsto, il rilassarsi era doveroso e cosicché la serata si è magnificamente conclusa con la degustazione di vino e prodotti tipici arbereshe preparati da anarchici/e, da associati/e della FMB e dell'APS Spezzano è… Spixana eshte "L. Veronelli", nonché con il concerto di Carlo Ghirardato che ha a tutti regalato una bellissima interpretazione delle canzoni di Fabrizio De André.
A mò di conclusione del presente resoconto, una cosa è certa: la presenza costante di sessanta/settanta persone ai lavori convegno, il centinaio e più di persone che ha girato intorno all'iniziativa, la partecipazione alla manifestazione a livello calabrese non solo di anarchici ma anche di giovani e meno giovani di centri sociali ed altre strutture territoriali di base… un risultato che insomma ha superato le aspettative degli stessi organizzatori, sprona senza dubbio questi ultimi verso ulteriori iniziative di carattere sociale e culturale che mantengano alto il confronto e lo scambio di esperienze.
l'incaricato

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