Giovedì 25 gennaio si è svolta un'iniziativa contro la
politica d'esportazione di armi da guerra della "neutrale" Svizzera.
Di fronte agli uffici della RUAG, ditta - di proprietà della
Confederazione Svizzera - costruttrice di armi da guerra, fra le quali
le micidiali bombe a frammentazione, si è svolta un'azione di
sensibilizzazione ed informazione su quello che concerne la tematica.
L'iniziativa, portata avanti da una ventina fra compagne e compagni,
consisteva nella consegna di un "anti-premio" alla ditta sopraccitata.
L'"anti-premio" era una barella portante un fantoccio fatto di abiti
sbrindellati e ripieno di frattaglie (per info e foto vedere il sito di
indymedia.ch, parte italiana).
Questo omaggio ha voluto ricordare il risultato della politica di
guerra, da dove la RUAG trae linfa, ai dipendenti della ditta ed alla
popolazione ticinese. Infatti l'iniziativa, grazie alla diffusione del
messaggio anti-guerra sui due canali televisivi ticinesi (telegiornali
regionali di TSI1 e TeleTicino) e sulla stampa, ha avuto un buon eco.
Un buon successo lo ha avuto pure la metodologia di costruzione
dell'attività grazie alle decisioni prese in comune fra tutti
gli attori dell'iniziativa.
Farla finita con la politica di guerra permanente è una necessità impellente!
Solidarietà alla Vicenza che resiste!
uno che c'era
Era il 25 aprile del 2004. A Pordenone i (post) fascisti di AN
intendevano manifestare in ricordo di "tutte le vittime". I compagni
che organizzarono nella stessa piazza dove volevano sfilare i fascisti
un presidio con musica, banchetti, striscioni. Poco prima dell'arrivo
degli Alleati Nazionali una quarantina di compagni stretti al centro
della piazza per fare resistenza passiva vennero brutalmente malmenati
dalla polizia per consentire ai fascisti di transitare per pochi
minuti. Per una cronaca completa della giornata rimandiamo a UN n. 16
del 9 maggio 2004 nella rubrica inform@zione
http://www.ecn.org/uenne/archivio/archivio2004/un16/art3244.html.
A oltre due anni e mezzo da allora un compagno di Udine presente in
piazza qual giorno è stato condannato in un processo dal sapore
della farsa a 4 mesi per resistenza e lesioni.
Di seguito il comunicato emesso da Iniziativa Libertaria e S.H.A.R.P.
di Pordenone, Centro Sociale Autogestito di Udine, Gruppo anarchico
Germinal di Trieste.
"Dopo un iter lunghissimo (più di due anni) ieri è giunta
la sentenza nei confronti di un compagno di Udine, reo di aver
partecipato alla Resistenza Antifascista del 2004 in cui anarchici,
libertari ed altre individualità del Friuli hanno tentato in
modo pacifico ma determinato d'impedire lo scempio revisionista
dell'organizzazione giovanile di Alleanza Nazionale.
L'unica colpa di Simone infatti è quella di aver contribuito,
assieme a decine di altri/e compagni/e, a bandire i fascisti da P.le
Ellero di Pordenone grazie proprio ad un antifascismo attivo e attuale
in un luogo e in un giorno simbolo d'una "resistenza" istituzionalmente
imbalsamata e politicamente umiliata dalla continua e incessante opera
di mistificazione storica di personaggi trasversali al partitume
politico italiano, da Violante a Fini passando per Bertinotti e da
quello culturale come Pirina (ex missino, ex forzaitaliota, ex
leghista) e Pansa (diessino).
Antifascismo attivo che raccoglie i suoi frutti come dimostrano gli
ultimi due anni dove i postfascisti di AN sono stati costretti a
ripiegare il giorno prima per evitare l'ennesima figuraccia.
Ma come sappiamo bene ogni vittoria per il movimento, per quanto
piccola e temporanea, va fatta pagare a caro prezzo: denunce, processi,
condanne e carcere!
Così per accontentare gli eredi pordenonesi di Mussolini polizia
e magistratura hanno pensato bene di trovare almeno un capro espiatorio
a cui farla pagare e quindi hanno colpito nel mucchio, trovato il
compagno mancavano i testimoni che sono stati facilmente individuati
fra il centinaio di sbirri che scortavano i pochi revisionisti mentre
altri trascinavano e pestavano gli antifascisti seduti e avvinghiati a
terra. Senza prove filmate nonostante vi fossero almeno tre videocamere
della questura più quelle di stampa e tv; senza altre
testimonianze neutrali viste le decine di cittadini presenti
all'accaduto: senza neppure che il presunto poliziotto "colpito" abbia
potuto riconoscere l'imputato; ebbene il giudice ha deciso che due
testimonianze dei colleghi in divisa pur contraddittorie e
inconsistenti bastassero per condannare Simone a 4 mesi e 2280 euro di
multa. Un video presentato dalla difesa in cui si vedeva, o meglio NON
si vedeva, nessuna presunta aggressione e il clima tranquillo in cui la
stessa sarebbe avvenuta non è stato neppure preso in
considerazione. Una sentenza tutta politica e fasulla che dimostra
quanto la giustizia sia indirettamente proporzionale alla legge dei
tribunali.
Ma ancora più infamante è l'articolo comparso sul
Messaggero Veneto (a firma e.d.g.) dove la notizia viene ulteriormente
mistificata al limite della calunnia. Ecco alcuni passi: 'Fu un 25
aprile da dimenticare quello del 2004, caratterizzato da contestazioni,
slogan, lancio di pietre, insulti e tafferugli.' (…) 'blindato
da decine e decine di uomini di polizia, carabinieri e guardia di
finanza, che avevano cercato di evitare che la manifestazione dei
no-global… degenerasse, e che si arrivasse allo scontro con i
giovani di AN che, nella medesima giornata, intendevano depositare la
corona di alloro in memoria di "tutti i caduti' (…) 'Poi,
all'arrivo dei rappresentanti di AN, la protesta degenerò con
lancio di sassi, oltre che di insulti.'
Di quali lanci di pietre parla il Messaggero? Come è possibile
che con tutte le forze del dis-ordine presenti nessuno abbia visto o
testimoniato? E le telecamere?
Come è possibile che un quotidiano sostenga che il 25 aprile,
giornata storica della liberazione dal nazifascimo e dell'antifascismo,
i provocatori siano gli antifascisti e non i giovani di AN (naturale
discendente del partito fascista) che vogliono occupare piazza e
giornata parificando vittime e carnefici (tutti caduti)?
Inutile tentare una lettura buonista consigliando lezioni di storia e
di giornalismo a redattore e caporedattore, sappiamo bene che anche i
media sono comprimari nella vendetta contro gli "insuscettibili di
ravvedimento" che osano pensare e alzare la testa.
Massima solidarietà al compagno, non fermeranno la nostra lotta
per un mondo di libere ed uguali: la resistenza non si processa!"
Pi. Pa.
Il salone della locale Federazione Anarchica Spixana adibito, grazie
alla paziente opera dei compagni del luogo, a biblioteca, per
proiezioni video ed iniziative culturali e sociali non poteva vedere,
in occasione della sua inaugurazione, iniziativa migliore di quella
vissuta sabato 20 gennaio con il convegno sul settantesimo anniversario
della rivoluzione spagnola, promosso e organizzato dal Coordinamento
degli anarchici e libertari calabresi, dalla Federazione Municipale di
Base, dalla F. A. Spixana.
Si era pensato di concentrare il perno dell'iniziativa nelle ore
pomeridiane e serali pensando che i compagni/e provenienti da fuori
Spezzano avrebbero potuto incontrare difficoltà ad esserci sin
dalla mattina ed invece, con grande sorpresa, ancor prima di mezzo
giorno, la sede cominciava a riempirsi di presenze non solo spezzanesi
ma provenienti da varie località calabresi che iniziavano
intanto a visitare la mostra dei manifesti dell'epoca, molto piaciuta,
ed a soffermarsi davanti al banchetto della pubblicistica anarchica,
ignari dei piacevoli problemi che regalavano agli organizzatori
"costretti" a dover far fronte ad un pranzo corposo non preventivato.
Per fortuna i rapporti comunitari sono venuti in soccorso ed un giovane
ristoratore, sempre vicino alle iniziative libertarie, ha abbuffato i
convenuti con prodotti tipici arbreshe prevalentemente vegetariani e
rashekatiele me mishe derku (fusilli fatti in casa con sugo di carne di
maiale).
Il pomeriggio, nel salone, ormai riempito da compagni/e, provenienti
dall'alto e basso tirreno cosentino (Diamante, Paola, Amantea), da
Reggio Calabria e dintorni, Lametia Terme, Vibo Valentia, Cosenza e
presila, Acri, Castrovillari, Lungro, Rossano Calabro, dalla Sicilia
(Messina e Catania), da Napoli e Ischia, iniziava la proiezione del
film "Vivir la Utopia" che ha completamente coinvolto i presenti
immergendoli nel "dolce sogno" del comunismo libertario che nell'estate
del 1936 in terra di Spagna diventava realtà. Dopo una breve
presentazione di A. Nociti della locale FMB, il quale comunicava
purtroppo la non presenza al convegno dei due relatori dell'Istituto
per la storia dell'antifascismo e dell'Italia contemporanea, che si
scusavano con i presenti, e dopo una breve introduzione di D. Liguori
della commissione comunalismo libertario della FAI, il quale nel
sottolineare le realizzazioni della rivoluzione spagnola si sofferma
poi sulla fattibilità dell'Utopia nell'oggi attraverso un
intervento nelle lotte sociali con proposte autogestionarie.
Si passa poi alla proiezione dell'intervento di C. Venza
(università di Trieste) che soffermandosi sulla nascita e lo
sviluppo dell'anarchismo e dell'anarcosindacalismo in terra di Spagna
riporta di nuovo i presenti al contenuto del film permettendo loro di
comprendere, ancor più a fondo, di come si è potuto
giungere nell'estate del 1936 alle collettivizzazioni ed alle libere
comuni soprattutto in Catalogna e Aragona.
N. Musarra, curatore dell'Archivio Storico degli anarchici siciliani,
invece, percorre col suo dire il dopo 1939 ed evidenzia in maniera
dettagliata, attraverso fatti e personaggi moltissimi degli atti di
resistenza anarchica che si effettuarono nel ventennio che abbraccia
gli anni quaranta e cinquanta sino ai primi anni sessanta in aperta
sfida alla feroce dittatura ed alla barbara repressione franchista, che
in parecchi pagarono con il carcere e con la vita.
M. Varengo dell'editrice Zero in Condotta della FAI, infine, a
conclusione dei lavori di convegno, con la sua relazione si richiama
anch'egli alle realizzazioni rivoluzionarie dell'estate spagnola del
'36 per poi trattare della grande rinascita dell'anarchismo subito dopo
la morte di Franco e delle provocazioni messe in atto dal neoregime
spagnolo contro il movimento anarcosindacalista, paragonabili alla
strage di stato del 1969 in Italia. Infine, Massimo, con lo sguardo
rivolto all'oggi, alle iniquità sociali con cui la politica
degli stati e dei padroni si caratterizza, dal supersfruttamento nei
luoghi di lavoro, alla questione migranti e alla guerra permanente,
sottolinea che l'insegnamento che possiamo trarre dalla rivoluzione
spagnola se non può certamente essere quello di voler ripetere
un'esperienza che sicuramente è irrepetibile, date le mutate
circostanze storiche, può invece spronarci ad essere dentro le
contraddizioni del sistema di dominio, dentro le conflittualità
sociali con proposte autogestionarie proiettate verso i valori di
libertà e di uguaglianza, oggi come ieri, sempre validi ed
attuali.
Nel corso del convegno è stata inoltre ricordato da un compagno
di Acri il quotidiano impegno militante di Franco Leggio che da qualche
mese ci ha lasciati, mentre piena solidarietà è stata
espressa ai comitati in lotta contro la costruzione della nuova base
militare USA a Vicenza, nonché al compagno anarchico V. Giordano
di San Lorenzo del Vallo (CS) denunciato per calunnia dal sindaco con
l'intento di far pagare allo stesso l'impegno profuso contro
l'installazione dell'inceneritore che per l'appunto il sindaco avrebbe
voluto realizzare in C/da Fedula.
Terminati i lavori di convegno, anche oltre l'orario previsto, il
rilassarsi era doveroso e cosicché la serata si è
magnificamente conclusa con la degustazione di vino e prodotti tipici
arbereshe preparati da anarchici/e, da associati/e della FMB e dell'APS
Spezzano è… Spixana eshte "L. Veronelli", nonché
con il concerto di Carlo Ghirardato che ha a tutti regalato una
bellissima interpretazione delle canzoni di Fabrizio De André.
A mò di conclusione del presente resoconto, una cosa è
certa: la presenza costante di sessanta/settanta persone ai lavori
convegno, il centinaio e più di persone che ha girato intorno
all'iniziativa, la partecipazione alla manifestazione a livello
calabrese non solo di anarchici ma anche di giovani e meno giovani di
centri sociali ed altre strutture territoriali di base… un
risultato che insomma ha superato le aspettative degli stessi
organizzatori, sprona senza dubbio questi ultimi verso ulteriori
iniziative di carattere sociale e culturale che mantengano alto il
confronto e lo scambio di esperienze.
l'incaricato