Umanità Nova, n.4 del 4 febbraio 2007, anno 87

Piana di Navelli: cronaca di ordinaria (il)legalità
Devastazione e saccheggio

 
Premessa
Il 27 ottobre 1999, la Giunta regionale, esaminata con scrupolo, rigore e coscienziosità la documentazione prodotta dal Comitato Speciale per i Beni Ambientali della regione Abruzzo riguardo gli ampliamenti della strada statale 17 (tratto Navelli/Barisciano) esprime il proprio parere favorevole alla realizzazione dell'opera. Agli occhi della Giunta non ci sono dubbi: il progetto è "conforme con le norme di tutela paesaggistica" e quindi da approvare e sostenere.
Lo scopo: rafforzare le condizioni di sicurezza stradale, consentire la migliore percorrenza dei flussi di traffico ed eliminare la "viabilità minore di nuova previsione".
In breve tempo la notizia arriva a Roma. È il 3 dicembre del 1999 quando, nei palazzi della Capitale, il Ministero per i Beni e le Attività Culturali riceve le osservazioni e le prescrizioni espresse dalla Regione Abruzzo. Con esse giunge anche la raccomandazione di "non alterare negativamente quote e distanze dalla strada in prossimità degli edifici sottoposti a tutela monumentale né la percezione visiva degli stessi".
Dopo un anno di impegnativi e spossanti lavori il 14 dicembre del 2000, giunge finalmente anche il parere positivo della Sezione urbanistica regionale, favorevole alla soluzione progettuale definitiva dei lavori ma con alcune prescrizioni:
- spostare lo svincolo per S. Pio delle Camere più a monte, all'altezza della frazione di Castelnuovo (svincolo per Carapelle e zona archeologica); - realizzare, comunque, tutti gli svincoli previsti a raso, tipo inglese; - realizzare la pista ciclabile-pedonale con pavimentazione idonea; - realizzare nella zona dell'attuale dosso un sovrappasso biologico; - inserire ogni 100 m. ecodotti biologici per l'erpeto-fauna.
Sulla base di tali disposizioni, il provveditorato alle opere pubbliche suggella la raggiunta intesa tra Stato e Regione sul progetto definitivo di adeguamento della sede stradale ed il miglioramento dei relativi innesti. Viene però ribadito il permanere di tutte le precedenti raccomandazioni e prescrizioni, tra cui:
- eliminazione della viabilità secondaria; - spostamento dello svincolo di S. Pio delle Camere verso Castelnuovo; - mantenimento delle distanze e delle quote della strada, nonché della percezione visiva degli edifici sottoposti a tutela monumentale; - realizzazione di tutti gli svincoli a raso; - realizzazione di un sovrappasso biologico nella zona del dosso di S. Pio delle Camere, etc…
E così, dopo il cambio di guardia sulle poltrone della Giunta regionale, possono finalmente cominciare i lavori.
È l'inizio dell'estate del 2006.

E si grida allo scempio
È il 20 luglio. Per la precisione il giorno in cui i cattolici ricordano la figura di Sant'Elia. Il 20 luglio è anche il giorno in cui Ministro Antonio Di Pietro si concede una visita in Abruzzo, pensando che un saluto a Ottaviano Del Turco e alla sua Giunta valga la pena di farlo. Ma al 20 luglio l'opera è già destinata ad entrare nel Guinness dei Primati regionali: ben 10 esposti sono già stati presentati alla Magistratura dalle associazioni e dalla cittadinanza per ottenere la sospensione dei lavori che l'ANAS sta svolgendo lungo il tracciato della statale. Perché?
Le opere risultano del tutto sovradimensionate e non adeguate ai reali flussi di traffico. L'intervento di adeguamento che si voleva realizzare vede aumentare di sette volte gli spazi occupati. L'impatto maggiore non è costituito dall'allargamento della Statale (la cui carreggiata è portata da 6,50 m a 10,50 m) ma dalle strutture connesse quali svincoli, rotatorie, complanari, viabilità secondaria, ecc…, assolutamente spropositate per smaltire il traffico locale di una popolazione di soli 5.804 residenti distribuiti in 9 comuni. Per rendere l'idea dell'ampiezza dei lavori, c'è stato chi ha stimato che le rotatorie e gli svincoli che si stanno costruendo, occupano tanto quanto 40 campi di calcio.

Silenzio e legalizzazione
Dopo un attento esame della documentazione sono state evidenziate numerose incongruenze nella progettazione e nell'esecuzione dei lavori. La procedura autorizzativa non è stata completata con le dovute valutazioni ambientali e, in merito alla difformità delle opere realizzate rispetto a quelle autorizzate, è emerso un evidente iter nel corso del quale sembra perdersi ogni traccia delle prescrizioni già ricordate. Diventano in molti quelli che ritengono che, sul piano delle autorizzazioni, l'opera avrebbe dovuto essere sottoposta a Valutazione di Impatto Ambientale, (ai sensi del DPCM 10 agosto 1988 e successive modifiche) in ragione di una serie consistente di motivi.
Innanzitutto perché il complesso degli interventi comporta un elevato impatto ambientale e paesaggistico. I lavori in corso infatti, dovrebbero essere valutati tenendo conto l'intera opera stradale che, però, è stata furbamente divisa in tre lotti: i 10 km in corso ed i 25 km successivi fino a L'Aquila. A quanto pare è tale divisione in lotti ad aver giustificato l'assenza di Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) ed è soprattutto questa la principale accusa mossa all'ANAS, colpevole di aver spezzettato un'opera che, se presentata complessivamente, non avrebbe avuto alcuna approvazione. Ma, stando così le cose, il Sovrintendente dell'ANAS, il 2 giugno poteva serenamente dichiarare che i lavori erano "conformi al progetto".
Da un altro punto di vista invece, emerge la completa incoerenza tra l'opera in corso e gli obiettivi di conservazione della rete di siti naturali voluta dalla Direttiva 43/92/CEE "Habitat" in base alla quale, in caso di violazione, si rischia l'avvio di una procedura di infrazione comunitaria con forti ripercussioni economiche per l'intero Paese.
Infine i lavori in corso contrastano anche i risultati del progetto Life "Econet", per i quali l'Unione Europea e la Regione Abruzzo hanno investito somme considerevoli proprio per realizzare nella Piana di Navelli un tranquillo corridoio ecologico tra il Parco del Sirente e il Parco Nazionale del Gran Sasso. Ed è proprio il Parco Gran Sasso-Monti della Laga l'ente che comincia a farsi sentire tra l'assordante silenzio dei politici e delle altre istituzioni territoriali. Nel mese di agosto il suo presidente rilascia forti dichiarazioni secondo cui sono da considerare colpevoli tutti gli enti e le istituzioni che hanno dato, senza un adeguato dibattito, esecuzione ad un progetto che stravolge uno dei paesaggi più belli della "regione verde d'Europa". Per il presidente del parco, imperdonabile è anche la mancata salvaguardia dei resti archeologici della necropoli di Centurelli e dell'antica città di Incerulae recentemente scoperta, per cui nemmeno la Sovrintendenza per i Beni Culturali ha provveduto ad effettuare gli opportuni sondaggi preventivi.

"Avevamo già superato la strettoia rocciosa di Civitaretenga ed eravamo entrati nel Piano di Navelli" – scisse Ignazio Silone nelle sue Note di viaggio per l'Abruzzo – "Che splendide coltivazioni! I ben ordinati campi di zafferano, di legumi, di cereali, avevano la bellezza di un giardino […] e dimostravano un amore per la terra che commuoveva, come ogni amore di cui si sente l'estinzione".
Qualcuno l'ha definita una profezia. I lavori intanto continuano e, per la cronaca, solo per la costruzione del primo lotto, si è stimato che costeranno 35 milioni di euro.

Edo

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