Premessa
Il 27 ottobre 1999, la Giunta regionale, esaminata con scrupolo, rigore
e coscienziosità la documentazione prodotta dal Comitato
Speciale per i Beni Ambientali della regione Abruzzo riguardo gli
ampliamenti della strada statale 17 (tratto Navelli/Barisciano) esprime
il proprio parere favorevole alla realizzazione dell'opera. Agli occhi
della Giunta non ci sono dubbi: il progetto è "conforme con le
norme di tutela paesaggistica" e quindi da approvare e sostenere.
Lo scopo: rafforzare le condizioni di sicurezza stradale, consentire la
migliore percorrenza dei flussi di traffico ed eliminare la
"viabilità minore di nuova previsione".
In breve tempo la notizia arriva a Roma. È il 3 dicembre del
1999 quando, nei palazzi della Capitale, il Ministero per i Beni e le
Attività Culturali riceve le osservazioni e le prescrizioni
espresse dalla Regione Abruzzo. Con esse giunge anche la
raccomandazione di "non alterare negativamente quote e distanze dalla
strada in prossimità degli edifici sottoposti a tutela
monumentale né la percezione visiva degli stessi".
Dopo un anno di impegnativi e spossanti lavori il 14 dicembre del 2000,
giunge finalmente anche il parere positivo della Sezione urbanistica
regionale, favorevole alla soluzione progettuale definitiva dei lavori
ma con alcune prescrizioni:
- spostare lo svincolo per S. Pio delle Camere più a monte,
all'altezza della frazione di Castelnuovo (svincolo per Carapelle e
zona archeologica); - realizzare, comunque, tutti gli svincoli previsti
a raso, tipo inglese; - realizzare la pista ciclabile-pedonale con
pavimentazione idonea; - realizzare nella zona dell'attuale dosso un
sovrappasso biologico; - inserire ogni 100 m. ecodotti biologici per
l'erpeto-fauna.
Sulla base di tali disposizioni, il provveditorato alle opere pubbliche
suggella la raggiunta intesa tra Stato e Regione sul progetto
definitivo di adeguamento della sede stradale ed il miglioramento dei
relativi innesti. Viene però ribadito il permanere di tutte le
precedenti raccomandazioni e prescrizioni, tra cui:
- eliminazione della viabilità secondaria; - spostamento dello
svincolo di S. Pio delle Camere verso Castelnuovo; - mantenimento delle
distanze e delle quote della strada, nonché della percezione
visiva degli edifici sottoposti a tutela monumentale; - realizzazione
di tutti gli svincoli a raso; - realizzazione di un sovrappasso
biologico nella zona del dosso di S. Pio delle Camere, etc…
E così, dopo il cambio di guardia sulle poltrone della Giunta regionale, possono finalmente cominciare i lavori.
È l'inizio dell'estate del 2006.
E si grida allo scempio
È il 20 luglio. Per la precisione il giorno in cui i cattolici
ricordano la figura di Sant'Elia. Il 20 luglio è anche il giorno
in cui Ministro Antonio Di Pietro si concede una visita in Abruzzo,
pensando che un saluto a Ottaviano Del Turco e alla sua Giunta valga la
pena di farlo. Ma al 20 luglio l'opera è già destinata ad
entrare nel Guinness dei Primati regionali: ben 10 esposti sono
già stati presentati alla Magistratura dalle associazioni e
dalla cittadinanza per ottenere la sospensione dei lavori che l'ANAS
sta svolgendo lungo il tracciato della statale. Perché?
Le opere risultano del tutto sovradimensionate e non adeguate ai reali
flussi di traffico. L'intervento di adeguamento che si voleva
realizzare vede aumentare di sette volte gli spazi occupati. L'impatto
maggiore non è costituito dall'allargamento della Statale (la
cui carreggiata è portata da 6,50 m a 10,50 m) ma dalle
strutture connesse quali svincoli, rotatorie, complanari,
viabilità secondaria, ecc…, assolutamente spropositate
per smaltire il traffico locale di una popolazione di soli 5.804
residenti distribuiti in 9 comuni. Per rendere l'idea dell'ampiezza dei
lavori, c'è stato chi ha stimato che le rotatorie e gli svincoli
che si stanno costruendo, occupano tanto quanto 40 campi di calcio.
Silenzio e legalizzazione
Dopo un attento esame della documentazione sono state evidenziate
numerose incongruenze nella progettazione e nell'esecuzione dei lavori.
La procedura autorizzativa non è stata completata con le dovute
valutazioni ambientali e, in merito alla difformità delle opere
realizzate rispetto a quelle autorizzate, è emerso un evidente
iter nel corso del quale sembra perdersi ogni traccia delle
prescrizioni già ricordate. Diventano in molti quelli che
ritengono che, sul piano delle autorizzazioni, l'opera avrebbe dovuto
essere sottoposta a Valutazione di Impatto Ambientale, (ai sensi del
DPCM 10 agosto 1988 e successive modifiche) in ragione di una serie
consistente di motivi.
Innanzitutto perché il complesso degli interventi comporta un
elevato impatto ambientale e paesaggistico. I lavori in corso infatti,
dovrebbero essere valutati tenendo conto l'intera opera stradale che,
però, è stata furbamente divisa in tre lotti: i 10 km in
corso ed i 25 km successivi fino a L'Aquila. A quanto pare è
tale divisione in lotti ad aver giustificato l'assenza di Valutazione
di Impatto Ambientale (VIA) ed è soprattutto questa la
principale accusa mossa all'ANAS, colpevole di aver spezzettato
un'opera che, se presentata complessivamente, non avrebbe avuto alcuna
approvazione. Ma, stando così le cose, il Sovrintendente
dell'ANAS, il 2 giugno poteva serenamente dichiarare che i lavori erano
"conformi al progetto".
Da un altro punto di vista invece, emerge la completa incoerenza tra
l'opera in corso e gli obiettivi di conservazione della rete di siti
naturali voluta dalla Direttiva 43/92/CEE "Habitat" in base alla quale,
in caso di violazione, si rischia l'avvio di una procedura di
infrazione comunitaria con forti ripercussioni economiche per l'intero
Paese.
Infine i lavori in corso contrastano anche i risultati del progetto
Life "Econet", per i quali l'Unione Europea e la Regione Abruzzo hanno
investito somme considerevoli proprio per realizzare nella Piana di
Navelli un tranquillo corridoio ecologico tra il Parco del Sirente e il
Parco Nazionale del Gran Sasso. Ed è proprio il Parco Gran
Sasso-Monti della Laga l'ente che comincia a farsi sentire tra
l'assordante silenzio dei politici e delle altre istituzioni
territoriali. Nel mese di agosto il suo presidente rilascia forti
dichiarazioni secondo cui sono da considerare colpevoli tutti gli enti
e le istituzioni che hanno dato, senza un adeguato dibattito,
esecuzione ad un progetto che stravolge uno dei paesaggi più
belli della "regione verde d'Europa". Per il presidente del parco,
imperdonabile è anche la mancata salvaguardia dei resti
archeologici della necropoli di Centurelli e dell'antica città
di Incerulae recentemente scoperta, per cui nemmeno la Sovrintendenza
per i Beni Culturali ha provveduto ad effettuare gli opportuni sondaggi
preventivi.
"Avevamo già superato la strettoia rocciosa di Civitaretenga ed
eravamo entrati nel Piano di Navelli" – scisse Ignazio Silone
nelle sue Note di viaggio per l'Abruzzo – "Che splendide
coltivazioni! I ben ordinati campi di zafferano, di legumi, di cereali,
avevano la bellezza di un giardino […] e dimostravano un amore
per la terra che commuoveva, come ogni amore di cui si sente
l'estinzione".
Qualcuno l'ha definita una profezia. I lavori intanto continuano e, per
la cronaca, solo per la costruzione del primo lotto, si è
stimato che costeranno 35 milioni di euro.
Edo