Umanità Nova, n.4 del 4 febbraio 2007, anno 87

"Insorgere contro ogni guerra"

 
Giacomo Matteotti, il deputato socialista che venne assassinato dai fascisti nel '24, non era un rivoluzionario eppure nel 1915, alla vigilia dell'entrata dell'Italia nella Prima guerra mondiale, scelse di stare dalla parte degli antimilitaristi con parole che ancora oggi meritano d'essere ricordate, parole che gli sarebbero costate l'internamento in Sicilia durante il conflitto:
"Resta fissato in generale che il partito socialista di ogni paese ha il dovere di opporsi continuamente alla guerra, e al suo strumento creatore, il militarismo. Ogni partito socialista vota contro le spese militari del proprio paese, per significare le aspirazioni internazionaliste dei lavoratori.
(...)
Il pensiero di coloro che stanno uccidendosi è terribile; e mi par giusta l'insurrezione se si volesse domani con assai poca lealtà lanciarci in guerra contro l'Austria. Ma tira il vento di piccole viltà anche nel mio partito.
(...)
Anche se, per dannata ipotesi, la nostra opposizione alla guerra non dovesse trionfare essa non resta, no, una posizione trascendentale, infeconda. Essa è la preparazione del nostro avvenire; e nulla vi è di più fecondo, di meno trascendentale, delle sementa. Noi dobbiamo essere oggi contro  la guerra, magari anche inutilmente, purché domani sia possibile avere un proletariato educato all'avversione irriducibile contro la guerra.
(...)
Una cosa soltanto da deplorare da parte nostra: che il proletariato e il  partito socialista italiano non sappiano in questo momento insorgere contro ogni guerra; perché soltanto così si preparerebbe la resurrezione dell'Internazionale, nella quale è la vera, l'unica libertà del proletariato di tutte le patrie."

Dopo l'approvazione della Finanziaria di guerra, con dodici miliardi di euro investiti nelle spese militari; dopo la sudditanza politica dimostrata dal governo di centrosinistra con la cessione dell'aeroporto civile Dal Molin di Vicenza ai comandi militari Usa; alla vigilia del voto parlamentare che approverà il decreto di rifinanziamento degli interventi militari italiani all'estero, non si può fare a meno di paragonare la chiarezza e la coerenza antibellicista di Matteotti con i compromessi, le complicità, le ipocrisie degli attuali partiti parlamentari di sinistra, compresi quelli impropriamente definiti come "sinistra radicale", su una questione cruciale come quella della guerra, con le sue pesanti ricadute sociali.
L'essere contro ogni guerra decisa dagli stati e voluta dai poteri economici dominanti "senza se e senza ma", così come la rivendicazione etica del pacifismo di questi ultimi decenni, hanno lasciato con tutta evidenza il posto a nuove "piccole viltà" destinate a rimanere scritte come responsabilità storiche, così come soltanto la scelta della non sottomissione conserverà una sua dignità umana e valenza rivoluzionaria.

anti

home | sommario | comunicati | archivio | link | contatti