Umanità Nova, n.5 dell'11 febbraio 2007, anno 87

Lombardia: sepoltura dei feti
Orrore clericale

 
Il consiglio Regionale della Lombardia ha varato un provvedimento che impone la sepoltura di tutti i feti, compresi quelli che derivano da aborti sotto le 20 settimane, mentre la legge nazionale stabilisce la sepoltura solo per quelli che ne hanno di più. Qualsiasi donna si sottoponga ad interruzione di gravidanza sarà avvertita di questo obbligo. In caso i familiari non intendano farlo se ne occuperanno gli ospedali.
Nei fatti non è chiaro come questo avverrà, anche perché la norma dovrebbe riguardare anche gli aborti spontanei.
Formigoni, presidente della regione lombarda, dichiara che "per la prima volta in Italia si riconosce al feto il rispetto che merita".
Se pensiamo che un feto di 3 mesi è lungo circa 7 centimetri, ci si chiede a quale ragione risponda questa legge se non quella di imporre alle donne il lutto e il senso di colpa.
L'ennesima riproposizione della sacralità del feto, a cui è dunque dovuta sepoltura e funerale non stupisce. Ma ancora una volta ci indigna l'imposizione. Già ora poteva essere richiesto il funerale, se questo serviva per superare il dolore.
L'imposizione è invece agghiacciante.
Se colleghiamo ciò alla proposta di inserire volontari del movimento per la vita negli ospedali, ci accorgiamo che l'immagine della donna che ne viene disegnata è ancora quella di una persona che ha bisogno di un occhio estraneo che le dica che cosa fare, che ne indaghi i comportamenti e li indirizzi, dando "soccorso alle vittime" da lei prodotte e facendola sempre sentire in colpa per le sue scelte.
Non a caso il comportamento della Lombardia è già pronto per essere imitato dal Lazio e dalla Liguria dove parlamentari di FI e AN hanno chiesto lo stesso provvedimento.

Rosaria Polita

home | sommario | comunicati | archivio | link | contatti