Umanità Nova, n.6 del 18 febbraio 2007, anno 87

Cacciabombardieri F-35 a Cameri
Business mortale


E alla fine la firma definitiva è arrivata. Il sottosegretario alla difesa Lorenzo Forcieri ha siglato a Washington, il 7 febbraio, il protocollo definitivo riguardante la produzione, il supporto ed il successivo sviluppo dell'F-35 Joint Strike Fighter. La firma dell'altra parte è quella di Gordon England, vicesegretario alla difesa degli USA.
In Italia si è parlato poco dell'intera vicenda: sembra quasi che la partecipazione al più grande progetto di ingegneria aeronautica militare mai concepito (stando alle stesse parole di Forcieri) non abbia suscitato un grande interesse. Solo a Novara e dintorni se ne è discusso un po' di più, dal momento che l'aeroporto militare di Cameri, a pochi chilometri dal capoluogo dell'est piemontese, è stato individuato come la sede per l'assemblaggio dei nuovi aerei da guerra americani.
L'F-35 è un cacciabombardiere di nuova generazione, prodotto ad opera della Lockheed Martin. Il progetto che lo riguarda è partito nel 1996 e si è concluso nel 2004, con la costruzione e la verifica dei prototipi. Ora si tratta di diffonderne la produzione pure in Europa, a beneficio degli Stati che si sono proposti come acquirenti del nuovo, preziosissimo giocattolino.
L'entrata in servizio dei primi F-35 è prevista negli USA per il 2008: saranno destinati innanzitutto ai promotori stessi del programma, cioè a US Air Force, US Navy e Marine Corps negli USA e alla UK Royal Navy. Altri acquirenti sono, al momento, Australia, Canada, Danimarca, Italia, Olanda, Norvegia, Singapore, Turchia. Del resto si tratta di un vero affarone: ogni pezzo costa in media solo 150 milioni di Euro.
L'Italia ne ha ordinati, sembra, un centinaio. Fatti presto i conti, si tratta di una spesa di 15 miliardi di Euro, cioè di soldi pubblici che andranno a finire nelle casse dei fabbricanti d'armi. Resta oscuro il motivo per il quale si dà invece pubblicamente la cifra di "soli" 11 miliardi di Euro (moltiplicare 150 milioni per 100 non necessita di abilità matematiche superiori).
Ma non stiamo a fare gli spilorci, per tre o quattro miliardi d'Euro di differenza non possiamo certo farci scappare l'occasione di avere pure nel nostro Paese il cacciabombardiere di punta dell'industria militare statunitense: un potentissimo velivolo monoposto che può caricarsi addosso, volendo, pure bombe nucleari.
Fino ad oggi l'Italia ha impegnato già un miliardo circa di Euro per il solo avvio del progetto. Si tratta quindi di una spesa che non comprende ancora l'acquisto dei velivoli, ma che è destinata, per ora, ad avviare l'opera. I soldi non sono ancora stati spesi interamente. Per esempio bisogna ancora approntare lo stabilimento per l'assemblaggio dei 700 aerei che verranno preparati, a quanto si dice, all'interno del recinto dell'aeroporto militare di Cameri.
Si tratta di una location quasi obbligata: alcuni esperti hanno lodato l'attitudine militaresca della brughiera a nord di Novara. E non si può certo dar loro torto. Infatti dall'aeroporto di Cameri sono partiti, a più riprese, diversi soldati destinati alle aree calde di conflitto, dall'Iraq all'Afganistan. Nel medesimo aeroporto si fa manutenzione di velivoli da guerra e si collaudano i nuovi prodotti di Augusta o Alenia. Non lontano da Cameri, anzi proprio attaccato al recinto del suo aeroporto, c'è pure il campo d'addestramento della caserma Babini di Bellinzago: qui ha sede un reparto logistico che assiste le truppe speciali NATO della base di Solbiate Olona e che partecipa, approntando trasporti e munizionamento, a diverse operazioni estere delle forze armate italiane. Non si può negare che si tratta proprio dell'ambiente ideale nel quale inserire la produzione dei nuovi cacciabombardieri americani.
Nelle ultime settimane, a Novara e dintorni, si è fatto un gran dibattere sull'intera vicenda. Da un lato ci sono i sostenitori del progetto, a destra quanto a sinistra, che magnificano l'occasione di acquisire nuova tecnologia e lavoro per le imprese italiane affiliate al progetto. Verranno infatti coinvolte aziende come Alenia Aeronautica, Fiat Avio, Piaggio Aerea, OtoMelara, e diverse altre. Ci sarà pure, a detta dei sostenitori del cacciabombardiere, l'occasione di trovar lavoro per almeno un migliaio di tecnici: un'opportunità per rilanciare un'area produttiva che, a detta di alcuni politici locali, avrebbe bisogno di sostegno e di un'iniezione di fiducia. È la solita tiritera che cerca di far digerire a tutti la costruzione di strumenti di morte a fronte della crescita dei posti di lavoro.
Tuttavia è nato a Novara pure un tavolo contro gli F-35, che, negli ultimi mesi, ha condotto una serie di iniziative per contrapporsi al progetto che prevede l'assemblaggio dei cacciabombardieri proprio a Cameri.
Come già accaduto in altre occasioni, si scontano le ambiguità di alcuni partecipanti alle iniziative di protesta: risulta difficile infatti comprendere come possano dare le viste di essere contrari agli F-35 anche i rappresentanti dei partiti della sinistra radicale (PRC e PdCI in primis), che poco hanno fatto a livello nazionale per bloccare l'insieme del progetto. Qualche interrogazione parlamentare serve a poco se poi si finisce con il votare a favore di leggi finanziarie e di bilancio che prevedono le spese necessarie per mettere in piedi lo stabilimento dove si assembleranno gli F-35. Piuttosto degno di nota pure il tentativo di un parlamentare del PdCI di deviare un pezzo dei finanziamenti previsti per l'F-35 in direzione dell'Eurofighter: come se un bel caccia europeo possa essere considerato meno pericoloso di un cacciabombardiere amerikano. Ma tant'è: ormai ci stiamo abituando a vedere personaggi strani che dicono di governare opponendosi e di opporsi governando.
Ovviamente i cari compagni rifondaroli e comunistitaliani ci spiegano che non capiamo niente, che non possiamo pretendere che loro facciano cadere un governo che è il solo baluardo contro il ritorno al potere del perfido Berluska. Quindi pazienza, calma e gesso (come si dice pure dalle parti di Novara) e lottare piano piano, con prudenza, per evitare di far scricchiolare il governo Prodi. Come se non sapessimo che in questo, come in diversi altri campi, non c'è proprio una gran differenza tra centrosinistri e centrodestri. Tanto per restare al tema, infatti, il primo accordo sulla costruzione degli F-35 è stato siglato proprio ai tempi del governo D'Alema. Quindi il progetto che vedrà presto coinvolto l'aeroporto di Cameri non è affatto un'eredità che ci ha lasciato il governo del solito, perfido Berluska. Si tratta, purtroppo, di un esempio lampante della subordinazione bipartisan alle richieste dei fabbricanti d'armi e dei signori del capitale, che conoscono benissimo i loro interessi e che sanno come dirigere i governi degli Stati, di qualunque orientamento politico essi siano.
A questo punto non ci resta che attendere la risposta delle popolazioni che vivono attorno alle basi militari di Cameri e di Bellinzago Novarese. Una risposta difficile: decenni di subordinazione alle logiche militari e di abitudine quotidiana alla frequentazione di cingolati che si esercitano nella brughiera del parco del Ticino ha fatto perdere a molti la sensibilità minima che permette di cogliere come carri armati e cacciabombardieri, al di là del design accattivante, siano pur sempre strumenti di morte.

Dom per il Circolo Zabriskie Point di Novara

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