Torna alla memoria il vecchio canto patriottico della Grande guerra: il Piave mormorava…
La recente "scoperta" dell'oleodotto Nato appare già destinata
ad essere prontamente insabbiata sulle rive del fiume ricordato in ogni
libro di storia: il ministro della Difesa smentisce le dichiarazioni
del sindaco di Susegana (Tv), mentre i consiglieri dell'Ulivo, di Forza
Italia e della Lega Nord ne chiedono concordemente le dimissioni per
"procurato allarme".
Eppure, proprio grazie alla denuncia del sindaco Montesel, esponente di
una lista civica locale nonché titolare di uno studio di
progettazione industriale che partecipa ad un progetto della Snam per
costruire un metanodotto, si è aperto uno squarcio di
informazione su questa infrastruttura militare, lungamente coperta da
segreto di stato.
Dalle stesse ammissioni del ministero della Difesa è arrivata la
conferma di quanto era già stato oggetto di controinformazione
militante, ossia che si tratta di un sistema di oleodotti e depositi
realizzato nei primi anni Sessanta, allo scopo di rifornire di
carburante aerei e mezzi terrestri nei principali aeroporti militari
del Nord Est; in particolare quelli di Ghedi (Bs), Villafranca (Vr),
Istrana (Tv), Aviano (Pn), Rivolto (Ud) e Cervia (Ra).
L'oleodotto, denominato North Italian Pipeline System, attraversa 6
regioni, 17 province e 136 comuni lungo circa 900 chilometri: una rete
che dal porto di La Spezia, dove vi sono gli impianti di stoccaggio e
pompaggio presso il comune di Vezzano, si estende sino al confine con
la Slovenia, interconnessa con la rete europea di rifornimento Nato Pol
(Petroleum Oil e Lubricant).
Importanti depositi si trovano a Mestre, Taranto e Augusta, ma sicuramente sotto terra ve ne sono occultati altri.
Presso il sito strategico Nato di Vezzano, in Val Mulinello, vengono
stoccati il kerosene e gli altri combustibili e oli destinati al
rifornimento dei velivoli militari - italiani, Nato e Usa - dislocati
nelle basi del nord Italia, Aviano compresa.
Alla base Usa e Nato di Aviano l'oleodotto giunge dopo aver
attraversato il Veneto, e prima di arrivare all'aeroporto-sede del
31º Fighter Wing dell'Usaf, attraversa i comuni di Sacile,
Fontanafredda e Roveredo in Piano.
Il combustibile dalle petroliere approdate a La Spezia viene riversato
in Val Molinello fino a 20 mila litri l'ora, quindi stoccato in
serbatoi di cemento armato rinforzati da una lamina in acciaio e
ricoperti di terra, non solo per impedire eventuali sversamenti ma per
protezione da eventuali attacchi. L'impianto venne inaugurato il primo
gennaio 1960, anche se i lavori durarono alcuni anni considerato che,
presso l'archivio del comune di Gambara (Bs), resta conservata una
pratica risalente al 1961 con gli elenchi delle ditte e dei piani
particolareggiati dei terreni da espropriare per la costruzione
dell'oleodotto La Spezia-Montichiari-Aviano.
Da allora non ha mai smesso di pompare carburante 24 ore su 24, fino a
un massimo di 1 milione e 600 mila litri al giorno nel 1999, in piena
guerra in Kosovo.
Secondo i cosiddetti organi d'informazione l'oleodotto non riguarda
né riguarderà le strutture militari Usa a Vicenza; ma la
prontezza di tale negazione da parte del Ministero che pure non afferma
questo, assieme all'evidenza di qualsiasi carta geografica, puzza
fortemente di petrolio e di depistaggio.
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