L'ultimo rapporto scientifico sui danni della cannabis l'ha diffuso nei
giorni scorsi la prestigiosa Yale School of Medicine, secondo cui i
fumatori di cannabis sviluppano i medesimi problemi polmonari dei
fumatori, quali tosse, respiro affannato ed un eccesso di muco.
La ricerca, pubblicata nell'Archive of Internal Medicine, è
stata condotta dalla dottoressa Jeanette Tetrault, che, dopo aver
definito "prive di prove e di supporti scientifici" le ricerche sui
presunti danni psichiatrici di hashish e marijuana, ha analizzato,
insieme al suo team, i dati sulle ricerche condotte tra il 1966 e il
2005 per stabilire le relazioni a lungo termine tra il fumo della
cannabis e le funzioni polmonari. Dai dati è emerso che un
prolungato consumo nel tempo della cannabis comporta un aumento dei
problemi polmonari, mentre sul consumo a breve termine non ci sono
associazioni tra la cannabis e l'insorgenza di enfisemi. Considerato,
comunque, che i fumatori di cannabis in genere fumano meno dei
tabagisti, gli autori dello studio ritengono "corretta" la valutazione
degli esperti del NIDA (l'istituto governativo USA di ricerca sulle
droghe) che nelle sue tabelle sulla pericolosità delle droghe
attribuisce alla cannabis un punteggio uguale a quello delle bevande a
base di caffeina (tè, caffè, cole etc), più basso
di quello del tabacco e molto inferiore rispetto non solo a quelli di
cocaina ed eroina, ma anche a quello dell'alcool e della maggior parte
degli psicofarmaci.
Di cannabis, però, si continua a morire. Succede negli Emirati
Arabi Uniti dove il 14 febbraio la Corte islamica di Sharja ha
condannato a morte un cittadino iraniano (che, peraltro, come i suoi
otto coimputati, tutti prosciolti per mancanza di prove, si è
sempre dichiarato innocente), accusato di aver contrabbandato un carico
di 282 kg. di hashish proveniente dall'Iran e diretto in Arabia
Saudita.
Succede anche in Italia a Roccapalumba, in provincia di Palermo. Nella
notte tra l'11 e il12 febbraio 2007, C.S di 41 anni è morto
nonostante i soccorsi prestati dal personale del 118 mentre i
carabinieri perquisivano la sua casa, dopo averlo trovato in possesso
di pochi grammi di hashish. L'uomo era stato fermato alla guida della
sua macchina e "a un controllo sulla vettura e sulla sua persona" erano
stati rinvenuti due coltelli "di genere vietato" e "quasi" 4 grammi di
hashish. Poco dopo essere stato fermato, il poveretto aveva detto agli
sbirri di non stare bene, ma i militari avevano comunque deciso di
perquisire la sua abitazione. Appena arrivati a casa, l'uomo ha detto
di nuovo ai carabinieri di sentirsi male ed è svenuto. Solo a
questo punto, i militari hanno chiesto l'intervento del 118. Secondo
quanto riferiscono gli stessi carabinieri, i medici, per circa 45
minuti, hanno praticato all'uomo terapie d'emergenza come massaggio
cardiaco, iniezioni di adrenalina e defibrillazione. L'uomo è
però deceduto per arresto cardio-circolatorio. Al povero C.S.
dopo essere stato assassinato dallo Stato per qualche canna (i
carabinieri che lo hanno arrestato sono colpevoli quanto meno di
omissione di soccorso…) è toccato pure il
silenzio-stampa: della sua storia - che pure è stata riportata
da tutte le agenzie - se ne sono occupati solo i quotidiani locali e
non una riga è stata pubblicata sulla stampa nazionale. Non
hanno scritto nulla neanche il Manifesto e Liberazione, che una volta
erano piuttosto puntuali nel denunciare i disastri del proibizionismo,
ma che ora sono evidentemente troppo impegnati a far abboccare i loro
lettori all'amo delle false promesse di Ferrero.
Il pusillanime socialdemocratico Ministro degli Annunci Smentiti Paolo
Ferrero l'8 febbraio ha illustrato alla commissione sanità del
Senato il disegno di legge che sta preparando. In quella che ha
definito "un'ottica che vuole essere più moderna e soprattutto
pragmatica", le principali novità sembrerebbero essere
l'eliminazione delle sanzioni amministrative per consumo personale
introdotte 17 anni fa dalla Legge Craxi-Jervolino ed inasprite dalla
Legge Fini e l'abolizione della tabella unica della Legge Fini che
metteva droghe leggere e droghe pesanti sullo stesso piano. Secondo
Ferrero "è necessario ricreare varie tabelle, probabilmente
otto, e la cannabis deve essere distinta dalle altre droghe". Inoltre,
ci sarebbe il ritorno all'esclusiva, per il servizio pubblico, della
certificazione dello stato di tossicodipendenza, che la Fini-Giovanardi
aveva esteso anche alle strutture del privato sociale e dovrebbe
scomparire la quantità massima consentita per il consumo:
deciderà il giudice se c'è spaccio o uso personale. La
proposta governativa, in pratica, è un secco ritorno all'antico
della Legge Craxi-Jervolino solo vagamente annacquata, visto che anche
le sanzioni amministrative per consumo personale non scompaiono del
tutto, ma continuano ad essere previste "allorquando c'è
un'azione irresponsabile o pericolosa verso terzi". Ad esempio "se si
guida in stato di alterazione, ci si inietta droga in luogo pubblico,
si abbandonano siringhe usate, si coinvolgono minori". Per la guida in
stato alterato, è stato addirittura ipotizzato l'aumento delle
sanzioni in caso di lesioni colpose e per i minori rimane l'obbligo di
segnalazione ai genitori, che "in questo modo si responsabilizzano". Le
timide riforme annunciate da Ferrero sono comunque bastate a scatenare
i fascisti di AN che come un sol uomo si sono scatenati a difesa della
Legge Fini, anche se è fin troppo evidente che è per
effetto di questa sciagurata normativa ultraproibizionista che ha messo
droghe leggere e droghe pesanti sullo stesso piano che in questi ultimi
mesi abbiamo assistito all'invasione della cocaina in molte
città italiane e al ritorno in grande stile dell'eroina.
La Legge Fini tutta basata sull'equiparazione tra marijuana e droghe
pesanti è stata peraltro preceduta da anni di circolari
ministeriali che raccomandavano alle forze dell'ordine la massima
severità nei confronti dei consumatori di droghe leggere col
risultato che mentre nel 2000 erano state segnalate alle prefetture per
consumo personale "solo" 32mila persone, nel 2005 sono state quasi
90mila. Lo scrittore Carlo Lucarelli ha raccontato che a Bologna e in
varie città del nord poliziotti e carabinieri raccomandavano
agli uomini della security dei concerti e ai buttafuori delle
discoteche di andarci giù duro con quelli sorpresi a farsi le
canne, ma di essere invece relativamente tolleranti con chi magari si
chiudeva in bagno a farsi un tiro di coca.
È per questa tolleranza di fatto (accompagnata alla caccia ai
"fumatori") che adesso un grammo di coca si può pagare 40-50
euro mentre dieci anni fa costava 200-250mila lire…
Gli effetti devastanti della Legge Fini sono fin troppo evidenti, ma
all'interno della stessa Unione sta crescendo un fronte
neoproibizionista che sembra privilegiare le soluzioni "legge e
ordine". Mentre nel Consiglio Regionale della Toscana una mozione di
censura "di eventuali strategie di riduzione del danno" (stanze del
buco, distribuzione di siringhe etc.) presentata dal fascistissimo
capogruppo di AN Maurizio Bianconi viene approvata coi voti
determinanti di DS e PdCI , lo stalinista Sergio Kofferati ha
rilasciato un'allucinata intervista comparsa sul settimanale
"L'Espresso", in cui afferma che "è necessaria un'azione
tempestiva per dare delle risposte concrete per riportare la
legalità nei centri sociali", visto che "i terroristi hanno
bisogno di risorse che possono essere trovate con le rapine, ma anche
con lo spaccio di droga", adombrando così il sospetto che gli
spazi autogestiti non siano altro che luoghi di spaccio. Peggio ancora
fa il collega Kiamparino, sindaco di Torino, che intende presentare
insieme al parlamentare, Mauro Marino, della Margherita (già tra
i primi firmatari del disegno di legge sulle impronte digitali
obbligatorie per gli immigrati) un disegno di legge per punire duro chi
acquista droga. Secondo lui bisogna " andarci sul serio pesanti con gli
acquirenti di droga: se una persona finisce in galera anche solo per
una settimana ha la carriera stroncata e finisce per pensarci due volte
prima di diventare un cliente abituale dello spacciatore". Al confronto
di queste parole del piccolo conducator torinese, un
ultraproibizionista come Fini (che perlomeno non ha mai detto di voler
rovinare la vita a nessuno) sembra quasi un moderato…
La confusione sotto il cielo è grande, ma i movimenti
antiproibizionisti preparano la loro offensiva di primavera. Per
metà aprile è prevista una manifestazione nazionale a
Roma che vorrebbe bissare il successo del grande corteo dei 50mila
contro la Legge Fini dell'11 marzo dell'anno scorso. Sempre a Roma il 6
maggio ci sarà la Million Marijuana March, mentre è
già cantiere la preparazione di altre street parade
antiproibizioniste a Parma, Pisa, Varese, Perugia e molte altre
città in tutta la penisola.
robertino