Non tutti lo sanno, ma Sua Santità Papa Benedetto Decimosesto
Joseph Ratzinger gode da tempo della compagnia di due splendidi
cagnolini che, però, da qualche giorno, sono vittime del
minaccioso papale sospetto. Perché? Andiamo all'origine del
dramma.
Durante la serata dello scorso 8 febbraio, anno del Signore 2007, Sua
Santità ebbe di che sorprendersi, mentre stava comodamente
seduto dinanzi al televisore, nel vedere il Suo fedelissimo amico
Marcello Pera partecipare ad una seduta del Consiglio Supremo della
Repubblica di "Guerre Stellari". Superato il trauma iniziale, Benedetto
XVI si rese conto dell'abbaglio: si trattava banalmente della
quotidiana puntata di "Otto e mezzo", condotta da Giuliano Ferrara e
Ritanna Armeni, che avevano come ospiti il suddetto Pera, Cicchitto e
Galli Della Loggia. Abbaglio papale comprensibile.
Tema della trasmissione: Pacs e "valori". Ratzinger: «Marcello
beaten zubito!». Attacca Pera: «Laicismo! Radici cristiane!
Civiltà occidentale in pericolo!». «Brafo
Marcello». Ferrara ricorda l'amicizia tra Pera e il Pontefice.
«Parla di Papa. Un cero per Ciuliano». Si passa alle unioni
omosessuali. Pera istruisce: «Non discriminare ma
proibire». Galli Della Loggia: «Nessuna omofobia, omofobia
inaccettabile». Tutti «Figuriamoci, eh». Eh! Pera:
«Omosessualità né peccato (superato), né
patologia, ma solo eterosessualità è naturale. Ci
vogliono far credere che tutto è costruzione sociale,
sessualità questione culturale, parlano del genere. Allora anche
l'incesto!». «Vai Marcello, lincuaccio modernen, mai dire
che loro sporcaccionen peccatori: pippone dualismo
natura/cultura».
Ritanna Armeni sale in cattedra, paladina degli oppressi (si salvi chi
può...): «Beh, ma la natura comprende anche
omosessualità, guardi Pera che anche gli animali praticano
l'omosessualità». Lapsus? Per la serie: "Omosessuali e
animali: quali rapporti?" di Ritanna Armeni. Ratzinger attonito:
«Cosa dice qvesta costola di Adamo seguace di Diafolo? Animali
frocen?!». Momento di silenzio, il nulla intorno, le immagini del
televisore scorrono silenziose, le tenebre avvolgono la stanza. Sua
Santità smette di accarezzare i Suoi cagnolini. Li fissa con gli
occhi sbarrati. I due tremano, l'ira di Ratzinger è visibile nei
Suoi occhi. I cagnolini, come biasimarli?, fuggono a tutta
velocità, scivolando sui lucidi pavimenti vaticani. Un boato
alle spalle: «Zodomiten!».
Ratzinger convoca le eminenze: «Voi avevate detto che loro
ciocano!», «Ma, Santià...», «Nein! Tutti
ora dobbiamo impedire atti di cagnolinen contro Signore, faremo turni
ciorno e notte. Come possibile? Mio virili cagnolinen... perché
non comprato cagnoline?», «Santità, ma anche le
cagnoline giocano...»; Ratzinger incredulo: «Anche femmine
costole di cagnolinen?».
Ancora oggi, Sua Santità non riesce a darsi pace, profondamente
turbato, si nasconde per spiare e sorvegliare le creature per le quali
provava un amore sincero, ormai irrimediabilmente compromesso. Le
eminenze vaticane si prendono cura del Pontefice, e hanno dato ordine
alle guardie svizzere di prestare servizio con i tappi alle orecchie e
di tenere lontani i giornalisti che potrebbero "fraintendere",
avvicinandosi la notte, quando il Papa si sveglia, madido di sudore,
gridando «Kani zodomiten!».
il Viandante