Umanità Nova, n.7 del 25 febbraio 2007, anno 87

Kani zodomiten! Sgomento e sospetto in Vaticano



Non tutti lo sanno, ma Sua Santità Papa Benedetto Decimosesto Joseph Ratzinger gode da tempo della compagnia di due splendidi cagnolini che, però, da qualche giorno, sono vittime del minaccioso papale sospetto. Perché? Andiamo all'origine del dramma.

Durante la serata dello scorso 8 febbraio, anno del Signore 2007, Sua Santità ebbe di che sorprendersi, mentre stava comodamente seduto dinanzi al televisore, nel vedere il Suo fedelissimo amico Marcello Pera partecipare ad una seduta del Consiglio Supremo della Repubblica di "Guerre Stellari". Superato il trauma iniziale, Benedetto XVI si rese conto dell'abbaglio: si trattava banalmente della quotidiana puntata di "Otto e mezzo", condotta da Giuliano Ferrara e Ritanna Armeni, che avevano come ospiti il suddetto Pera, Cicchitto e Galli Della Loggia. Abbaglio papale comprensibile.
Tema della trasmissione: Pacs e "valori". Ratzinger: «Marcello beaten zubito!». Attacca Pera: «Laicismo! Radici cristiane! Civiltà occidentale in pericolo!». «Brafo Marcello». Ferrara ricorda l'amicizia tra Pera e il Pontefice. «Parla di Papa. Un cero per Ciuliano». Si passa alle unioni omosessuali. Pera istruisce: «Non discriminare ma proibire». Galli Della Loggia: «Nessuna omofobia, omofobia inaccettabile». Tutti «Figuriamoci, eh». Eh! Pera: «Omosessualità né peccato (superato), né patologia, ma solo eterosessualità è naturale. Ci vogliono far credere che tutto è costruzione sociale, sessualità questione culturale, parlano del genere. Allora anche l'incesto!». «Vai Marcello, lincuaccio modernen, mai dire che loro sporcaccionen peccatori: pippone dualismo natura/cultura».
Ritanna Armeni sale in cattedra, paladina degli oppressi (si salvi chi può...): «Beh, ma la natura comprende anche omosessualità, guardi Pera che anche gli animali praticano l'omosessualità». Lapsus? Per la serie: "Omosessuali e animali: quali rapporti?" di Ritanna Armeni. Ratzinger attonito: «Cosa dice qvesta costola di Adamo seguace di Diafolo? Animali frocen?!». Momento di silenzio, il nulla intorno, le immagini del televisore scorrono silenziose, le tenebre avvolgono la stanza. Sua Santità smette di accarezzare i Suoi cagnolini. Li fissa con gli occhi sbarrati. I due tremano, l'ira di Ratzinger è visibile nei Suoi occhi. I cagnolini, come biasimarli?, fuggono a tutta velocità, scivolando sui lucidi pavimenti vaticani. Un boato alle spalle: «Zodomiten!».
Ratzinger convoca le eminenze: «Voi avevate detto che loro ciocano!», «Ma, Santià...», «Nein! Tutti ora dobbiamo impedire atti di cagnolinen contro Signore, faremo turni ciorno e notte. Come possibile? Mio virili cagnolinen... perché non comprato cagnoline?», «Santità, ma anche le cagnoline giocano...»; Ratzinger incredulo: «Anche femmine costole di cagnolinen?».

Ancora oggi, Sua Santità non riesce a darsi pace, profondamente turbato, si nasconde per spiare e sorvegliare le creature per le quali provava un amore sincero, ormai irrimediabilmente compromesso. Le eminenze vaticane si prendono cura del Pontefice, e hanno dato ordine alle guardie svizzere di prestare servizio con i tappi alle orecchie e di tenere lontani i giornalisti che potrebbero "fraintendere", avvicinandosi la notte, quando il Papa si sveglia, madido di sudore, gridando «Kani zodomiten!».

il Viandante

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