Nonostante la giornata di brutto tempo, davanti alla Camera di
Commercio di Livorno, alle 20,30 di lunedì 12, c'è
già qualche decina di persone al presidio organizzato dal
Comitato contro il Rigassificatore di Livorno e Pisa. Nella sala
conferenze della Camera di Commercio si deve tenere una conferenza
organizzata dai DS sul tema dell'energia, ossia sul rigassificatore che
deve essere costruito a largo di Livorno: interverranno il segretario
provinciale DS Ruggieri, il sindaco Cosimi (DS), il Presidente della
Regione Martini (DS), e infine trarrà le conclusioni il Ministro
Bersani (DS), piatto forte della serata.
Il Ministro si fa attendere ed intanto il presidio si infoltisce, ci
sono già più di 200 persone, si aprono gli striscioni, si
alzano i cartelli e poi, armata di fischietti e coriandoli, la gente
aspetta l'arrivo del Ministro. Mentre qualcuno dei manifestanti,
arrivato in anticipo, riesce ad entrare nella sala e ad aprire uno
striscione, fuori si schierano i carabinieri di fronte al presidio
transennando la strada. Bersani sta per arrivare, il cordone dei
carabinieri si rinforza, vengono tirati fuori manganelli e scudi
romani. Viene permesso di rimanere in sala solo a pochi portavoce del
Comitato.
Sta per arrivare l'auto blu, iniziano slogan e fischi. All'arrivo
dell'auto scortata, la rabbia nei confronti del governo e degli
amministratori locali esplode in fischi, cori, slogan, insulti; ed
accoglie il Ministro Bersani come egli stesso non si sarebbe mai
aspettato, in una città feudo dei DS da sessant'anni.
La gente chiede di potersi avvicinare all'ingresso, poter attraversare
le transenne, i carabinieri rispondono serrando ancor di più il
cordone di scudi. Il presidio a questo punto è diviso in due
parti, in modo da bloccare entrambe le imboccature della via. Da ambo
le parti i manifestanti cercano di passare il cordone tenendo in alto
le mani ma, dopo pochi minuti, essendo impossibile superarlo, viene
improvvisato un sit-in.
Intanto, nella sala, i portavoce del Comitato chiedono di poter
parlare, la richiesta viene rifiutata affermando che non è
previsto il dibattito.
Dopo lo scandalo di Brindisi sulle autorizzazioni alla costruzione del
rigassificatore che ha portato all'arresto dell'ex-sindaco; la piramide
DS si è esibita in conferenza esaltando la propria opera
ambientalista e democratica, mentre impedivano ai portavoce di
intervenire e fuori militarizzavano l'isolato.
Fuori dalla sala, in strada, senza alcun motivo, i carabinieri cercano
di sgomberare con la forza i due sit-in, ma la gente resta seduta, a
terra. Dopo pochi minuti allora intervengono con maggior forza e
violenza su uno dei sit-in, con pedate e manganelli.
La gente fa resistenza passiva e le forze dell'ordine utilizzano la
violenza per spostarla, qualche manifestante riporta contusioni. Si
forma quindi da quella parte del presidio un robusto cordone di
manifestanti per impedire il ripetersi di simili azioni da parte dei
carabinieri.
I manifestanti non cadono nella provocazione, nonostante le forze
dell'ordine continuino a provocare. Sono le 23,30 e Bersani sta per
andarsene, i manifestanti si riuniscono tutti là dove i
carabinieri avevano provocato con maggiore violenza, il cordone di
manifestanti si scioglie, si improvvisa un'assemblea in strada per
concludere questo presidio che ha sicuramente avuto successo, per
condannare le violenze della sbirraglia, e per darsi appuntamento alla
sera successiva con un'altra assemblea.
Dario Antonelli
Il 10 febbraio i fascisti si sono dati appuntamento per un presidio
nella giornata del ricordo delle foibe. La loro presenza non è
risultata gradita nella centralissima piazza Matteotti e molti
antifascisti hanno contestato l'iniziativa. Vi sono stati anche alcuni
momenti di tensione amplificati ad arte dai media. I fasci, non paghi
della pubblicità donata loro da giornali e TV locali hanno
convocato una manifestazione regionale sempre in piazza Matteotti il 24
febbraio. Gli antifascisti saranno in piazza anche in quell'occasione.
Sui fatti del 10 febbraio il gruppo Germinal - FAI ha emesso un
comunicato di cui riportiamo un breve stralcio. "Montare sull'episodio
occorso una campagna mediatica di dimensioni nazionali rientra nel
tentativo di pacificazione che viene portato avanti ormai da vent'anni
da parte di quasi tutto l'arco istituzionale, ma che, e i fatti sono li
a dimostrarlo, evidentemente non rispecchia quelli che sono i
sentimenti della società civile.
Il clamore che ancora viene dato a questi fatti è lo specchio di
una campagna elettorale che non ci riguarda e che non abbiamo
intenzione di foraggiare; come anarchici siamo convinti che oggi
come sempre il fascismo e più in generale il totalitarismo va
combattuto in ogni sua forma, anche se si presenta col vestito buono".
Mort.