Umanità Nova, n.8 del 4 marzo 2007, anno 87

Vicenza. Il sale che brucia



"C'è una base per ripartire"
(Massimo D'Alema, a proposito del nuovo programma di governo; 23 febbraio 2007)

Senza aspettare gli esiti della crisi di governo, nella serata di giovedì 22 febbraio, così come era avvenuto martedì 13, diverse centinaia di persone hanno rumorosamente manifestato a Vicenza davanti alla caserma Ederle, bloccando anche il traffico in transito sul viale della Pace, mentre il comando Usa rinviava la conferenza stampa, per la presentazione ufficiale della nuova base, già prevista per l'indomani mattina.
Risposta migliore non poteva esserci, in considerazione anche delle prese di posizione che, ancora una volta, avevano tentato - non soltanto da destra - di delegittimare e criminalizzare l'opposizione popolare al progetto Dal Molin.
Il giorno precedente, prima era arrivata la dichiarazione del presidente della repubblica Napolitano, con un passaggio davvero degno di menzione: "Per quanto legittime e importanti le manifestazioni non sono la forma suprema della partecipazione e il sale della democrazia. È nel riconoscimento della rappresentatività delle istituzioni elette e delle relative sedi di decisione democratica che ogni forma di partecipazione deve trovare la sua misura. Se si nega questo ancoraggio delle istituzioni si può scivolare nella suggestione della violenza come matrice delle decisioni invocate da aggregazioni e mobilitazioni minoritarie. E di lì nell'impossibilità di prevalere per questa via, si può compiere il passo verso la degenerazione estrema del terrorismo".
In altre parole, per il presidente con alle spalle una vita dentro il partito comunista, le lotte popolari autorganizzate, come quelle contro la Ederle-2 o contro il Tav in Val di Susa, sono l'anticamera della violenza e del terrorismo. D'altra parte, nelle settimane scorse, lo stesso segretario della Cgil vicentina, Oscar Mancini, non si era pronunciato in modo diverso, facendo più volte riferimento al presunto carattere "antipolitico" dell'opposizione alla nuova base Usa, sostenendo che il "nostro obiettivo deve essere quello di far funzionare la democrazia (non solo a livello formale) ricollegando la partecipazione popolare alle istituzioni politiche".
Se questo è il tenore della posizione espressa dal "presidente di tutti gli italiani", il ministro degli esteri D'Alema, lo stesso giorno della sua "caduta" al Senato, su Vicenza era stato ancora più netto. Nella replica alle dichiarazioni del centrodestra, infatti, aveva ribadito che "revocare questa autorizzazione sarebbe stato e sarebbe da parte del Governo attuale, un atto ostile verso gli Stati Uniti". Affermazione emblematica quanto autoritaria, tanto che non era tardata la risposta, impeccabile, dei cittadini contrari: "Il ministro D'Alema ha dichiarato che ritirare l'autorizzazione per costruire la nuova base militare rappresenterebbe un atto ostile verso gli Stati Uniti. Non considerare la forte contrarietà emersa sabato scorso a Vicenza rappresenta un atto ostile verso la comunità locale vicentina".
Ma ormai è chiaro che questa pacifica mobilitazione sociale, autogestita e determinata, più che il "sale della democrazia" è sale che brucia sulla ferita aperta, tra società civile e potere militare. Anche i bambini, ormai, a Vicenza sanno che le ruspe e le uniformi antisommossa troveranno un'estesa resistenza a questo atto di arroganza politica e devastazione ambientale, un atto che può davvero essere definito un atto di guerra nei confronti di una collettività che chiedeva solo rispetto ed alla quale è stato negato persino il diritto di esprimersi attraverso un referendum popolare riguardo la sorte di una provincia come quella di Vicenza che, da tempo, soffre una militarizzazione (Usa, Nato, Gendarmeria Europea, Esercito Italiano) del territorio oltremodo opprimente.
Per questo, davanti alla ridicola proposta da parte del governo e del sindaco di Vicenza di spostare di appena 300 metri la mega-base, la risposta di chi da mesi sta lottando in prima persona non poteva essere che "Né qui né altrove".

UN reporter

home | sommario | comunicati | archivio | link | contatti