Il 19 febbraio, pochi giorni prima del tonfo in Senato, il governo
Prodi ha presentato con grande sforzo propagandistico il "pacchetto
energia". La prima misura prevista è dare attuazione a quanto
deciso nella Finanziaria riguardo alla riqualificazione degli edifici,
con l'innalzamento dal 36% al 55% della detrazione fiscale per
interventi che consentono di ridurre le dispersioni termiche; per
l'installazione di pannelli solari e per la sostituzione di vecchie
caldaie con nuove ad alta efficienza. La seconda misura intende
promuovere l'efficienza nell'industria con la detrazione fiscale del
20% per l'acquisto e l'installazione di motori elettrici. Con il Fondo
Kyoto, inoltre, 600 milioni di euro per il triennio 2007-2009 sono
stati assegnati in favore di misure di riduzione delle emissioni di gas
ad effetto serra. Infine il pacchetto prevede anche l'incentivazione
del fotovoltaico, il potenziamento dei certificati bianchi (risparmio
energetico), il rafforzamento e la revisione del meccanismo di
incentivazione delle fonti rinnovabili, oggi basato sui certificati
verdi anche a fonti inquinanti (inceneritori, ma non solo),
l'incentivazione della cogenerazione ad alto rendimento.
Giudizio positivo di Legambiente e W.W.F., che però non brillano
per spirito critico nei confronti di quello che considerano un "governo
amico".
Tutto bene allora? Andiamoci piano.
Certo, le misure sono serie. Niente di particolarmente rivoluzionario,
però. Innanzitutto perché in gran parte sono applicazioni
di direttive europee (per esempio la 2002/91/CE del 16/12/2002 sul
rendimento energetico in edilizia o quella sulle fonti rinnovabili per
la quale la Commissione europea ha aperto un procedimento di infrazione
contro l'Italia). Provvedimenti dovuti, insomma. Poi si tratterà
di vedere se alle parole seguiranno i fatti, poiché il governo
dovrà realizzare i decreti attuativi senza i quali il "pacchetto
energia" rimarrà un contenitore vuoto. Il viceministro Visco ha
detto che le misure possono portare ad un risparmio energetico pari al
20% (ma rispetto a cosa e, soprattutto, in quanto tempo?) rifacendosi,
probabilmente, al documento diffuso da Greenpeace il 13 febbraio che,
dati alla mano, ha dimostrato che l'Italia ha potenzialità
enormi in tema di risparmio energetico. Ma gente come Bersani e Visco
si metterà veramente in conflitto con le potenti lobby
energetiche che tutto vogliono meno che ridurre i consumi? Ne
dubitiamo. Anzi siamo sicuri di no.
Infine bisogna ricordare che anche il governo Berlusconi aveva emesso
un decreto sull'efficienza energetica degli edifici (19/8/2006, n.
192), rimasto però sulla carta. Vedremo se il governo della
destra moderata (Prodi) riuscirà a far meglio di quanto fatto da
quello della destra radicale (Berlusconi).
Chi vivrà vedrà. Noi però non staremo alla
finestra e faremo di tutto perché ai discorsi seguano i fatti,
ben sapendo che le vere svolte non cadranno dall'alto ma solo
dall'azione di forti movimenti di base che si oppongono alle scellerate
opzioni devastatrici dei governanti. Perché non esistono governi
amici!
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