L'inverno 2007 è caldo, ce ne siamo accorti tutti. I cambiamenti
climatici non sono più una prospettiva ma una amara
realtà. Se ne sono accorti anche al Ministero dello Sviluppo
Economico (MSE) che sotto la direzione del prode ministro Bersani
sforna in continuazione documenti ricchi di dati e tabelle per
dimostrare che però in realtà niente è cambiato.
Gli ultimi documenti di cui abbiamo notizia riguardano gli effetti del
dolce inverno sulle prospettive energetiche del nostro paese con le
conseguenti misure da prendere in termini di infrastrutture. Siccome da
un anno a questa parte parlare di prospettive energetiche, stranamente,
equivale a parlare solo e soltanto di gas, il documento di Bersani
ribadisce "dati alla mano" la necessità di costruire i
rigassificatori, cioè quegli impianti descritti come il mezzo
per garantire all'Italia di liberarsi dalla dipendenza da Russia e
Algeria. Ma andiamo per ordine.
Da quello che si è potuto leggere su "Il Sole-24 ore" del 2
marzo il documento del MSE prende atto della forte diminuzione dei
consumi di gas metano, rileva l'arretramento della produzione nazionale
e conclude sulla necessità di rispettare quanto previsto dal
provvedimento sull'energia che Bersani ha presentato qualche mese fa.
Riassumendo: secondo il documento del MSE nonostante l'evidente calo
dei consumi che nel 2006 sono stati inferiori a quelli del 2005 occorre
assicurare all'Italia una sovracapacità teorica del 20% nelle
importazioni "necessaria a mettere il sistema in sicurezza rispetto
agli imprevisti (geopolitici, stagionali, tecnici)". A questo punto il
quotidiano della Confindustria, preso da evidente orgasmo
industrialista, sbaglia i conti: "serve una nuova capacità di 30
miliardi di metri cubi rispetto agli 80 miliardi attuali entro il
prossimo anno o al massimo entro il 2009". Come evidente il 20% di 80
è 16 e non 30 ma come dice il vecchio proverbio "nel più
ci sta il meno" e quando si fa propaganda, come nell'articolo in
questione e nel documento del MSE citato, è meglio sempre
abbondare!
Il delirio rigassificatore non finisce qui, secondo Il sole-24 ore,
serviranno ulteriori 10/15 miliardi di metri cubi entro il 2011, per un
totale di 40/45 miliardi di metri cubi in più rispetto ai
consumi attuali. Come far arrivare tutto questo gas? I gasdotti, "se
tutto andrà bene arriveranno solo dopo il 2010". E allora, vai
con il "piano straordinario per i rigassificatori realizzando almeno
tre nuovi terminali entro il 2010 più il potenziamento di
Panigaglia".
Fin qui Il Sole-24 ore e il MSE. Basta però fare un po' di conti
per smontare tutto l'apparato propagandistico costruito per favorire la
costruzione dei rigassificatori.
Secondo quanto riportato nei documenti presentati lo scorso agosto
dalla "cabina di regia" sui rigassificatori (Letta, Bersani e Pecoraro
Scanio) nel 2011 la domanda di gas sarà pari 101 miliardi metri
cubi, di cui 7,4 saranno assicurati dalla produzione interna e almeno
93,9 dalle importazioni. Ebbene nel 2011 entreranno in funzione il
gasdotto GALSI dall'Algeria, via Sardegna e Toscana, con una
capacità di 10/12 miliardi di metri cubi e il gasdotto IGI dalla
Grecia, 8 miliardi di metri cubi. Verranno poi potenziati il gasdotto
TAG dalla Russia via Austria, 6,5 miliardi, e quello TTPC dall'Algeria,
via Tunisia, altri 6,5 miliardi di metri cubi. Quindi nel 2011 alle
importazioni attuali (77,4 miliardi di metri cubi) si aggiungeranno
31/33 miliardi di metri cubi, per un totale di almeno 108 miliardi di
metri cubi rispetto ai 101 previsti. Per gli amanti dei numeri si
tratta del 6,5% in più. Certo siamo lontani dal 20% in
più richiesto da Bersani (e dalla lobby del gas, a cui Bersani
pare tanto affezionato) ma più che sufficiente a garantire
l'autonomia energetica in questo settore. E, sia ben chiaro, diamo per
scontate le cifre presentate dai magnifici tre del gas, cifre, per lo
meno discutibili.
D'altra parte il documento del MSE è in clamorosa contraddizione
con il "pacchetto energia" che Bersani e Pecoraro Scanio hanno
presentato il 19 febbraio e che prevede provvedimenti capaci di
diminuire i consumi del 20% E allora: i consumi diminuiscono solo
quando si tratta di gettare un po' di fumo negli occhi alla gente?
A questo punto è lecito domandarsi il motivo dell'accanimento
con il quale il MSE e i suoi degni compari perseguono il piano di
costruzione di "almeno" tre nuovi rigassificatori. La risposta è
semplice: i nuovi rigassificatori dovranno servire a fare dell'Italia
lo snodo del gas diretto nell'Europa centro-meridionale. Un business
sul quale si sono gettati i gruppi energetici italiani ed esteri, fatto
sulla spalle dell'ambiente e delle popolazioni.
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