Senza farsi pregare, anzi, impaziente di dare una dimostrazione di
quanto cretino possa essere un cretino, il cretino è venuto
avanti.
E ha parlato: «Le questioni sollevate dal senatore di
Rifondazione Franco Turigliatto sono talmente vecchie che ricordano i
famosi anarchici di Barcellona, che magari morivano in battaglia contro
i franchisti, ma si opponevano alla "concordia" a sinistra. Speriamo
che il vero pensiero marxista, che ha sempre suggerito di tenere in
politica i piedi per terra, abbia ragione dei fuochi d'artificio
dell'utopia».
Bene. Questo rende ragione, una volta di più, di come la
sinistra non potrà mai essere egemone nel paese, almeno
fintantoché le sue "teste pensanti" mostreranno una rozzezza
culturale inferiore solo alla loro umana aridità. E questo,
nonostante i vari Berlusconi ce la mettano tutta per farli sembrare
differenti. Questa inqualificabile dichiarazione, infatti, è
apparsa in questi giorni sulla "Velina Rossa" l'agenzia parlamentare
diretta da Pasquale Laurito, il fedele yes-man di quel genio stellare
che risponde al nome di Massimo D'Alema: insomma la crème della
intellighentsia della nostra classe politica "con i piedi per terra".
Ebbene, oltre ad essere in tutta evidenza demenziale tirare fuori le
grandezze della Rivoluzione spagnola per riferirsi alle miserie
parlamentari di questi giorni, il ragionamento (se tale si può
definire) del nostro, raggiunge anche lo sbalorditivo risultato di
esprimere, in una botta sola, un vero e proprio digesto dei perversi
schemi concettuali di coloro che saranno anche, oggi, dei post
comunisti molto trendy e moderni, ma che in cuor loro continuano a
sentire come irrimediabile la perdita del caro vecchio Josip Stalin.
Del resto, senza stare a rimarcare la incommensurabilità della
distanza morale che intercorreva, in quel lontano 1936, fra i "famosi
anarchici di Barcellona" affamati di utopia e i dirigenti stalinisti,
di infame memoria però alfieri del vero pensiero marxista - le
raffinate intelligenze di Velardi e D'Alema non meritano che si sprechi
troppo inchiostro per una risposta – almeno una considerazione
non possiamo non farla. Ci scusi compagno Velardi, ma gli "anarchici di
Barcellona", per quale "concordia a sinistra" avrebbero dovuto
impegnarsi? Per quella che volevano i suoi amici? Che pur di affossare
una rivoluzione troppo pericolosa per i loro scranni, erano pronti ad
eliminare, come in effetti fecero, anche "quanti morivano in battaglia
contro i franchisti"? Quando gli sgherri della Ghepeù uccidevano
Camillo Berneri, lo facevano forse con spirito unitario e "concorde"?
Complimenti davvero, compagno Velardi. Non c'è che dire, un capolavoro, il suo!
Massimo Ortalli