Lo scorso sabato 10 marzo si è tenuta a Roma la manifestazione
nazionale per le unioni civili, pubblicizzata attraverso la campagna
"Diritti ora!" (http://www.dirittiora.it). Alla manifestazione hanno
partecipato le componenti del movimento LGBT, oltre a vari partiti
politici, associazioni, sindacati, parlamentari e ministri. Sono scese
in piazza circa 50 mila persone per "dare la sveglia alla classe
politica" - come recitava l'appello di convocazione dell'iniziativa.
Scopo principale era fare pressione affinché la questione delle
unioni civili non si perda, per così dire, nei buchi neri della
Politica. Ciò si traduce, nel contesto attuale, nel supportare
gli ormai famigerati Dico (surrogato degli ancor più celebri
Pacs) che Cecchi Paone - tra i grandi sponsor della manifestazione -
definì qualche tempo addietro, durante una trasmissione
televisiva, come "il solito compromesso catto-comunista", in altre
parole: il menopeggio. Un menopeggio a rischio, tanto più nelle
mani del governo blindato nel nuovo-programma-dei-dodici-punti.
Al di là dei richiami alla costituzione per l'estensione dei
diritti, dei Dico, dei Pacs e della legislazione, ciò che sembra
importante sul piano strategico, di ampio respiro, è mettere in
questione proprio ciò che Vaticano&C. e simpatizzanti
cercano di difendere in tutti i modi, cioè la famiglia. Non solo
la famiglia tradizionale, patriarcale ed eterosessuale, ma anche la
nozione comunemente diffusa di famiglia, che regge e si regge su di un
tessuto sociale che giustifica e la giustifica. La questione delle
relazioni amorose ed affettive è legata ai rapporti sociali in
cui queste si inseriscono, nonché all'organizzazione sociale e
statuale in cui le si vive. Si tratta in definitiva di essere in grado
di sviluppare critica ed azioni che attraversino i vari campi con i
quali si intersecano queste questioni: sociale, economico, culturale,
politico, ecc. Non è inoltre secondario tentare di evitare che
le rivendicazioni vengano codificate in modo tale da divenire strumenti
di controllo, di normalizzazione e di conservazione, con relativo
annullamento del radicalismo potenziale che portano con sé, e
magari mediante meccanismi di trattamento speciale per quelle che oggi
sono ufficialmente le identità e le relazioni scomode, che si
vedrebbero collocate ed anestetizzate in spazi creati ad hoc.
Le lotte da portare avanti su questi fronti non riguardano il solo movimento LGBT.
Silvestro