Vanno aumentando ogni giorno in Italia i progetti per nuovi
rigassificatori e vanno conseguentemente allargandosi le proteste delle
popolazioni interessate.
In questo clima, Legambiente ha presentato il rapporto Ambiente Italia
2007. Il Presidente Della Seta ha dichiarato che “c'è da
dire un primo sonoro sì: agli impianti eolici, ai pannelli
solari termici e fotovoltaici, anche ai rigassificatori visto che il
gas è combustibile fossile di gran lunga meno inquinante".
Di fronte all'allarme sul drammatico ritardo nella lotta ai mutamenti
climatici queste affermazioni appaiono perlomeno inadeguate. Infatti
è riconosciuto da tutti – Europa compresa – che
è necessario e urgente tagliare decisamente le emissioni di gas
serra. Non si comprende quindi perché si debba aumentare in modo
consistente, mediante i rigassificatori, le importazioni e il consumo
di gas, che è un combustibile fossile. Così facendo, si
aumenterebbe l'emissione di gas serra, si ritarderebbe l'avvio della
produzione di energia pulita da fonti rinnovabili e si getterebbero le
basi per una più grave crisi ambientale.
C'è poi da chiedersi se il gas metano sia davvero così rispettoso dell'ambiente, come a volte viene affermato.
Per quanto riguarda le emissioni di gas serra, il metano, rispetto a
petrolio e carbone, produce minore anidride carbonica in fase di
combustione, ma di contro allo stato naturale causa un forte effetto
serra, ventuno volte maggiore di quello prodotto dall'anidride
carbonica. A esempio, si calcola che il 25% del potenziale di
riscaldamento delle centrali a gas a ciclo combinato è perduto
per la produzione e la distribuzione del combustibile, con metà
di questa quota dovuta proprio alle perdite di metano. Il trasferimento
poi del gas liquido con navi metaniere a -161°C e la successiva
rigassificazione sono processi che richiedono molta energia e implicano
una gestione costosa e complessa. In particolare lo scarico del gas
liquido presso i terminali è causa di forti perdite di gas
dell'ordine di milioni di metri cubi all'anno.
È il caso poi di valutare l'impatto delle centrali
termoelettriche sull'ambiente circostante. Si può stimare che,
ad esempio, una centrale a gas a ciclo combinato da 800 megawatt
produce mediamente in un anno, oltre ad altri inquinanti, 1.600
tonnellate di ossido di azoto e 60 tonnellate di polveri ultrafini
PM2,5. La Comunità europea ha stimato che una centrale a gas di
quel tipo produce danni all'ambiente e alla salute monetizzabili in
circa 12 milioni di euro all'anno.
Il gas non è quindi quel combustibile così rispettoso
dell'ambiente come si vorrebbe far credere. Deve essere utilizzato con
grande moderazione.
Si può prevedere che con il potenziamento della rete dei
gasdotti, agli attuali 80 miliardi di metri cubi all'anno importati si
potranno aggiungere nel 2011 altri 30 miliardi di metri cubi, con una
quota complessiva di gran lunga eccedente le nostre necessità.
Perché dunque devono essere costruiti i rigassificatori,
impianti pericolosi e di notevole impatto ambientale?
In occasione della presentazione del rapporto 2007, anche Della Seta se
l'è presa con chi, vittima della sindrome Nimby (Not In My Back
Yard - "Non nel mio cortile"), si oppone a opere “ambientalmente
necessarie". Sarebbe invece bene che si cominciasse a parlare della
assai diffusa anche se mai menzionata sindrome Yiyby (Yes In Your Back
Yard - "Sì nel tuo cortile"). Coloro che ne sono colpiti, si
sentono in diritto di devastare, per propri interessi, il territorio
dove altri vivono.
El condor