Umanità Nova, n.11 del 25 marzo 2007, anno 87

Cattolici di tutta Italia, unitevi!
NaziRatzi e la Balena Bianca


Ci deve essere qualcosa di più nella pervicacia con la quale la gerarchia cattolica, sotto la poderosa spinta di Ratzinger, sta sottoponendo il popolo dei credenti, e dei suoi politici di riferimento, a un bombardamento morale che non si è visto neanche a Lipsia nell'ultima guerra. Sulle questioni cosiddette etiche - difesa della famiglia e del matrimonio, limitazione della fecondazione assistita, condanna dell'omosessualità, eutanasia, sacralizzazione del feto con funerale religioso, ecc. – si sta infatti verificando una sorta di accanimento terapeutico con il quale le gerarchie romane cercano di salvare il salvabile di un pensare collettivo che sempre più mostra di sottrarsi ai suoi dettami retrivi e punitivi. E ci deve essere qualcosa di più anche nel fatto che la Chiesa romana, per riaffermare la sacralità di un sacramento sempre meno celebrato dai suoi stessi fedeli, stia giocando in Italia la partita più dura, schierando la squadra migliore, come se la salvezza morale di una provenzale o di un andaluso avesse minore rilevanza che non quella di un calabrese o di una veneta. Pare chiaro, infatti, che negli altri paesi a forte maggioranza cattolica (Spagna e Francia soprattutto) tale battaglia non abbia fatto registrare i toni ultimativi che registriamo oggi da noi.
Evidentemente ci deve essere qualcosa d'altro, qualcosa che coincide, forse non casualmente, con la fine del ventennale mandato di Ruini alla guida dei vescovi italiani e con il conseguente cambiamento della strategia con la quale il Vaticano cerca di mantenere il suo secolare controllo sul paese. Se infatti Ruini aveva teorizzato, e soprattutto realizzato, la fine dell'esperienza del partito unico dei cattolici, con il loro spalmamento in tutti i partiti, nessuno escluso, oggi questa strategia, avendo raggiunto gli obiettivi che si era proposta, pare giunta al punto finale. Se, infatti, in questi anni di sostanziale transizione e rimescolamento delle carte del potere, la diaspora cattolica ha fatto sì che in ogni partito, dal più piccolo al più grande, il dettato papale e il magistero vaticano trovassero una rispondenza più concreta ed efficace che non se si fosse rimasti al vecchio partito unico, ormai i frutti che si potevano raccogliere sono stati raccolti tutti, per cui si rende nuovamente attuale un cambiamento di strategia che preveda la rinascita del partito unico dei cattolici. Insomma, dopo una breve illusione, torneremo davvero tutti a morire democristiani!?!
A interrogarsi su questa ipotesi alcune considerazioni.
La prima, che il posizionamento al centro della politica italiana con la rimessa in discussione del bipolarismo potrà anche non verificarsi – o almeno così vuole, al momento, la Confindustria - ma è certo che per questo obiettivo stanno premendo molte delle componenti cattoliche nei vari partiti. Una strategia ancora in divenire, dunque, ma che potrebbe permettere la pesante ingerenza del Vaticano su alcune fra le più decisive tematiche civili e sociali del nostro paese.
La seconda nasce dalla domanda sul perché la chiesa stia premendo così fortemente sulla questione etica. E dall'impressione che non può trattarsi solo di un fatto dottrinale o morale, perché altrimenti non si spiegherebbe la scarsa resistenza della chiesa in altri paesi a maggioranza cattolica nei quali la lotta contro stravolgimenti "etici" e giuridici ben più radicali dei nostri, è stata condotta, come si diceva, in maniera più morbida e arrendevole.
La terza è sul "passaggio delle consegne". Passaggio che si riflette non solo nell'avvicendamento fra Ruini e il suo successore, ma soprattutto nella nuova politica impostata da Ratzinger, molto più rigida dal punto di vista dottrinale. La controffensiva del clero italiano, disposto addirittura a scendere in piazza sull'esempio dei movimenti civili – è scontata l'ironia sulle dame di San Vincenzo con il passamontagna e la molotov in una mano e il rosario nell'altra -  sembra segnare il definitivo passaggio dal volemose bene di un Wojtila appagato dalla sconfitta del comunismo sovietico e meno tormentato dal drammatico futuro dell'umanità, al significativo "contestati purché non ignorati", vera e propria dichiarazione d'intenti del clero italiano tesa a rimettere la palla al centro sulla questione dell'importanza secolare, e non solo spirituale, della chiesa, nella società. Oggi in Italia, per vedere come vanno le cose, e forse domani altrove.
Ma intanto partiamo da qui. L'insistenza con la quale il prete rimarca il valore e l'importanza del ruolo della famiglia tradizionale e dell'istituzione matrimoniale come basi fondanti della sua influenza spirituale, ci fa capire che sarà su questo difficile terreno, sul quale la Chiesa ha ancora un'importante presenza, che dovremo confrontarci, visto anche il clamoroso successo con il quale i vescovi hanno da poco affondato il referendum sulla fecondazione assistita.
È evidente che la chiesa, se vogliamo stare sul piano della coerenza, non può permettersi di fare la morale a nessuno: sulla questione della sacralità e indissolubilità del matrimonio meno male che c'è la Sacra Rota, la quale, anche se recentemente è stata bacchettata – ma forse solo pro forma – dal papa, assolve pienamente la funzione di cassa di compensazione di contraddizioni altrimenti insanabili; su quella di divorziati e separati, ai quali è permesso continuare a fare quello che credono, che tanto, se mostreranno di essere pentiti, saranno sempre riaccolti nel generoso seno materno di Roma; su quella dell'omosessualità, condannata come pratica immonda e malattia dell'anima, ma che rimane, senza tema di smentite, diffusa nell'alto e basso clero maschile e femminile, come narrano le cronache degli Stati Uniti, dove la potenza degli studi legali che trattano le cause collettive ha fatto scoppiare un bubbone inimmaginabile; su quella della pedofilia, anch'essa insopprimibile tentazione per legioni di religiosi che evidentemente hanno una concezione tutta loro del famoso "lasciate che i bambini vengano a me". E mettiamoci pure la questione delle interruzioni di gravidanza, rifiutate nelle strutture pubbliche dai bravi medici obiettori, ma praticate, purché "terapeutiche", in quasi tutte le cliniche private proprietà di qualche ordine o congrega.
Ebbene, se proprio su questo terreno in cui intende dar battaglia, la chiesa è moralmente così debole, vuol dire che la posta in gioco è altissima. Che forse, come ha capito Ratzinger a differenza di Wojtila, troppo preso dalla ossessiva costruzione della propria immagine, si tratta della sopravvivenza stessa della istituzione, almeno come guida e referente spirituale di una Europa cristiana messa in pericolo dalle invasioni dei barbari. Non avrebbe nessuna importanza, in definitiva, che il prete razzoli male, anzi che ratzoli da fare schifo, l'importante è che possa ancora dimostrare, in questa epoca di pensiero debole e superficiale, di essere il pensiero forte, legittimato a guidare e condizionare le menti. E questo spiega, tra l'altro, come anche fra i cosiddetti laici si sia formata una indecente cordata di parassiti, attaccati al ventre molle della Chiesa per dare più vigore alle loro tesi reazionarie e razziste. E poco importa se questo sarà, ancora una volta, a discapito della libertà, non solo dei credenti, forse disposti a sacrificarla in nome di Cristo, ma di tutti coloro che non hanno alcuna intenzione né di credere né di dare retta a chi crede.
Se questo è il progetto del prossimo futuro, può davvero essere credibile la ricomparsa di una balena bianca, più forte e più grande di prima, creata dal nulla per riportare al centro l'asse politico e sociale del paese. E in Italia, cosa c'è di più centrale del Centro di Roma? 

MoM

home | sommario | comunicati | archivio | link | contatti