Umanità Nova, n.12 dell'8 aprile 2007, anno 87

Il proibizionismo e le sue bufale
La Legge Fini funziona!


La Legge Fini funziona. Giusto giovedì scorso in un articolo pornografico sui viziosissimi ragazzi di Pinerolo dediti alle canne, il giornalista di un importante quotidiano torinese notava allarmato che "ormai una dose di fumo costa dieci euro quanto una pastiglia" (una dose di ecstasy). Se il giornalista in questione facesse quello che in teoria dovrebbe essere il suo mestiere (cioè fornire informazioni vicine alla realtà), saprebbe che solo due anni fa un grammo di hashish – quella che lui chiama "una dose di fumo" – costava 4/5 euro e una pasticca di ecstasy dai 20 ai 30 euro e avrebbe fatto un titolone in prima pagina con scritto "Grazie alla Legge Fini ormai una pasticca costa dieci euro quanto un grammo di fumo".
La Legge Fini (che ha trasformato l'Italia in uno dei pochi paesi al mondo – insieme a Cuba, Cina, Vietnam, Corea del Nord e Iran – in cui droghe leggere e droghe pesanti sono sottoposte alle stesse severissime pene) ha avuto come unico effetto quello di far levitare i prezzi di hashish e marijuana, mentre quelli delle droghe pesanti sono scesi ai livelli più bassi di sempre. Adesso un grammo di cocaina costa circa 40/50 euro (solo due anni costava sui 100 euro, vent'anni fa 150mila lire) e si trova dappertutto, mentre l'eroina va sui 60/70 euro al grammo (vent'anni fa costava 200mila lire), ma di tutto questo i giornali non parlano. D'altra parte gli uomini liberi lo sanno che i pennivendoli prendono i loro lautissimi stipendi per raccontare le bugie che piacciono ai loro padroni...

Tabelle e cannabis
Dopo che il TAR del Lazio ha annullato il pur timidissimo decreto-legge del Ministro Turco che innalzava a 1000 mg di THCil limite di cannabis detenibile per uso personale, la questione-droghe è tornata al centro del dibattito politico. Mentre nessuno ha avuto il buon gusto di far notare che i 1000 mg di THC (che, secondo la legge italiana, corrispondono a 10 grammi di hashish o di marijuana) rappresentano un quantitativo comunque molto inferiore rispetto, ad esempio, ai 28 g consentiti per uso personale nella maggior parte degli stati USA o ai 20 g previsti dalle leggi tedesche e russe, anche se nelle motivazioni della sentenza del TAR viene ben spiegato che debba ritenersi "illegittimo anche il precedente decreto dell 11 aprile del 2006, firmato dai Ministri Berlusconi quale Ministro ad interim della Salute e Castelli quale Ministro della Giustizia, che per primo stabiliva i quantitativi massimi detenibili ad uso personale'', cioè quello delle mitiche tabelle, la decisione dei giudici romani ha comunque dato forza alle sirene degli ultras del proibizionismo che sono tornati a difendere a spada tratta la Legge Fini I fans della Crociata Contro La Cannabis hanno goduto parecchio per la grande copertina "Cannabis, an apology" (cannabis, chiediamo scusa…) con cui il 17 marzo in Gran Bretagna l'Independent on Sunday, annunciava che la testata "da oggi cancella la sua campagna di richiesta di depenalizzazione dell'uso della cannabis", motivando la sua decisione col fatto che  "numeri record di adolescenti necessitano di terapie antidroga perché fumano 'skunk', il potente tipo di cannabis che è 25 volte più forte della resina che si vendeva dieci anni fa", come avrebbe affermato "Una ricerca sulla prestigiosa rivista medica The Lancet". I fan dell'ultraproibizionismo godevano, però, per poco perché il giorno dopo The Indipendent era costretto a pubblicare una lettera del direttore di The Lancet in cui questi dichiarava che i dati citati dal quotidiano non risultavano da nessuna ricerca pubblicata da The Lancet e che a suo parere la cannabis era una sostanza meno dannosa per la salute di alcool, tabacco e molti psicofarmaci venduti legalmente. A conferma di questo, il 23 marzo esce un nuovo numero di The Lancet che riporta in prima pagina una nuova tabella sulla pericolosità delle droghe in cui l'alcool è immediatamente al terzo posto subito dopo eroina e cocaina, mentre al quinto posto troviamo i barbiturici (una delle classi di psicofarmaci più diffuse) e la cannabis si colloca molto sotto in undicesima posizione. Nell'articolo, poi, proprio non si parla della skunk, la "potente varietà di cannabis" che secondo l'Independent e secondo i piùisterici sostenitori della Legge Fini sarebbe "25 volte più potente" di quella "tradizionale", mentre si fa notare come una parte consistente dei danni che la cannabis può causare sono da addebitarsi al fatto che, di norma, viene fumata insieme al tabacco e riguardo al presunto rapporto di causalità esistente tra cannabis e schizofrenia, gli autori dello studio sostengono chiaramente come ciò non sia riscontrabile. A proposito della skunk, peraltro, lo stesso Independent riporta il 24 marzo il parere del Prof. Leslie Iversen, dell'Università di Oxford, il quale fa notare a proposito del mito che la skunk sia addirittura 20 o 30 volte più potente della cannabis disponibile 30 anni fa, che questo «semplicemente non è vero. (..) negli anni la resina di cannabis (hashish) è cambiata molto poco e il contenuto di principio attivo (THC) generalmente non supera il 5%. La skunk può arrivare a contenerne al massimo il 10-15%. Due o tre volte tanto, quindi e non 20 o 30», come invece è stato detto.
In generale The Lancet mette in evidenza che "le regole finora seguite per la divisione delle droghe in più o meno rischiose "erano poco trasparenti e accurate e dunque di scarsa utilità per elaborare i messaggi di salute rivolti alla popolazione" Le droghe vengono classificate come legali o illegali secondo criteri storici e culturali "che riflettono pregiudizi e ignoranza". In questo contesto l'unica soluzione razionale secondo il Prof. David Nutt (responsabile dello studio in questione) è superare il proibizionismo, perché, come ha dichiarato al Guardian, con la repressione «il messaggio della riduzione del danno sparisce completamente perché la gente dice "Stanno mentendo'».

Balle e fregature del ministro Ferrero
Superare il proibizionismo (che ha prodotto solo galera per milioni di consumatori di sostanze proibite in tutto il mondo e profitti record per i grandi narcotrafficanti) rientra, però, sempre di meno nell'agenda del governo italiano che mentre dichiara di voler modificare la Legge, si appresta a varare norme comunque liberticide. Il pusillanime socialdemocratico Ministro delle Promesse Rimangiate Paolo Ferrero ha presentato un progetto di legge che prevede che i consumatori di sostanze stupefacenti non avranno più la sanzione che prevede la segnalazione e l'invio alla prefettura, ma saranno mandati ai Sert (Servizi pubblici per le tossicodipendenze), dove si sottoporranno ad un colloquio con gli operatori. Saranno poi i Sert a decidere se si tratta, o meno, di consumatori problematici e quindi stabilire un idoneo percorso terapeutico. Questo significa che i consumatori saranno presi in carico da uno stuolo di psichiatri, psicologi, assistenti sociali etc che, a seconda del proprio personale livello di sadismo, potranno costringerli ad andare in qualche comunità-lager, a farsi una costosissima serie di analisi delle urine (per accertare che facciano i bravi) o qualunque altra diavoleria "terapeutica".
Con questi chiari di luna, non c'è da stupirsi che anche nelle aree più moderate dei movimenti antiproibizionisti crescano la sfiducia e lo scontento nei confronti dell'imbelle sinistra di governo e che la street parade antiproibizionista nazionale del 14 aprile a Roma sia stata convocata su una piattaforma radicalmente antigovernativa...

robertino

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